di Enrico Vigna *
La tensione esplosiva tra Ucraina e Russia, eterodiretta dalla NATO. E’ in atto una prova muscolare con rischi altissimi di una guerra implicante tutta l’Europa.
Da mesi, per molti esperti militari russi e su tantissime riviste geopolitiche e militari russe, si sottolinea che tra la Russia e la NATO ci saranno relazioni sempre più conflittuali a causa dell’agenda strategica espansionistica dell’Alleanza Atlantica, ormai completo braccio armato delle politiche geopolitiche statunitensi che, paradossalmente, hanno ripreso vigore con il nuovo presidente J. Biden.
“La Russia e la NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico) entreranno in una relazione sempre più conflittuale, più di quella tra Mosca e Washington, poiché la Russia non ha aree di cooperazione con l’Alleanza“, ha dichiarato Dmitri Suslov, vicedirettore del Centro. of Comprehensive European and International Studies of the Higher School of Economics of the Russian National Research University, all’agenzia di stampa TASS.
Suslov ha sottolineato che
“ quando si tratta del blocco militare NATO, non esiste un programma costruttivo positivo, ma prevale sempre un atteggiamento di confronto. La NATO continua a porre le basi per il consolidamento anti-russo nell’Atlantico e l’ultimo vertice dell’Alleanza del Nord Atlantico ne è stata una chiara prova…Anche le esercitazioni militari che l’entità militare occidentale ha spesso svolto nei paesi dell’Europa orientale confinanti con il confine russo sono “esplicitamente anti-russe”. Il Consiglio NATO-Russia, un meccanismo chiave per i contatti tra le due parti, è paralizzato. Questo accade quando la Russia sostiene la trasformazione del Consiglio in un canale di comunicazione tra gli eserciti per evitare incidenti militari, mentre la NATO lo usa solo per fare pressione, affinché vengano sollevate questioni politiche attraverso quella piattaforma e la usa per colpire Mosca“, ha detto.
“ Di conseguenza la Russia è costretta a rispondere alle ostilità della NATO, guidata dagli Stati Uniti, per garantire la propria difesa nazionale….Le relazioni tra Mosca e la NATO sono notevolmente peggiorate, in quanto quest’ultima dal 2014, è passata dalla deterrenza strategica a quella tattica e lavora su scenari dettagliati di un possibile scontro armato contro la Russia…La Russia e l’Occidente non sono ancora in grado di superare le tensioni, sorte dopo la crisi ucraina e l’annessione della Crimea alla Russia con il referendum. Come misure di pressione, gli Stati Uniti e l’Unione Europea (UE) da allora hanno imposto una serie di sanzioni a funzionari, società e settori economici russi. A loro volta, gli Stati Uniti, un membro basilare del blocco militare NATO che di fatto la dirigono, hanno inviato veicoli da combattimento e truppe nei paesi baltici, al confine con la Russia, con il pretesto di affrontare quella che chiama la minaccia russa. Da parte sua, la Russia ha più volte denunciato che l’espansione militare degli Stati Uniti, a capo delle forze NATO e dei suoi alleati occidentali vicino ai suoi confini, rappresenta una minaccia diretta alla sua sicurezza nazionale e, pertanto, si riserva il diritto di dare una forte risposta a qualsiasi aggressione o violazione della sua sovranità…”.
Questa, ritengo, sia in sintesi la situazione da cui partire per cercare di capire la gravissima crisi in atto che sta coinvolgendo l’area orientale intorno all’Ucraina, ma che potrà avere drammatiche conseguenze a domino, su tutti i paesi intorno e anche dell’Europa occidentale (compresa l’Italia roccaforte NATO), come già sta accadendo.
Così come va tenuto conto che i continui bombardamenti delle forze armate ucraine sul territorio della RPD e della RPL, hanno finora colpito soprattutto civili, quindi non si sta parlando di una prospettiva di normalizzazione e pacificazione della situazione nel Donbass, soprattutto perché Kiev non solo ha continuato a trasferire forze e armamenti nella zona di demarcazione, ma usa il conflitto nel Donbass per coinvolgere i paesi della NATO a spalleggiarla. L’Ucraina si è di fatto messa al servizio degli obiettivi della NATO nell’area, proponendosi come ariete (sacrificale) e testa di ponte di essa, cosciente che saranno i soldati ucraini ha pagare i prezzi più alti, non certo i militari della NATO.
Inoltre molti media russi hanno riferito sulla possibilità degli Stati Uniti di colpire con diverse centinaia di missili Tomahawk il Donbass, infatti dopo l’annuncio di Washington della sua disponibilità a sostenere le Forze armate dell’Ucraina nella “liberazione” del Donbass, due cacciatorpediniere con sistemi missilistici USA sono stati urgentemente inviati dalle acque del Mediterraneo alle acque del Mar Nero, che, secondo i media, significano una minaccia di poter lanciare una serie di potenti attacchi missilistici nella regione, distruggendo le principali forze delle RPDeL, potendo sferrare potenzialmente più di cento missili da crociera Tomahawk. Secondo gli analisti militari, la Russia si occuperà sicuramente di questa situazione, ma è ovvio che la parte russa non attaccherà le navi statunitensi, poiché non intende certo che inizi la terza guerra mondiale. Nella logica politico militare la probabilità di un coinvolgimento diretto della Marina di Washington nel conflitto nell’Ucraina orientale è estremamente bassa, ma questo non significa che “questa probabilità sia zero“. Potrebbe essere come un’opzione di “riserva” per Kiev, simile al ruolo delle truppe russe che si radunano lungo il confine ucraino. È scontato che il Cremlino non vuole prendere parte direttamente alla guerra in Ucraina, questo si può esplicitamente vedere, leggendo e analizzando gli innumerevoli segnali e la cautela di molti alti politici e funzionari della sicurezza e della Difesa russi.
Ma occorre anche tenere conto di un aspetto puramente tecnico militare: per colpire le Repubbliche del Donbass, la maggior parte dei missili dovrebbe sorvolare la Crimea e la Russia considererebbe questo atto come un’aggressione diretta, riservandosi il diritto di attaccare i cacciatorpedinieri, e di questo gli USA sono già stati ripetutamente avvertiti.
Questi sono gli scenari intricati e compositi…DI GUERRA, che stanno avvenendo intorno noi.
Un dato è certo la Russia è totalmente contraria questa dinamica per svariati motivi reali.
…Cronologia dal “fronte” occidentale:
Il 15 aprile la NATO ha schierato segretamente centri offensivi e nuove forze militari nei paesi ai confini russi. Il portale LentaRu ha pubblicato la notizia che, in una riunione del comitato militare della CSTO a Mosca, il viceministro bielorusso della Difesa e Capo di stato maggiore Viktor Gulevich, ha informato la parte russa, nel quadro della cooperazione militare, circa lo spiegamento segreto di grandi forze NATO e centri offensivi vicino ai confini russi, tra cui centri di intelligence e di trasporto, oltre al rafforzamento delle infrastrutture militari. Secondo le informazioni fornite dalla parte bielorussa, le strutture militari russe sono costantemente monitorate, mentre il contingente NATO schierato vicino ai confini russi non è difensivo, ma offensivo.
Il 16 aprile aerei da combattimento dell’Alleanza del Nord Atlantico sono stati schierati “segretamente” in Ucraina, si è saputo che si tratta principalmente di caccia Eurofighter Typhoon.
La fonte del Ministero Difesa russo ha indicato che almeno sei caccia Eourofighter Typhoon erano stati individuati ma, secondo rapporti non ufficiali, il numero potrebbe aumentare a 12 caccia.
Gli analisti russi non rilevano problemi particolari per lo spiegamento dell’aviazione da combattimento della NATO, poiché i sistemi di difesa aerea russi sono sufficienti per respingere con successo qualsiasi attacco aereo, mentre per qualsiasi provocazione o aggressione, la Russia ha già detto chiaramente che in questo caso, sferrerebbe immediatamente una potente risposta su altri paesi della NATO, considerando l’Alleanza come un unico avversario, come, tra l’altro, è stato più volte ricordato a Jens Stoltenberg.
Il 17 aprile il presidente ucraino Zelensky aveva annunciato l’obiettivo delle Forze armate ucraine di distruggere le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, oltre a riprendersi la Crimea e di essere del tutto pronte per iniziare un’operazione militare su larga scala.
Il 17 aprile le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su Donetsk, bombardando all’alba la periferia della città per cinque ore. Secondo le fonti ucraine, gli attacchi sono stati effettuati utilizzando lanciagranate, veicoli da combattimento di fanteria, armi leggere, mortai e artiglieria. Questo attacco a Donetsk e alla sua periferia è stato uno dei più massicci negli ultimi anni, anche se poi è stato dichiarato dai comandi ucraini, che non c’è per ora l’intenzione di condurre un’operazione offensiva in profondità nel Donbass.
Il 19 aprile almeno 58 aerei e droni della NATO hanno lambito i confini russi. Secondo i dati ufficiali del Dipartimento della difesa russo, nell’ultima settimana 43 aerei militari, compresi quelli da combattimento, nonché 15 velivoli strategici senza pilota, hanno effettuato voli provocatori vicino ai confini della Federazione Russa. Non ci sono state violazioni dei confini del paese, tuttavia, i piloti delle forze aerospaziali russe almeno due volte si sono alzati nei cieli per intercettare, identificare, e scortare gli aerei militari della NATO.
Il 19 aprile la Marina britannica ha annunciato l’invio di navi da guerra nel Mar Nero per fronteggiare la flotta russa. Il ministero della Difesa britannico ha annunciato che la Marina del Regno intende inviare due delle sue navi da guerra nel Mar Nero per bloccare la flotta russa del Mar Nero nel caso in cui le navi di quest’ultima si muovano verso l’Ucraina o verso i paesi della NATO. Al momento è noto che si tratta di due cacciatorpedinieri, che saranno inoltre coperti dalla portaerei britannica “Queen Elizabeth“, quest’ultima però non entrerà nel Mar Nero, rimanendo nelle acque del Mar Mediterraneo. La stampa britannica, riferendosi al comando del Regno Unito, scrive che i caccia F-35 a bordo della portaerei “Queen Elizabeth “saranno “in massima allerta“.
“La Gran Bretagna ha inviato due navi nel Mar Nero per esprimere solidarietà a Kiev e alla NATO“, ha riferito il Times. Queste sono: una fregata Tipo 28 con un dislocamento di circa 5mila tonnellate e un cacciatorpediniere Tipo 45 con un dislocamento di 7.5mila tonnellate. Le fregate della Royal Navy di questo tipo sono armate con missili anti-nave USA, i Harpoon e sistemi missilistici antiaerei British Sea Wolf.
Gli esperti russi hanno sottolineato che qualsiasi tentativo da parte della Marina britannica di interferire con il movimento delle navi marittime e delle navi da guerra civili russe sarà immediatamente considerato dalla Russia come un’aggressione diretta, come dichiarato ufficialmente dal Cremlino.
Il 20 aprile unità militari ucraine di avanguardia, con pesante equipaggiamento militare, si tratterebbe di almeno 27 unità di veicoli corazzati, compresi carri armati e veicoli da combattimento di fanteria sono entrate nel territorio della RPD, violando tutti gli accordi internazionali finora fissati.
Secondo le informazioni fornite al momento, l’equipaggiamento corazzato ucraino e i mezzi di artiglieria sono dispiegati in posizioni di combattimento, e sebbene le Forze armate ucraine non abbiano finora tentato di utilizzare armi per l’attacco, è ovvio che l’equipaggiamento trasferito può essere utilizzato per coprire le forze principali. Secondo fonti ucraine, le forze della RPD non possono attaccare le forze ucraine, poiché queste ultime si trovano in prossimità di edifici residenziali e vi è il rischio di morte dei civili.
Il leader ucraino ha poi annunciato che le forze armate dell’Ucraina sono entrate nelle Repubbliche autoproclamate nel Donbass e che presto la situazione in tutto il Donbass potrà essere presa sotto il controllo dai militari ucraini, ma che tuttavia, Kiev si sta impegnando anche per risolvere la situazione pacificamente. Ha dichiarato alla stampa:
“Non posso rivelare i dettagli, ma la situazione nel Donbass è ora sotto controllo, ma ci sono alcuni interrogativi. Siamo pronti ad affrontare i problemi. L’esercito è pronto e questa è la cosa più importante. Comprendiamo che i media diffondano ogni tipo di notizia, quindi voglio che i cittadini ucraini si fidino solo delle dichiarazioni ufficiali dello Stato maggiore dell’esercito ucraino o dell’ufficio del presidente “, come riportato da Soha News.
Abbastanza significativo è il fatto che le Forze Armate ucraine sono assolutamente più consistenti delle forze delle Repubbliche, ma questo fa capire che temono, attaccando frontalmente potrebbero di trovarsi di fronte ad un coinvolgimento della Russia, come già richiesto da RPD e RPL e in questo caso, le perdite delle forze armate ucraine potrebbe rivelarsi enormi, poiché il numero totale delle forze russe e delle forze RPDL è attualmente di circa 170-180 mila militari.
Il presidente della RPD Pushilin ha dichiarato che:
“…in base al livello di aggressione armata di Kiev e sulla base delle norme del diritto internazionale, la RPD si rivolgerà a Mosca per chiedere aiuto. Prenderemo una decisione basata su una valutazione del livello di aggressione armata di Kiev. L’Ucraina è un vicino molto imprevedibile in termini di grado di distruttività, a cui può arrivare anche in relazione agli interessi politici del suo Stato ”, ha detto Pushilin.
Gli esperti militari in Russia attirano l’attenzione sul fatto che la Russia, certamente non rifiuterà di fornire assistenza militare alla DPR, tuttavia, dato che le Repubbliche del Donbass rimangono non riconosciute dalla Russia, l’Ucraina potrebbe anche rivolgersi ufficialmente alla NATO chiedendo l’introduzione dei caschi blu in Donbass. Ma questo sarebbe considerato illegale dalla stessa Russia…Un groviglio politico, diplomatico e militare, per questo pericolosissimo.
Il 20 aprile diverse dozzine di aerei da combattimento statunitensi caccia F-15 e F-16 sono stati schierati in Polonia. Secondo le informazioni fornite dal Comando europeo delle forze armate statunitensi, la ridistribuzione dell’aviazione da combattimento dell’aeronautica militare statunitense è stata effettuata come parte di un’esercitazione. L’arrivo di nuovi soldati USA in Polonia ha rasserenato, prima di tutto, il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak, che ha sempre sostenuto la necessità di un aumento della presenza militare americana sul suo territorio. Il ministro ha scritto su Twitter che l’aviazione americana sta praticando il trasferimento operativo dell’aviazione nella regione europea, utilizzando aeroporti polacchi. Non è difficile indovinare contro chi vengono eseguite tali manovre, visto che gli aeroporti polacchi si trovano nelle immediate vicinanze del territorio russo. Inoltre, tutte le dichiarazioni degli Stati Uniti sul “rafforzamento della sicurezza” degli stati dell’Europa orientale sono dirette se non contro la Russia, contro chi altri?! Naturalmente anche Kiev ha gioito, salutando l’arrivo come un segnale di coinvolgimento materiale.
Il 20 aprile due cacciatorpedinieri missilistici USA, USS Donald Cook (DDG-75) e USS Roosevelt (DDG-80) sono stati inviati verso le coste della Crimea, dopo una permanenza abbastanza lunga nelle acque del Mar Nero,. Le circostanze della rapida avanzata verso i confini russi sono legate all’alzarsi continuo della tensione nella regione,in previsione di una imminente offensiva delle truppe ucraine nel Donbass, i cacciatorpediniere missilistici della US Navy potrebbe essere utilizzati per colpire i territori della RPD e della RPL.
Il 20 aprile truppe della Moldavia e dell’Ucraina stringono in una morsa la Pridnestrovie/Transnistria
Sulla base del rifiuto della Russia di ritirare le sue Forze di mantenimento della pace in Pridnestrovie, che finora hanno garantito di impedire il riaccendersi di conflitti locali, si è rilevata una affrettata concentrazione delle forze delle forze armate di Ucraina e Moldavia in questa regione, si tratta di diverse migliaia di militari e centinaia di mezzi di equipaggiamento che sono già sul posto e altri sono ancora in fase di trasferimento ai confini.
Il 15 aprile è apparso in rete un video di un treno con equipaggiamento militare delle Forze armate ucraine, presumibilmente diretto verso Odessa e poi verso il confine pridnestroviano. Sui fotogrammi video si può vedere il processo di trasferimento dell’equipaggiamento militare ucraino, inoltre, ci sono informazioni che il trasferimento di equipaggiamento e armi è stato effettuato anche da aerei cargo. Il 28 aprile è stato confermato da immagini e riprese, la presenza di truppe rafforzate ucraine al confine con la Pridnestrovie/Transnistria, sembra si tratti almeno di altri 3/5mila militari e attrezzature di vario genere.
Il 25 aprile l’Ucraina ha intrapreso il trasferimento della sua artiglieria pesante fino ai confini russi.
Nonostante il fatto che la Russia abbia iniziato a ritirare il suo esercito di 150.000 uomini dai confini ucraini al fine di allentare le tensioni nella regione, si è saputo in questa giornata che le forze armate ucraine hanno schierato i loro sistemi missilistici a lancio multiplo Hurricane al confine con la Crimea. Tenendo conto del raggio di tiro di quest’ultimo e della presunta area di schieramento, l’area di Dzhankoy nella penisola, può essere facilmente colpita. Ci sono molti video che dimostrano il trasferimento di almeno quattro lanciatori del Uragan MLRS delle Forze armate ucraine. Dopo che Mosca e Kiev avevano raggiunto accordi per stemperare la tensione altissima, questa mossa non fa escludere che il dipartimento della difesa russo potrebbe annullare l’ordine precedentemente annunciato per il ritiro delle truppe ai confini ucraini, visto che la parte ucraina sta chiaramente alzando nuovamente la tensione, anche con continue dure dichiarazioni sulla Crimea.
28 aprile:
“Nonostante il ritiro della maggior parte delle forze russe dal confine orientale dell’Ucraina, Kiev non sembra essere soddisfatta e continua a provocare Mosca con esercitazioni vicino al confine con la penisola di Crimea. In particolare, il 28 aprile, il ministero della Difesa ucraino ha riferito che il Paese aveva appena tenuto un’esercitazione con OTR-21 Tochka-U nella parte meridionale della regione di Kherson, situata a poco più di 50 km dal confine con la Crimea. È noto che il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha visitato ripetutamente gli avamposti dell’esercito ucraino a Kherson prima delle esercitazioni. Secondo il video pubblicato dal ministero della Difesa ucraino, sono stati inviati almeno quattro sistemi Tochka-U per partecipare alle esercitazioni a Kherson. Anche i media ucraini non hanno esitato a far capire che le esercitazioni erano dirette alle truppe russe nella penisola di Crimea“, ha riferito l’agenzia “Sokha” con riferimento a fonti russe e ucraine. Molti analisti ritengono che la Russia potrebbe decidere di riportare le sue truppe al confine ucraino in risposta alle provocazioni di Kiev.
La reazione …..DAL “fronte” orientale:
L’esercito russo ha di fatto attorniato le forze armate ucraine
In caso di conflitto, l’esercito ucraino dovrebbe combattere le truppe russe su tutti i suoi fronti, essendo di fatto circondato.
La situazione nel Donbass si sta aggravando. Nonostante il fatto che le forze armate ucraine abbiano concentrato forze significative nella regione, si parla di circa 100.000 militari, secondo gli osservatori militari russi, in caso di un vero conflitto militare, questi potrebbero essere circondati.
Il 14 aprile il Ministero della Difesa della Federazione Russa, S. Shoigu ha commentato per la prima volta il dispiegamento di forze russe vicino al Donbass.
La Russia ha trasferito due eserciti e tre unità aviotrasportate ai confini dell’Ucraina. Secondo la dichiarazione del ministro della Difesa della Federazione Russa, in due settimane due eserciti e tre formazioni delle forze aviotrasportate sono stati trasferiti nella regione e il numero totale di truppe in questa regione si aggira intorno a 40mila soldati.
Secondo Shoigu, le azioni della Russia sono una risposta alle azioni dell’Ucraina e della NATO.
“Secondo il ministro della Difesa russo,, nelle ultime due settimane nel quadro delle prove di rapidità al combattimento, nonché dello svolgimento di compiti di addestramento al combattimento per gradi, 2 eserciti e 3 unità aviotrasportate sono state ridistribuite con successo ai confini occidentali della Russia. Tutto questo è una risposta a una possibile escalation del conflitto nelle Repubbliche Popolari del Donbass e al trasferimento delle unità NATO nei paesi dell’Europa dell’Est “, riferisce l’agenzia militare su Telegram.
17 aprile: 9 navi da guerra russe hanno bloccato l’accesso nel Mar d’Azov alla flotta ucraina e circondato Mariupol e altri porti importanti dove hanno sede le navi da guerra della Marina ucraina. Secondo i dati delle agenzie di informazioni militari sono navi della Flottiglia del Caspio della Marina russa. Nella fotografia qui sotto è possibile vedere la posizione delle navi da guerra della Marina russa nelle acque del Mar d’Azov, direttamente ai confini dello spazio marittimo dell’Ucraina.
La Russia ha dichiarato che non tollererà provocazioni in queste acque e, se necessario, sequestrerà o colpirà le navi ucraine.
Al 20 aprile, il numero delle truppe russe circostante al confine ucraino è aumentato a circa 150mila militari. Fino a una settimana prima si sapeva che il numero di truppe russe vicino ai confini dell’Ucraina era intorno a 40mila militari. Poi il 23 aprile Il ministro della Difesa russo Shoigu ha annunciato che una gran parte di queste truppe sono state riposizionate e non sono più ai confini ucraini., come segno di distensione, ma ribadendo che le unità russe rimarranno in massima allerta nel caso in cui le esercitazioni militari NATO Defender Europe 2021 si rivelassero provocatorie e dirette contro la Russia.
Il 19 aprile, l’Alto rappresentante della UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il diplomatico Josep Borrell, ha dichiarato:
“ Più di 150.000 militari russi sono stati raggruppati al confine con l’Ucraina e in Crimea. Il rischio di un’ulteriore escalation è evidente. Mosca ha schierato almeno 150.000 soldati con armi pesanti ai confini orientali dell’Ucraina e nella penisola di Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014. Al momento, non si sa come esattamente la Russia sia riuscita ad aumentare il raggruppamento delle sue forze così rapidamente, tuttavia, il numero di militari russi situati vicino ai confini ucraini supera già di 1,5 volte il numero di militari delle forze armate ucraine in questa regione”, ha riportato l’agenzia Soha.
Secondo i dati a disposizione delle agenzie stampa russe, sullo sfondo delle crescenti tensioni sul confine russo-ucraino, la parte russa ha deciso di schierare armi distruttive in questa direzione, in grado non solo di inibire le Forze armate di Ucraina in caso di escalation e provocazioni da parte dell’esercito ucraino, ma anche di distruggere significativamente forze nemiche.
Anche secondo analisti occidentali che hanno pubblicato fotografie satellitari dell’area di schieramento delle truppe russe, si tratta di sistemi russi distruttivi, principalmente mezzi con cannoni e artiglieria missilistica.
“Sembra che si tratti di un battaglione di blindati pesanti e una compagnia di carri armati, 2S3 Akatsia (cannoni semoventi da 152 mm) e 2 battaglioni 2S19 Msta-S (cannoni semoventi da 152 mm), forse una batteria Msta-B (obici da 152 mm trainato), batteria MLRS BM-27 “Uragan”, batteria TOS-1A “Solntsepёk“, 1-2 compagnie di fucilieri motorizzati con veicoli da combattimento di fanteria, trasportatori per carri armati, ecc. “, è stato riportato.
Tenendo conto delle particolarità delle armi dispiegate, gli esperti evidenziano che si tratta esclusivamente di intenti per garantire la difesa dei propri confini, mentre, in caso di anche una minima escalation da parte delle Forze Armate dell’Ucraina, possono trasformarsi in conseguenze estremamente distruttive.
18 aprile: migliaia di mezzi e decine di migliaia di militari, sono stati rilevati in immagini satellitari del campo delle forze armate russe vicino ai confini della Crimea. Il giornale “Der Spiegel” ha pubblicato immagini satellitari del campo delle forze armate russe, eretto dal 15 marzo al 2 aprile sulle coste della Crimea. Ci sono migliaia di unità di equipaggiamento militare, tende di personale e fortificazioni nel campo, ha confermato anche “Telegram Military Informant ”. Si ipotizza di un esercito di 40.000 militari russi, tuttavia, a giudicare dalle dimensioni del campo, il numero del personale militare russo potrebbe essere molto più grande e raggiungere anche 60 mila militari.
Il campo è così grande che gli analisti militari occidentali lo hanno paragonato a una “città di truppe russe“.
21 aprile, osservatori ed esperti militari hanno riferito che un consistente gruppo di militari russi, è stato dislocato in Pridnestrovie/Transnistria, a un paio di decine di chilometri dal confine ucraino. Se le forze armate ucraine lanciano una effettiva offensiva o continuano le loro provocazioni, rischiano di essere circondate, perché le unità militari russe regolari possono spostarsi verso di loro dalle direzioni sud e ovest, e le forze delle milizie del Donbass le stringeranno dal lato orientale. Di conseguenza, i soldati ucraini avrebbero un solo percorso di ritirata, a ovest, che però potrebbe essere facilmente impedito da una forte azione dell’esercito russo.
“Oggi ci sono informazioni che i militari russi sono stati avvistati in Transnistria. Nell’area dell’aeroporto di Tiraspol, gli osservatori hanno individuato camion e mezzi corazzati per il trasporto di truppe con i marchi di identificazione dell’esercito russo ”, ha riferito Telegram.
19 aprile: più di 20 navi da guerra russe in formazione di battaglia si sono mosse verso l’Ucraina e la Romania La Russia ha risposto alle esercitazioni NATO con imponenti manovre militari vicino ai confini dell’Alleanza Nord Atlantica.
Dopo che la NATO ha condotto esercitazioni provocatorie che coinvolgono le sue navi da guerra vicino al confine con la Crimea, la Russia ha risposto con manovre militari su larga scala che hanno coinvolto più di 20 navi da guerra, che schierate in formazione di battaglia si sono mosse verso i confini di Ucraina e Romania. Secondo il sito Telegram “Hunter’s Notes”, alle manovre prendono parte navi di tre diverse flotte. “Un gruppo impressionante si è riunito nel Mar Nero, forze di 3 flotte (Caspian, Northern, Baltic) in collaborazione con le forze della Flotta del Mar Nero prenderanno parte alle esercitazioni navali di riequilibrio”, è stato riferito. Nessuno aveva pensato che un numero così elevato di navi da guerra sarebbe stato coinvolto nelle esercitazioni.
Il 19 aprile I sistemi di guerra elettronica russi schierati hanno abbattuto un drone ucraino. In seguito a una provocazione dell’esercito ucraino che ha cercato di condurre una ricognizione delle aree della Repubblica Popolare di Lugansk, probabilmente in vista di ulteriori attacchi di artiglieria, il drone Phantom-4 è stato abbattuto dai sistemi elettronici antiaerei russi. Il velivolo senza pilota ucraino si stava muovendo verso il villaggio di Pervomaysky, dove, secondo alcune fonti, si trovano postazioni della Milizia popolare della RPL. A causa del pericolo esistente, il drone è stato distrutto con successo e l’equipaggiamento a bordo, che consentiva la ricognizione è stato sequestrato dalle forze della LPR.
“Il quadricottero è stato abbattuto e i materiali fotografici e video sono stati presi dalle nostre unità di terra e sono allo studio da parte di nostri specialisti“, ha detto Yakov Osadchy, un ufficiale della Milizia popolare della RPL.
Il 20 aprile l’esercito russo ha bloccato tutti gli avvicinamenti alla Crimea e chiuso lo spazio aereo ad altitudini fino a 19 chilometri, al largo della penisola. La chiusura dell’area a sud-ovest della penisola è divenuta nota dopo che almeno due cacciatorpedinieri missilistici americani si sono mossi in direzione della Crimea dal Mar Mediterraneo.
NOTIZIA
25 Aprile: il Mar Nero sarà parzialmente bloccato dall’esercito russo per sei mesi. “La Russia sospende per 6 mesi il diritto delle navi da guerra straniere e di altre navi statali di spostarsi in tre regioni del Mar Nero. La restrizione entrerà in vigore questa sera“, riporta Voenny Obozrevatel Telegram. Secondo le informazioni a disposizione degli esperti militari, le aree sono quella lungo la costa della Crimea (da Sebastopoli a Gurzuf ), l’area al largo della penisola di Crimea e una piccola zona vicino alla periferia occidentale della Crimea. Questa dovrebbe essere la risposta russa all’invio delle navi da guerra americane e britanniche verso la Crimea, nonché, secondo una serie di dati, la comparsa di droni NATO nel Mar Nero che consentono di spiare le flotte di superficie e sottomarine russe.
Riflessione aperta, in attesa degli eventi in divenire
In questa situazione folle, quasi schizoide in cui la NATO sta conducendo l’Ucraina, ci sono alcuni elementi che fanno sperare in un ritorno all’uso dell’intelletto e ad una frenata delle escalation di guerra, da parte della dirigenza politica ucraina e del suo presidente, l’ex “comico” Zelenskyy. Ma questo non è dovuto alle volontà di pace e buon senso di questi, bensì alla fermezza e durezza delle risposte messe in campo sul piano militare dalla Federazione Russa che non può permettere, oltre alle abituali aggressioni economiche e politiche, anche quella militare. Sarebbe la fine dello stato russo.
Mentre Zelenskyy esibisce i muscoli e lancia retoriche belliciste, arrivando a ispezionare personalmente le truppe sul campo, come documentato nelle pagine sopra. Tuttavia nell’ultima settimana va sottolineato e osservato che l’Ucraina ha anche ammorbidito e pesato maggiormente le sue dichiarazioni. Gli stessi Stati Uniti hanno annunciato che non è loro intenzione inviare sue navi nel Mar Nero, pur ribadendo che in caso di conflitto armato, avrebbero sostenuto l’Ucraina, così come il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, a sua volta, ha affermato che l’Alleanza sosterrà la parte ucraina. Lo stesso Ruslan Khomchak, comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina, non certo un sostenitore della pace, ha dichiarato che:
“ il paese non intende difendere i suoi territori usando le armi, poiché ciò comporterà la morte di civili e la leadership dello stato deve cercare vie politiche e diplomatiche per risolvere il problema”. Volodymyr Zelenskyy ha addirittura pubblicato la sua intenzione di cessare il fuoco, sul suo account Facebook.
L’atteggiamento risoluto e ufficiale della Russia, che, se da un lato costantemente ha ribadito il suo rifiuto delle soluzioni dei problemi nell’area attraverso azioni militari, dall’altro ha dimostrato alla NATO e agli USA in primis (l’Ucraina è solo una sventurata pedina, usata come “carne da cannone” per gli interesse strategici delle potenze occidentali), la sua determinazione inflessibile, muovendo un massiccio apparato militare su tutti i fronti, che non permette alcuna avventura di guerra a nessuno. Ribadendo anche, come messaggio inequivocabile che, nel caso di una minaccia per la vita dei residenti locali del Donbass, il Cremlino sarà costretto a intervenire nel conflitto e si schiererà dalla parte delle due Repubbliche Popolari. Sergei Ryabkov, vice ministro degli esteri russo, ha definito pubblicamente le azioni degli Stati Uniti “un’aperta provocazione” e ha chiesto “di non mettere alla prova il Paese per verificarne la sua determinazione e di non giocare sui nervi“. Mentre il segretario stampa del presidente russo Dmitry Peskov, ha più volte ribadito che la Federazione Russa non intende combattere contro il suo vicino, ma di certo non può permettere un coinvolgimento delle strutture militari della NATO nella risoluzione dei problemi del Donbass. Questo è il motivo per cui il Cremlino si sta comportando nel modo più responsabile possibile e soppesa tutti i suoi passi e le sue dichiarazioni.
Il redattore capo della rivista della Difesa Nazionale russa ed esperto militare Igor Korotchenko, in un programma sul canale Russia1, ha affermato che
“…l’influenza dei suoi “partner potenti dall’estero” e alcune linee rosse inviolabili, fanno ritenere che la leadership ucraina non valuti appieno l’entità della catastrofe che minaccia Kiev, in caso di un’offensiva armata nell’est del Paese. Se l’Ucraina intraprendesse passi avventurosi e avvia un’operazione offensiva sulle Repubbliche del Donbass , le conseguenze, sia per il Donbass che per l’intero Paese saranno drammaticamente disastrose. L’Ucraina si trasformerebbe nella sua parte occidentale e in altri frammenti del Paese…Inoltre molto probabilmente, potrebbe ripetersi la crisi dei missili cubani, che un tempo ha portato anche a conseguenze tragiche. Gli statunitensi stanno cercando di realizzare i loro obiettivi strategici senza pensare al destino dell’Ucraina. Il mondo intero potrebbe trovarsi sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, compresa quella nucleare. Pertanto è necessario ricordare ai “partner senior” di frenare Kiev e i suoi funzionari, che fanno dichiarazioni roboanti e ostili ad alta voce, consentendo l’installazione delle attrezzature militari della NATO nel loro territorio e preparandosi per un’azione militare su vasta scala. Allo stesso tempo ricordo che, non è la prima volta che i russi effettuano un’operazione di imposizione della pace. Questo potrebbe accadere anche col vicino occidentale…”, ha dichiarato Korotchenko.
D’altronde i più alti esponenti del Cremlino hanno parlato più di una volta di questi scenari. L’invasione del territorio del Donbass e la messa in atto di una minaccia diretta alla vita della popolazione locale, comporterà un grave squarcio, con conseguenze non pienamente preventivabili.
Questo lo scenario strategico, dove il rischio di una esplosione conflittuale destrutturante e devastante per l’intera Europa si svolge.
* CIVG, 29 aprile 2021