L’ex terrorista nero Delfo Zorzi, coinvolto nella inchiesta sulla strage di Piazza Fontana e allora latitante per l’Italia, controlla anonimamente decine di aziende, catene di negozi e proprietà dall’Italia alla Svezia, Francia, Svizzera e Giappone.
L’inchiesta internazionale ‘Panama Papers’ con l’Espresso per l’Italia, questo filone approfondito da Paolo Biondani, Leo Sisti e Scilla Alecci.
Intrecci finanziari e non solo. Ad esempio, il telefonino anonimo usato durante la latitanza per comunicare con un leader di Forza Nuova.
Delfo Zorzi in una vecchia foto segnaletica
Il protagonista
Delfo Zorzi, ex terrorista dell’organizzazione nazifascista Ordine Nuovo, emigrato negli anni ’70 a Tokyo, dove è diventato milionario, ha sposato una ricca ereditiera e ha acquisito la cittadinanza nipponica con il nuovo nome di Hagen Roi.
La cassaforte del dio Thor
Thor Trust, è la tesoreria anonima, intitolata al dio vichingo, con base a Panama, cassaforte dell’intreccio azionario che controlla catene di negozi di abbigliamento, aziende di prodotti in pelle, imprese di import-export della moda italiana, stabilimenti e proprietà immobiliari, da Milano a Venezia, dalla Svezia al Giappone, dalla Svizzera alla Francia.
I Pandora Papers
I documenti riservati ottenuti dal consorzio giornalistico Icij e in Italia dall’Espresso indicano come «protector» del Thor Trust (unico rappresentante dell’anonimo proprietario), uno dei più importanti avvocati elvetici: Gian Giorgio Spiess, famoso in Italia soprattutto perché è stato lo storico legale svizzero di Licio Gelli. Spiess a Lugano ha fatto parte dell’assemblea legislativa e dell’esecutivo e ha rivestito cariche di rilievo in società e fondazioni, anche nel calcio europeo, comitato esecutivo della Uefa.
Anonimo miliardario e Svizzera distratta
Il Thor Trust è al vertice di una piramide di offshore che controllano aziende e proprietà in Europa e in Estremo Oriente. E a gestire tutto, è la Fidinam di Lugano, che lavora per Delfo Zorzi almeno dal 2001. Lui, dal 1997 era ricercato con mandato di cattura internazionale, incriminato a Milano nell’ultima indagine sulla strage di piazza Fontana. Il 30 giugno 2001 è stato condannato in primo grado all’ergastolo.
In Svizzera la Fidinam ha iniziato a gestire la sua offshore due mesi dopo, nell’agosto 2001. Ma lo ha registrato come cittadino giapponese, con il nome di Hagen Roi, dimenticando la sua prima identità di latitante.
La Strategia della tensione
In Italia Delfo Zorzi è stato poi assolto in appello, nel 2004, per insufficienza di prove e nel 2005 la conferma della Cassazione. «Il suo ex capo, Carlo Maria Maggi, leader dell’organizzazione nazifascista Ordine Nuovo nel Triveneto, è stato poi condannato in via definitiva come organizzatore della strage di Brescia (28 maggio 1974, otto morti e 102 feriti) insieme a un collaboratore del Sid, il servizio segreto militare allora dominato dalla P2, che era ancora segreta», sottolinea l’Espresso.
Abbigliamento nero
Nel 2005 il giornalista Alessandro Gilioli indica l’ex terrorista nero come il vero proprietario di alcune aziende italiane di abbigliamento, tra cui la catena Oxus, che tra l’altro aveva un negozio, concesso in affitto a prezzo molto basso dal Comune di Milano, nella prestigiosa Galleria di fronte al Duomo. Giunta di centrodestra che allora governava Milano, e polemiche.
Galassia offshore
Ora i Pandora Papers confermano quelle informazioni e allargano il quadro, facendo luce sulla catena di controllo di decine di società estere che fanno capo a Delfo Zorzi. I dettagli sull’Espresso. Sintesi estrema da parte nostra, le permanenti tracce neofasciste. Il marchio Hobbit: nel mondo dell’estrema destra questo nome, tratto dai romanzi di Tolkien, richiama i «campi Hobbit», i raduni dei giovani neofascisti organizzati a partire dagli anni ’70.
Rete del ‘soccorso nero’
La rete di offshore di Delfo Zorzi è servita anche a tenere i rapporti con altri ex terroristi di destra latitanti all’estero. Intercettazioni giudiziarie nel 1997 documentano che Zorzi, anche mentre era ricercato per la strage di Piazza Fontana, continuava ad avere rapporti strettissimi con alcuni neonazisti romani. E con un capo storico dell’eversione nera, che allora era latitante a Londra: Massimo Morsello, condannato per terrorismo e banda armata insieme a Roberto Fiore, con cui nel 1997 ha fondato Forza Nuova.
Da Terza Posizione a Forza Nuova
L’antiterrorismo denuncia l’esistenza di «una struttura ramificata in più Stati: una Internazionale Nera che finanzia gruppi europei di estrema destra e fornisce supporto logistico per la latitanza all’estero di terroristi neofascisti italiani». Negli ‘anni di piombo’, Fiore e Morsello erano i leader romani di Terza Posizione, l’organizzazione nazifascista da cui è nato il gruppo stragista dei Nar. Sfuggiti all’arresto, i due terroristi di destra hanno trascorso quasi vent’anni di latitanza a Londra, dove sono diventati milionari affittando alloggi e posti letto per studenti.
Prescrizione e rimpatrio
Rimasti liberi, sono riusciti a far cadere in prescrizione le loro condanne definitive e alla fine degli anni ’90 sono rientrati in Italia, accolti come leader da centinaia di neofascisti. Morsello è morto nel 2001, mentre Fiore è tuttora il leader del movimento neofascista, che da qualche mese cavalca le proteste contro i vaccini e nei giorni scorsi ha scatenato la giornata di violenze a Roma e dell’assalto squadrista alla sede Cgil.
25 Ottobre 2021