di MOWA
«Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.» (Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, 1935)
La Palestina viene, pian piano, messa in soffitta per far posto ad un nuovo soggetto politico che, con la forza militare e l’inganno, sostituisce intere generazioni di autoctoni. Popolazioni autoctone (della Palestina ) che subiscono da decenni – come avviene in natura con la perdita di diversità genetiche naturali, dovuta alla distruzione di territori come le foreste tropicali pluviali ecc. per far posto all’industrializzazione delle pratiche agricole… – una inesorabile perdita di identità e che difficilmente riusciranno a conservare quelle tradizioni positive cresciute con l’esperienza stanziale.
Una palese aggressione ad un territorio messa in atto da autentiche forze occupanti con la scusa storica ( e dimostrata falsa da studiosi ) che non poteva in nessun caso sussistere ma che serviva ai capi dei governi israeliani come detto correttamente in altro post dal titolo Netanyahu e Trump globali diffusori di fake news
usare la non verità della Bibbia a scopi politici e quando si usano costantemente delle non verità in politica è dimostrato dalla storia che è il metodo migliore per spalancare le porte dell’inferno.
E che se si dovesse seguire quest’assurdo modo di ragionare non tenendo conto dell’evoluzione che c’è stata nel frattempo nell’area, anche gli egiziani potrebbero rivendicare dei diritti su Israele, per via delle origini egiziane.
Una ipotesi che non può reggere e che potrebbe “giustificare” a chiunque la pretesa di spazi da “rivendicare”.
Onestà intellettuale sarebbe ammettere che certi conflitti sorgono per tutt’altri scopi come l’appropriazione forzata di risorse naturali o, più semplicemente, per comodità commerciale, e altro, spesso, camuffato, da abili sciamani della menzogna, in guerre religiose.
E la Palestina non fu da meno di queste logiche.
Infatti, le teorie sioniste del giornalista ebreo ungherese naturalizzato viennese, Theodor Herzl, nel 1896, pubblicate in Lo Stato ebraico, sostenevano che per contrastare l’antisemitismo della cultura europea l’unica soluzione, per la sicurezza e la libertà del popolo ebreo, fosse quella di creare uno Stato-nazione. Queste teorie presero piede nell’appartamento di Yitzhak Ben-Zvi che era insieme ad altri sette nel settembre del 1907, a Jaffa, quando la Palestina faceva ancora parte dell’impero turco ottomano.
Ma chi era Yitzhak Ben-Zvi?
Un emigrato russo fuggito dall’impero zarista, un sionista pratico il quale non aspettò una patria che, a dir suo gli “spettava di diritto”, che si insediò con altri nuovi arrivati in Palestina (alcuni ex membri di movimenti rivoluzionari antizaristi della sinistra russa come Narodnaja volja – Volontà del Popolo, dedito al terrorismo e agli omicidi) e che diede vita alla prima forma di difesa del territorio. La loro prospettiva sionista era racchiusa nel motto: “La Giudea cadde nel sangue e nel fuoco. La Giudea risorgerà nel sangue e nel fuoco”. Diedero forma al primo esercito a difesa dei territori dando il nome del primo capo, Bar-Giora. Altri sionisti pratici arrivarono dalla Russia e dall’Est tra il 1905 e il 1914 (gli storici parlano di 35.000) con la prerogativa di insediarsi ad ogni costo e a qualsiasi costo tanto da modificare l’esercito Bar-Giora in altro denominato “il guardiano”, HaShomer che sviluppò capacità offensive. Tanto da punire i residenti arabi a volte picchiandoli, altre giustiziandoli. Ma HaShomer non esercitava forza solo con gli arabi ma, anche, verso gli stessi ebrei dissidenti. HaShomer diventato, poi, Haganah da dove uscirono persone che formarono l’organizzazione militare nazionale Irgun Zvai Leumi con l’acronimo ETZEL.
Ora non si vogliono raccontare le varie fasi dell’”evoluzione” del sistema di difesa/offesa dei sopraggiunti ebrei in Palestina se non per rilevare i vari sostegni, nel tempo, di alcuni Stati (come i britannici che avevano interessi in quell’area gregrafica) e le tecniche adottate per commettere omicidi selettivi, mirati verso tutti coloro che si frapponevano alla realizzazione dello Stato-nazione (compreso il fallito tentativo di assassinio del ministro britannico residente al Cairo, Walter Edward Guinness conosciuto come Lord Moyre tramite la clandestina Lehi che diede il suo primo ministro Yitzhak Shamir) pur di concretizzare l’eresia culturale come lo Stato teocratico di Israele.
Persone educate culturalmente non alla convivenza ma al terrorismo con la fanatica paura di perdere l’identità sionista più che ebrea, che ritengono l’unica via per la preservazione di quell’idea – per il ritorno del Popolo di Israele alla Terra di Israele ( nata dall’ultra nazionalista Avraham Stern) di eliminare (in senso lato vedi ordine in codice “Zarzir”) ogni residuale resistenza ideologica, compresi gli stessi ebrei che volevano una via pacifica in quelle aree geografiche, invece di chiedere un unico Stato laico che accolga tutte le diversità e che sarebbe elemento indiscutibile di pace.