di picchiorosso
Cari compagni
leggendo il titolo de Il Tirreno del 2 gennaio, si legge che è venuto a mancare il mazziniano-comunista e dottore Giuliano Lenci, il medico che soccorse Enrico Berlinguer quando fu “colto” dall’ictus durante il comizio a Padova il 7 giugno 1984.
Siamo sicuri che lo soccorse?
Ci domandiamo, a proposito dell’ibrido Lenci, come si può essere comunisti e mazziniani, quando è ormai storia risaputa che Marx ed Engels, fecero di tutto per espellere dall’Internazionale le formazioni filo-terroristiche come quelle mazziniane e anarchiche. Esperti più che di rivoluzioni sociali di omicidi selettivi, utili al capitale e alla corona britannica nelle loro manovre geopolitiche.
Ma torniamo ai soccorsi praticati a Berlinguer da questo medico-carbonaro. Stando a ciò che ha scritto Rocco Turi nel suo libro STORIA SEGRETA DEL PCI (Rubettino), nel capitolo 32, Epilogo: la strana morte di Enrico Berlinguer, sembra che Lenci piuttosto che soccorrere, abbia perso tempo, ritardando il ricovero in ospedale del segretario del Partito Comunista:
«Accanto al palco era presente un medico comunista che aveva partecipato alla guerra di liberazione, iscritto all’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), il prof. Giuliano Lenci, nonché primario dell’ospedale Busonera di Padova, il quale dalla prima siepe di folla avanzò immediatamente, lo soccorse e ordinò di portarlo subito in albergo, nella sua stanza già occupata al quarto piano dell’hotel Plaza. Berlinguer era sempre lucido e “ancora in grado di parlare, sia pur flebilmente e stentatamente” e scuoteva la testa alla domanda se gli fosse mai accaduto una cosa del genere. Le condizioni di Berlinguer erano tali che fu immediatamente escluso un ictus; altrimenti chi, quale medico si sarebbe accollato la responsabilità di accompagnarlo in albergo, piuttosto che in ospedale?
Il “Corriere della Sera” riportò l’opinione del prof. Lenci, secondo cui si sarebbe trattato di una “semplice congestione, dovuta al freddo o all’affaticamento”. Giunto in albergo, Berlinguer entrò sorretto dai dirigenti locali del partito, ma sempre lucido, lucidissimo, nonostante durante il breve tragitto in auto, in compagnia del prof. Lenci, fosse stato colto da tremiti e ancora da ulteriori conati di vomito. Berlinguer diceva: “non mi sento niente bene, ho un senso di forte nausea”. Nessuno pensò di trasferirlo immediatamente in ospedale. Molto strano! E’ possibile che il vecchio partigiano, il prof. Lenci, non si fosse accorto che era in atto un ictus cerebrale?
Dopo oltre due ore venne finalmente chiamata – e arrivò immediatamente in albergo – un’ambulanza per condurlo in ospedale, dove giunse “privo di sensi: L’emorragia cerebrale aveva spento in lui ogni forza. Era già entrato in coma”. Lo portarono in sala operatoria solo all’una di notte, circa 2 ore e mezza più tardi!».
Certo è che il sistema sanitario del nostro paese, e di conseguenza i medici che vi operano, hanno avuto ed hanno livelli di eccellenza, ma nella tragica vicenda che ha riguardato Enrico Berlinguer siamo, forse, al limite dell’omissione di soccorso.
Per approfondimenti sulla morte di Enrico Berlinguer vedi anche:
https://www.iskrae.eu/?p=1430
Riflessioni sulla morte dei tre segretari del PCI e la situazione attuale.
Tra le notizie che si ricavano dall’articolo c’è quella che il padre di Giuliano Lenci, Francesco, mazziniano storico, è stato uno dei fondatori della Domus mazziniana di Pisa e chi si è precipitato a far visita a questa centrale massonica quando è giunto in questa città nel 2011, Giorgio Napolitano. Colui che ha combattuto il comunista Berlinguer e che ha diretto la mutazione genetica del PCI in un partito di stampo liberale, come lo sono appunto i mazziniani.
Il Presidente della Repubblica Napolitano all’interno della Domus Mazziniana -foto Comune di Pisa
Addio al medico pisano che soccorse Enrico Berlinguer
Giuliano Lenci, ex partigiano, dal 1955 era emigrato a Padova dove fu anche primario di pneumologia
di Antonio Scuglia
Giuliano Lenci
02 gennaio 2014