di MOWA
«Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.»
(Charles Louis de Montesquieu)
Ci si chiede se tutte quelle atrocità commesse da alcune persone su altri esseri umani in molti paesi siano, solo, frutto di una probabile personale frustrazione o se, invece, siano dovuti ad un mirato addestramento militare voluto da taluni soggetti, con finalità di dominio.
Per chiarire meglio si possono mettere in risalto una serie di esempi di atti schizofrenici compiuti da militari, come quelli ad opera dei c.d. esportatori di “democrazia” in altri paesi, che arrivano, poi, a congedare dall’esercito un soldato per aver malmenato lo stupratore di un bambino afgano.
Militari nel cui manuale di addestramento troviamo cose terribili, come ha preteso di chiarire il Presidente del Tribunale di appello della Corte penale internazionale (International Criminal Court, ICC), Piotr Hofmanski, che lo scorso anno aveva dato il seguente mandato ufficiale:
“La procuratrice [Fatou Bensouda ndr] è autorizzata a iniziare un’inchiesta sui presunti crimini compiuti sul territorio afghano a partire dall’1 maggio 2003, così come su altri presunti crimini legati al conflitto armato in Afghanistan”.
Sono emersi tragici episodi come quelli avvenuti su Habibullah e Dilawar, che furono picchiati e incatenati al soffitto fino alla morte nel 2002, e, si è poi scoperto, che non furono casi isolati ma l’inizio di una lunga scia di violenze, spesso gratuite e sadiche. Cita, infatti, la cronaca nel merito:
“Violenze che i militari americani avevano imparato negli addestramenti, in cui il sadismo era parte del tipo di educazione da introiettare. In Afghanistan si sono comportati più o meno come in Vietnam.” [1]
Un esercito (non necessariamente in uniforme), quindi, fatto su misura e agli ordini di quel meanstream poco trasparente (e reticente alla sostanza culturale democratica), esercito che commise azioni illecite che vanno a vantaggio dei potenti; una sorta di esercito di “automi” privati di emozioni perché devono raggiungere quel risultato finale come paradigma sistemico che modifichi nei paesi dominati il punto di vista, il pensiero, gli atteggiamenti, le credenze o le emozioni della popolazione.
Ma qual è l’elemento principale perchè questi individui possano agire indisturbati?
L’elemento carsico essenziale, la componente ideologica di dominio di quel meanstream è, sicuramente, la segretezza delle informazioni su cosa abbiano fatto, fanno o hanno intenzione di fare, motivo per cui non gradiscono rispondere sia alle strutture ufficiali internazionali come la citata Corte penale internazionale (International Criminal Court, ICC) che alle varie organizzazioni investigative come avvenuto, ad esempio, contro WikiLeaks, di Julian Assange (che si deve tutelare), organizzazioni che sono state in grado di svelare, all’opinione pubblica, i piani criminali con uccisioni, in casa loro, di popolazioni inermi e innocenti.
Quello spregio verso gli organismi internazionali (voluti e condivisi dagli Stati) e il non voler rispondere su cosa sia accaduto o sulle, eventuali, intenzioni nei paesi occupati da parte di quell’humus massocapitalistico, fa ben capire le reali intenzioni di quel gruppo ristretto di soggetti e come intendano proseguire le loro azioni verso i miliardi di abitanti di questo Mondo. La dimostrazione di come costoro agiscano in modo malevolo ed egoistico verso la comunità mondiale è ben chiara nelle dinamiche utilizzate, nell’ostracismo verso tutte quelle politiche di ampliamento della tutela per la salute pubblica come con il diniego alla più ampia diffusione del vaccino contro il Covid-19; e per fare ciò, alimentano (e, sicuramente, finanziano) quell’esercito, non necessariamente in uniforme, di no-vax e no-green pass e aggrediscono la buona informazione che, invece, diffonde la scienza a tutela del bene più prezioso per gli esseri viventi: la salute.
Ma come si destabilizza un Paese, e chi sono, da dove arrivano, chi, probabilmente, li manovra questi arruffapopolo che prendono di mira sedi sindacali, giornalisti d’inchiesta ecc. col solo fine di destabilizzare e distrarre da argomenti di consolidamento delle basi democratiche?
Si leggono sui media, ad esempio in Italia, le continue e inarrestabili coperture di talune figure come ad esempio quelle di Forza Nuova (molti ieri di Terza Posizione), oppure dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Brigate rosse, ecc. e si preserva per costoro una smisurata agibilità politica senza confini nei vari Stati (da quelli più progressisti sino a quelli che dovrebbero essere antagonisti es. Israele) che si ritrovano sotto una stessa bandiera, quella del “caos”, terreno prediletto di guerra degli schieramenti militari atlantici. Troviamo un personale (non necessariamente in uniforme militare) che si presta a commettere azioni come è avvenuto, ad esempio, in Norvegia, il 22 luglio 2011, a Utøya, dove è stata compiuta una strage di una ferocia inaudita senza che i servizi di intelligence facessero nulla per evitarla, mentre in quel periodo era, guarda caso le coincidenze, alla guida del paese come primo ministro quel Jean Stoltenberg divenuto due anni dopo segretario della più terribile macchina da guerra del Mondo: la NATO. Per rinverdire la memoria su quanto accadde si rimanda all’ottimo film descrittivo di Paul Greengrass dal titolo: 22 luglio. Si invita, anche, a prendere visione di un altro bel film dal titolo: Je suis Karl, di Christian Schwochow, Luna Wedler e Jannis Niewöhner che descrive come vengano usate alcune tecniche di coinvolgimento di persone ignare, in azioni terroristiche che ricordano quelle verso l’attacco alla sede sindacale come molte altre avvenute nei giorni o negli anni precedenti. Se, poi, le confrontiamo anche con quelle passate, come, ad esempio, quella della bomba in piazza Fontana o alla alla Questura di Milano e molte altre le “coincidenze” sono disarmanti, e bisogna prenderne, come democratici, le distanze e rimettere in moto quel processo collettivo di chiarezza e di analisi che sbugiardi le manovre destabilizzatrici di quell’impianto massocapitalistico che domina all’interno delle Istituzioni della nostra Repubblica antifascista nata dalla Resistenza e che con un paradigma barbaro e criminale ha, persino, ucciso servitori dello Stato come Falcone, Borsellino e con loro gli uomini della scorta. Non ci sono, altre, scorciatoie o scappatoie per avere un Paese libero e liberato dai farabutti di ogni calibro e dai vari “pifferai” di turno.
foto di geralt / 23527