di MOWA
«La storia è vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità.» [Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis.] (Marco Tullio Cicerone)
Il caso del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’economia e delle finanze, Claudio Durigon, che aveva chiesto di titolare, a Latina, il parco pubblico ora dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino al fratello minore di Benito Mussolini, Arnaldo, non può passare inosservato o essere preso sottogamba perché è la chiave di volta per stabilire se l’Italia è un paese rispettoso della sua storia democratica recente oppure no.
Infatti, in Italia (e non solo), sono troppi gli anni in cui si è indifferenti al problema dell’insorgente cultura fascista tanto da non dire nulla o, peggio ancora, dare sponda come ha fatto Matteo Salvini e i suoi supporter, a tale fenomeno. Ed, allora sorgono delle ovvie domande da porsi rispetto a quest’ultimo caso Durigon.
La prima che ci sembra ovvia è quella di sapere se il deputato leghista Durigon, che ha giurato fedeltà alla Costituzione antifascista della Repubblica italiana, sia rispettoso del valore intrinseco della stessa, perché se così non fosse sarebbe spergiuro e non avrebbe mantenuto fede ai giuramenti fatti davanti al popolo italiano e al Presidente Mattarella che la rappresenta.
Troppi fascisti con cariche pubbliche hanno trasgredito questa regola e dovrebbero essere ripresi con la destituzione e – perché no! – perseguiti per aver dichiarato il falso in sede di giuramento istituzionale in quanto contravvengono alla legge del 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta legge Scelba) in materia di apologia del fascismo, che sanziona «chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». Non si possono alzare le spalluccie a tali gravità giuridico-culturale-istituzionale e tirare dritto come se nulla fosse accaduto.
Altra cosa che scandalizza è la faccia tosta di taluni personaggi che, una volta scoperta la loro reale appartenenza politica fascista, sostengono di non essere stati compresi, che gli altri hanno frainteso le loro dichiarazioni, dimostrando una indegna pusillanime visione delle cose, una trasecolante codardia che solo i bugiardi patentati possono manifestare e, purtroppo, questo mondo d’opportunismo è la loro carta d’identità, quello che intendono e vogliono dalla vita e quindi di loro non bisogna fidarsi, tanto più se coprono cariche istituzionali. Guai se le istituzioni continuano su questa strada del glissare o sottovalutare tali infidi soggetti pena la caduta della carta più importante che si ha a disposizione e cioè quella Costituzionale. Un brutto campanello d’allarme che dovrebbe mettere ognuno di fronte alla scelta se continuare in un sistema democratico come quello attuale oppure andare a passi da gigante verso un sempre più evidente presidenzialismo, anticamera della dittatura para-fascista.
Queste codarde figure che fanno dell’entrismo una modalità per demolire la Repubblica antifascista sostituendola con un rinascente sistema dittatoriale devono essere messe sotto la lente dell’osservatorio dei democratici per denunciarne la dannosa pervasività perchè non devono essere assolutamente giustificati sia di fronte alla giustizia che alla politica onde evitare lo stesso errore degli inizi del secolo scorso con Benito Mussolini che ha visto l’ abolizione del sistema elettorale una volta eletto.
Ripetere lo stesso errore non sarebbe solo stupido ma diabolico!
Foto di William Warby