Da Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze
In questa nostra vicenda abbiamo spesso l’impressione di avere a che fare con teatranti. E di pessima fattura. Ci mostrano slides con dati generici, recitano la loro parte, dicono quello che il padrone ha scritto sul copione.
E si preparano a un nuovo giro di trucchi scenici: questa volta il tema con cui provare ad abbindolare il pubblico è quello dell’advisor, come annunciato sulla Nazione di oggi. Ma su questo tema, torneremo.
E poi c’è il teatro. Come luogo pubblico, di discussione, di arte, di ritrovo. Domani sera al Teatro Puccini di Firenze, h 20.30, noi proveremo, insieme a tutti voi, ad essere intelligenza collettiva. E ci sembra che un teatro sia la cornice più adeguata per questo quadro.
E infine c’è il teatro, come arte. Con le sue compagnie, i suo collettivi, i suoi tecnici, chi scrive, chi recita, chi vi lavora in tutte le forme. Tra questa nostra lotta e il mondo del teatro si è creato un legame empatico.
Forse perché la resistenza, il cambiamento, la lotta sono prima di tutto enormi sforzi artistici e creativi.
Così ad esempio ieri sera eravamo in un centinaio alla prima fiorentina dello spettacolo Storie di Stefano Massini al Teatro la Pergola. Stefano ha inserito a sorpresa un pezzo nello spettacolo che allude alla nostra vicenda. Ma al di là di questo, per noi è stato un ulteriore momento di ritrovo, una vicinanza collettiva a chi ci è stato vicino sin dall’inizio con la sua arte. Ci siamo lasciati cullare e ci siamo cibati di emozioni. Perchè il primo requisito per continuare a lottare è non farsi mai vincere dal cinismo o dal vuoto.
O, altro esempio, abbiamo avuto qua con noi per diversi giorni la compagnia di Kepler-452 . Erano qua per parlarci, conoscerci, ragionare sullo spettacolo che stanno preparando. Secondo noi sono agenti della Digos mandati in incognito a usare il teatro per conoscere le lotte sociali. Ma poi evidentemente hanno imparato così bene il loro mestiere e si sono così innamorati della bellezza di quello che stavano facendo, che si sono dimenticati chi li aveva mandati in missione. Stiamo scherzando, ovviamente. Ma potrebbe essere una storia.
E soprattutto ci sono tante compagnie teatrali che ci hanno chiesto di rappresentare al presidio spettacoli riguardanti il mondo del lavoro. E noi ne saremmo ben lieti. Però, forse, è arrivato il momento di rimettere al centro proprio il teatro e che questa nostra visibilità serva a beneficiare luoghi e mondi pesantemente colpiti dalla pandemia (o meglio dalla gestione della pandemia).
Per questo vorremmo lanciare l’ #insorgiamo tour nei teatri della zona, rigirando tutte le proposte di spettacoli che abbiamo ricevuto al presidio direttamente nei circoli e nei teatri. Fabbriche aperte e teatri pieni.