di Angelo Ruggeri
La Rivoluzione, il socialismo e il comunismo devono trasformare, rivoluzionare, anche le FORME DEL POTERE, DEL DIRITTO e DELLO STATO, trasformando il tradizionale potere dall’alto dello Stato borghese in un nuovo potere sociale dal basso verso l’alto, realizzare un CONTROLLLO POPOLARE SULL’ESECUTIVO DI GOVERNO e SUPERARE LA RIDUZIONE DELLA DEMOCRAZIA ALLA SEMPLICE CONSEGNA DI UNA SCHEDA ELETTORALE
<<per quanto mi riguarda, non mi aspetto il merito di aver scoperto l’esistenza delle classi nella società moderna e neanche le loro lotte. Molto prima di me, storiografi borghesi avevano illustrato la sviluppo storico di questa lotte di classi, ed economisti borghesi l’anatomia economica delle classi. Il mio contributo originale è stato di dimostrare:
1) che l’esistenza delle classi è legata semplicemente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione;
2) che la lotta di classe conduce necessariamente alla dittatura del proletariato;
3) che anche questa dittatura costituisce il trapasso alla soppressione di tutte le classi e ad una società senza classi>>, costituendo in realtà la più avanzata e sociale forma di democrazia e di potere dal basso.
Se da un lato Marx ha concretizzato le sue concezioni dello Stato basandosi sugli avvenimenti francesi dal 1848 al 1852, dall’altro egli ha concretizzato la sua concezione particolare dello Stato guidato dalla classe operaia, dello stato della Rivoluzione Socialista e delle sue funzioni sulla base delle esperienze della Comune parigina del 1871.
Egli considerò l’effimera Comune di parigina la prima forma di governo operaio che aveva con la sua attività fornito la prova che il passaggio al SOCIALISMO è legato alla creazione di un sistema statale completamente nuovo, svincolato da qualsiasi concezione passata e del presente dello Stato, giacché dopo l’abbattimento del vecchio apparato statale vengono sviluppate forma di controllo popolare sull’esecutivo e sulla burocrazia (è qui en passant ci deve porre domande rispetto invece alle forme statali realizzate in URSS, in Cina, ecc.) che corrispondono alla visione del superamento di qualsiasi potere politico centrale – ovvero del superamento delle forme di potere verticistiche e che vanno dall’alto al basso anziché dal basso verso l’alto.
In “Guerra civile in Francia”, scritto subito dopo la soppressione della Comune di Parigi, leggiamo:
Tramandata dal Medio Evo, nel diciannovesimo secolo si sviluppò “un potere politico centralizzato con i suoi organi onnipresenti: l’esercito permanente, polizia, burocrazia, clero, cavalierato”. Con lo sviluppo dell’antagonismo di classe tra capitale e lavoro “il potere statale ottenne sempre più il carattere di un potere pubblico per l’oppressione della classe operaia, il carattere di una macchina per il dominio di classe. (donde che, come ben sappiamo noi oggi – specie dopo l’esperienza fascista e nazista -, Stato e potere pubblico statale , di per sé, non sono sinonimo né di democrazia né di Socialismo, n.d.r.) . Dopo ogni rivoluzione che ha segnato un progresso nella lotta di classe, il carattere puramente oppressivo della forza statale subentra sempre più apertamente”. Dopo la rivoluzione del 1848-1849, il potere statale diventa “lo strumento nazionale di guerra del capitale contro il lavoro”. E la seconda monarchia ha rafforzato questo strumento.
“L’esatto contrario della monarchia fu la Comune” . La Comune era la forma “di una repubblica che non doveva soltanto eliminare la forma monarchica di dominio di classe, ma il predominio di classe stesso …”
“… il primo decreto della Comune fu … la soppressione dell’esercito permanente e la sua sostituzione con il popolo armato …”
“… la Comune si formò dai Consigli cittadini eletti con diritto di voto generale nei diversi distretti di Parigi. Essi erano responsabili e sempre RIMUOVIBILI. La maggioranza era naturalmente composta da operai o da rappresentanti riconosciuti della classe operaia … la polizia, sinora strumento del governo di stato, fu subito privata di tutte le sue competenze poliziesche e trasformata in uno strumento responsabile e sempre RIMUOVIBILE dalla Comune. Così avvenne anche per i funzionari di tutte le altre ramificazioni amministrative. Dai membri della Comune in giù, il servizio pubblico dovette essere provveduto per il lavoro salariato. I privilegi ereditati e il denaro di rappresentanza degli alti notabili dello stato sparirono con i notabili stessi … i funzionari della giustizia perdettero ogni apparente indipendenza … essi dovevano essere d’ora in poi ELETTI, RESPONSABILI e SOSTITUIBILI.”
Otto anni dopo la morte di Marx, Friedrich Engels illustro questi fondamenti della nuova forma politica statale in una introduzione per la terza edizione di Guerra civile in Francia:
“ … esattamente il potere oppressivo del governo centralizzato, esercito, polizia politica, burocrazia, che Napoleone aveva creato nel 1798 e da allora ogni nuovo governo aveva preso come gradito strumento sfruttandolo contro i suoi avversari, esattamente questo potere doveva cadere dappertutto come era già caduto a Parigi.
La Comune dovette sin dall’inizio riconoscere che la classe operaia una volta raggiunto il potere, non poteva continuare ad amministrare con la vecchia macchina statale, per non perdere il proprio dominio appena conquistato, doveva eliminare da un lato tutto il vecchio meccanismo d’oppressione sinora usato contro di essa e, dall’altro lato, doveva assicurarsi contro i propri DEPUTATI e FUNZIONARI dichiarandoli RIMUOVIBILI, senza eccezioni, IN OGNI MOMENTO …
“ … contro questa trasformazione, sinora sempre e ovunque inevitabile, dello stato e degli organi statali da servitori della società in signori della società, la Comune applicò due mezzi infallibili. Primo, occupò tutti i posti dell’amministrazione, della giustizia e dell’insegnamento mediante ELEZIONI GENERALI con POSSIBILITA di REVOCA in ogni momento. Secondo, pagò per tutti i servizi, grandi o piccoli, solo il salario percepito dagli altri operai. Lo stipendio più elevato da essa pagato fu di seimila franchi. In tal modo era messo un argine sicuro alla caccia del posto e all’arrivismo (come avverrebbe parificando quello degli esecutivi del sindacato e dei partiti al salario dell’operaio specializzato e specialmente se si stabilisse, come deve essere, che il loro compito non è di comandare ma di obbedire ed eseguire la volontà della base e, nel caso dell’esecutivo di governo di eseguire le decisioni del parlamento e del popolo, n.d.r.), anche senza i mandati obbligati presso i delegati ai corpi di rappresentanza che erano stati aggiunti in sovrappiù …”
Insomma: controllo popolare sulla burocrazia e l’esecutivo (in tal senso andava anche la proposta formulata dal Centro Il Lavoratore ed elaborata dal marxista e costituzionalista Salvatore d’Albergo di Referendum popolare sugli atti di governo che sarebbe utile proporlo anche per la Cina, Cuba, ecc., e realizzare un potere diretto che sia l’opposto, il contrario, di quello dei referendum “pannelliani” e dei 5 stelle sugli atti e le leggi del Parlamento), eleggibilità anche dei funzionari con stipendi uguali ai salari operai: questa sembra essere anche ad Engels l’essenza della Comune parigina da lui apostrofata (sicuramente in senso marxiano) come una dittatura del proletariato, in cui il termine dittatura corrispondo in realtà ad un potere sociale e di massa e di assoluta sovranità popolare, che più democratico ed avanzato non potrebbe essere.
Ad esso era collegato, cosi pensavano Marx ed Engels, il tentativo di unificare il legislativo e l’esecutivo con e in un CONTROLLO DEMOCRATICO DEL POPOLO e di SUPERARE LA RIDUZIONE DELLA DEMOCRAZIA ALLA SEMPLICE CONSEGNA DI UNA SCHEDA ELETTORALE (in merito si badi a tutta le elaborazioni ed opera sviluppata dal marxista e giurista S. d’Albergo tutte e sempre riferite alla nostra Costituzione al suo modello istituzionale e di democrazia dell’antifascismo anticapitalista). Marx riprese quasi letteralmente una osservazione critica di Hegel scrivendo in Guerra civile in Francia:
“La Comune non dovrebbe essere un ente parlamentare, ma operaio, ad un tempo esecutore e legislatore …
Invece di decidere ogni tre o sei anni quale membro della classe dominante dovesse rappresentare e calpestare il popolo in parlamento, il diritto elettorale dovrebbe servire al popolo costituito in Comune, come il diritto elettorale individuale serve ad ogni altro datore di lavoro per cercarsi operai, revisori e contabili per la sua azienda” (Marx-Engels, le Opere).
Dunque: “CONTROLLI DAL BASSO, DEMOCRAZIA DAL BASSO VERSO L’ALTO, ELIMINAZIONE DEMOCRATICA DELL’ALIENAZIONE POLITICA GIA DESCRITTA DAL GIOVANE MARX: qui Marx vide la grande importanza della Comune per i futuri Stati socialisti, per le future “dittature” del proletariato “come passaggio alla abolizione delle classi e, con esse, dello Stato” (F. Engels “Sulla questione delle abitazioni”, ibidem) “… in un breve schizzo dell’organizzazione nazionale, che la Comune non aveva avuto il tempo di perfezionare, è detto esplicitamente che la Comune dovrebbe essere anche la forma politica del più piccolo villaggio”. Anche la “delegazione nazionale” di Parigi doveva essere eletta dalla Comune.
“… Le poche ma importanti funzioni che poi restavano ancora per un governo centrale non dovevano essere eliminate, come è stato falsamente detto con intenzione, ma affidate a funzionari comunardi, cioè severamente responsabili. L’unità della nazione non doveva essere spezzata, ma al contrario organizzata attraverso la costituzione della Comune, essa doveva diventare una realtà con l’annientamento di quel potere statale che si spacciava per incarnazione di questa unità, ma voleva essere indipendente e superiore di fronte alla nazione, nel corpo della quale era pur sempre solo una escrescenza parassitaria. Mentre occorreva tagliare gli organi oppressi del vecchio potere governativo, le sue legittime funzioni dovevano essere tolte ad un potere che si arrogava il diritto di stare sopra la società ed essere restituite ai servitori responsabili della società”. (Donde che come noi diciamo moggi, il governo non deve governare e comandare ma deve servire ed obbedire, n.d.r.)
“La costituzione della Comune al contrario avrebbe in realtà restituito ai corpi sociali tutte le loro forze consumate sinora dall’escrescenza parassitaria dello ‘ stato’, che si nutre della società e frena il suo libero movimento. Con questo solo atto essa avrebbe messo in moto la rinascita della Francia … in realtà però la costituzione della Comune avrebbe portato i produttori agricoli sotto la guida spirituale dei capoluoghi distrettuali e ad essi garantito, con gli operai delle città, i rappresentanti naturali dei loro interessi. La pura esistenza della Comune portò con sé, come qualcosa di ovvio, l’autogoverno locale, ma non più come contrappeso al potere statale, ora reso superfluo …”
“… La molteplicità delle interpretazioni delle quali fu vittima la Comune e la molteplicità degli interessi che in essa si trovarono espressi, dimostrarono che essa era un forma politica capace di estendersi progressivamente, mentre le precedenti forme di governo erano state essenzialmente oppressive. Il suo vero segreto fu questo: essa fu essenzialmente un governo della classe operaia, il risultato della lotta della classe che stava per prevalere contro la classe appropriatrice, fu la forma finalmente scoperta per la quale poteva completarsi la liberazione economica del lavoro. Senza questa ultima condizione, la costituzione comunarda era una illusione e una impossibilità” (ibidem)
Anche il famoso passo usato da Marx quattro anni dopo la Comune di Parigi nella sua critica al programma di Gotha della socialdemocrazia tedesca va inteso nel senso di tale tipo di “dittatura del proletariato”:
“Tra la società capitalistica e la società comunista sta il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell’una nell’altra. Ad esso corrisponde anche un periodo di trapasso politico dove lo stato non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato”.
In questo documento, Marx distingueva anche DUE FASI nello sviluppo della società comunista, la FASE PIU BASSA, quella che usa dirsi fase socialista, il primo stadio che ancora usa alcune caratteristiche del sistema capitalistico e cioè ancora DIVIDE i CONSUMI secondo il criterio della prestazione, e la SECONDA FASE, il comunismo, in cui le sorgenti della produzione scorrono già così abbondanti che A CIASCUNO PUO’ ESSERE DATO SECONDO I SUOI BISOGNI.
“Con una uguale prestazione di lavoro e perciò uguale partecipazione al consumo sociale, uno riceve uno riceve praticamente più di un altro, uno è più ricco dell’altro, e4ccetera (per dirla semplicemente: “chi non lavora non mangia” n.d.r.).Per impedire tutti questi inconvenienti, anziché uguale, il diritto dovrebbe essere parziale …
… Ma questi inconvenienti sono inevitabili nella prima fase della società comunista, come essa è appunto scaturita dopo lunghe doglie dalla società capitalista. Il diritto non può essere più alto delle strutture economiche e perciò sviluppo condizionato delle società …
… In una fase più alta dello società comunista, dopo la sparizione della servile sottomissione degli individui alla divisone del lavoro e con ciò dell’antagonismo tra lavoro fisico e intellettuale, dopo che il lavoro, anziché mezzo per vivere, sarà diventato la prima esigenza di vita, dopo che con il completo sviluppo degli individui anche le forze di produzione daranno cresciute e tutte le sorgenti della ricchezza associata scorreranno liberamente, solo allora può essere completamente superato lo stretto orizzonte giuridico borghese e la società può scrivere sulle sue bandiere: da CIASCUNO SECONDO LE SUE CAPACITE’, A CIASCUNO SECONDO I SUOI BISOGNI!”.
Dal contesto delle concezioni marxiani risulta con certezza che quando immagina la vittoria delle rivoluzione e del SOCIALISMO Marx teneva in considerazione uno sviluppo più o meno parallelo nei paesi capitalistici progrediti avendo davanti agli occhi un sistema di vita riflesso nel Manifesto comunista dove è detto ch4e il libero sviluppo della singola persona è la premessa del libero sviluppo di tutti.
13.4.2021
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(*) Questo scritto su Marx e la Comune verrà inserito nella ricostruzione – essendo andato perduto il testo – di quella che è stata la prima delle lezioni su Marx, tenute da A. Ruggeri presso la Scuola di Partito del PCI, alle Frattocchie, nel lontano 1972, per i giovani iscritti alla federazione Giovanile Comunista (FGCI), titolate: “Marx: Dalla ideologia tedesca al pensiero politico francese all’ “economia classica inglese”; da aggiungere alle altre due lezioni che non sono andate perdute e sono titolate: “Marx –Engels: la concezione materialistica della storia”; “Marx: il pensiero economico: introduzione al Capitale”. Le tre lezioni erano state ciclostilate come Dispense, di cui appunto la Prima è andata persa.