di Giovanni Caruso
La strada che tagliava in due quel piccolo borgo di Romagna, una donna e un uomo, la percorrevano tirando un carrettino con tre uomini anziani uccisi bruciati nella casa del popolo dai fascisti.
La donna si chiamava Rosa e l’uomo Libero. Vestiti, con gli abiti da contadini. Lei una larga gonna, una camicia e un fazzoletto rosso al collo, lui con un paio di calzoni laceri e una casacca sporca da bracciante, un cappellaccio a larghe tese e un fazzoletto rosso al collo. Rosa urlava, tra le case del borgo “compagni e compagne uscite fuori dalle vostre case e urlate con noi i fascisti hanno ucciso tre compagni contadini! Aprite le finestre uscite le bandiere rosse!”
Ma tutto taceva e loro continuarono la processione per la libertà. Libero ad un tratto si fermò e disse a Rosa: “Ascolta! Ascolta, senti?”
In lontananza delle note suonate da una banda riempivano l’area. Rosa capì subito e pianse quando vide la banda seguita dal popolo contadino. “Si, adesso sento è il nostro inno, è il nostro inno l’internazionale socialista”.