di MOWA
«Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l’impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi.»
(Giovanni Falcone)
Quanto sta accadendo alla Magitratura sembra la trama di un film, una fiction, quelle che oggi vanno molto di moda e che si suddividono in “stagioni” che guardiamo sugli schermi televisivi di casa in questo periodo di lockdown dovuto alla pandemia da Covid, ma, purtroppo, non è così. Inoltre nelle finzioni cinematografiche, solitamente, fanno vincere i buoni, ma nella realtà che stiamo vivendo non è così, i “buoni” sono sopraffatti dai “cattivi” che si celano sotto un manto di finto candore e che potrebbero provocare un danno irreparabile alla democrazia della Repubblica italiana. Un danno così immenso da far pensare allo “zampino” della massoneria (vedi il Piano di rinascita della P2) che aveva in sospeso dei colpi da portare a segno, in questo nostro Paese.
Se così fosse sarebbero ulteriori progetti destabilizzanti per la democrazia da parte della massoneria molto negativi nei confronti dello Stato italiano e che andrebbero ad aggiungersi a quanto messo in atto da inqualificabili protagonisti – che non si sono arresi nel portare a compimento i loro piani e che si sarebbero, persino, inventati iscritti ai sindacati reazionari come UGL – pur di promuovere squalificati attori nelle istituzioni sui modelli peggiori Sudamericani degli anni ’70-’80, dove viveva una sola regola: imbroglio, corruzione e brutale prepotenza. Ma, d’altronde, si sa che la massoneria piduista aveva (ha?) sempre tenuto i piedi ben saldi in quei paesi latino-americani tanto da aver avuto accreditato presso l’Ambasciata Argentina, in Italia, con le funzioni di Consigliere Economico e di Ministro Plenipotenziario per gli Affari Culturali Itinerante, tal Licio Gelli.
Detto ciò, emerge un evidente dilagato malcostume perché se la Magistratura, le Forze dell’Ordine, i giornalisti, le cattedre universitarie, i parlamentari, gli amministratori locali (con la burocrazia annessa), i medici, oppure, la gestione della sanità e della ricerca, i funzionari sindacali, ecc. ecc. sono intrise di codeste figure – che nulla hanno da spartire con la Costituzione e le leggi derivate – dislocate in punti strategici, capite che diventa difficile immaginare un paese normale.
Un paese che ambirrebbe a crescere senza dover dipendere da forme, seppur velate, di un laido clientelismo che si concretizza come moneta di scambio nelle varie logge massoniche e affini.
Quale futuro sereno potrebbe avere un siffatto Paese dove per poter esercitare i tuoi diritti devi passare dalla cruna dell’ago di un fovoritismo e non dalle proprie competenze?
Un esercizio del potere questo che è – si diceva – ben conosciuto nelle logge massoniche e che ha saputo estendere all’esterno rendendolo per molti quotidianità… Una pelosa quotidianità non digeribile per chi – giustamente – gradirebbe trasparenza sia nella pubblica amministrazione che nel complesso e articolato Paese dove il diritto dovrebbe stare alla pari con la moralità e l’etica.
Una dirittura morale che i comunisti del P.C.I. di Enrico Berlinguer avevano ben sperato e voluto perchè sapevano che non vi era altra strada per bloccare il degrado complessivo del Paese che così e a causa della corruzione (di cui la mafia è interlocutrice) perché si era insinuata in quelle pieghe d’equivocità dei partiti che ancor, oggi (anche se hanno cambiato nome), portano avanti come se nulla fosse mutato. Partiti odierni che hanno preteso (per sporca convenienza) la seconda Repubblica.
La domanda che ci si pone è: se queste persone sono state capaci di realizzare queste cose che altro saranno disposte a combinare?