Come un sogno può trasformarsi in incubo. Questo è quello che avranno, sicuramente, pensato i lavoratori della cooperativa Prestigio, che per la Ferrari si occupa di logistica, quando si saranno sentiti apostrofare – stante le dichiarazioni del sindacato Si Cobas e riportato nel testo del quotidiano sottostante – “esplicite minacce di licenziamento per chi intende anche solo partecipare a un’assemblea sindacale, un diritto sancito dalla legge” perché volevano parlare degli “stipendi ridotti, violazione dei protocolli anti-Covid e pagamenti ‘grigi’ in busta paga“.
Una bandiera con un colore di scuderia automobilistica bellissimo ma con un rosso che non ha nulla a che vedere con quello delle nostre bandiere… ma, certamente, carico di rabbia per aver negato un diritto costituzionale conquistato con la democrazia desiderata, soprattutto, dai comunisti con la Liberazione dal nazifascismo nella Resistenza.
Lo staff di iskrae
Ferrari, il caso dei lavoratori di una coop in subappalto: “Li minacciano di licenziamento se partecipano a un’assemblea sindacale” di Luigi Franco | 27 Maggio 2021
Quel che succede in uno stabilimento della Ferrari, per la Ferrari è una questione fuori dal proprio perimetro: “L’azienda è parte terza, parte estranea”, fanno sapere da Maranello sulla vicenda dei lavoratori del magazzino del vicino stabilimento ‘Scaglietti’ di Modena, ai quali è stata negata la possibilità di fare un’assemblea sindacale. Eppure ogni giorno sono proprio loro a scaricare e movimentare coi muletti le casse con l’alluminio e i componenti da trasformare nelle preziosissime scocche che poi verranno inviate nello stabilimento principale di Maranello. Qui diventeranno i bolidi di lusso che tutti sogniamo. Ma i lavoratori del magazzino, una ventina in tutto, non sono dipendenti del Cavallino rampante, bensì soci della cooperativa Prestigio che ha preso l’attività in subappalto dalla multinazionale della logistica Dsv, fornitore della Ferrari. Una catena dove ognuno cerca di massimizzare il proprio margine: “E questo si ripercuote sull’ultimo anello, quello più debole: i lavoratori”, denuncia Marcello Pini del Si Cobas, sindacato di base a cui si sono rivolti alcuni di loro. Ecco le accuse: “Stipendi ridotti per il mancato riconoscimento dei livelli contrattuali corretti, violazione dei protocolli anti-Covid, malattie non pagate, evasione fiscale e contributiva visto che ogni mese ci sono pagamenti grigi in busta paga fino a 600-700 euro”. Pagamenti grigi significa per esempio che in diversi cedolini degli ultimi anni, che ilFattoQuotidiano.it ha potuto vedere, una parte del compenso è giustificata come “rimborso chilometrico esente”, voce su cui la cooperativa non versa imposte e contributi pensionistici.
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