di MOWA
«Il fascismo è ovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità di esprimere ed attuare la sua volontà.»
(Primo Levi)
Cosa sta succedendo in Italia da qualche decennio senza che vi sia più l’intelligenza per capirlo? Stiamo assistendo ad un tracollo della democrazia come la si è conosciuta e assaporata dopo la Liberazione dal nazifascismo avvenuta grazie alla Resistenza.
Un paese (l’Italia) che ha dato alla luce una Costituzione tra le più invidiate al Mondo sia in evoluzione che in progressismo.
Com’è possibile non comprendere che anche le pessime e gravi modifiche ai programmi scolastici, fatte da servili emissari dell’ignoranza, hanno contribuito ad alimentare quella sacca incosciente generazionale che, oggi, inneggia ad una dittatura nazista o fascista perché non sa cosa sia stata realmente?
Una massa di servili emissari dell’ignoranza ha lavorato nel concreto sulle debolezze delle nuove generazioni trovando terreno fertile per la creazione di un deja vù storico, manipolando in tal modo coloro che diverranno genitori, professori, magistrati, politici, giornalisti, imprenditori… e, poi, magari, faranno passare sentenze giudiziarie basate su “nuove” leggi che influiranno sulle famiglie, che faranno notizia e agevoleranno solo gli industriali, ecc. ecc. Le premesse sembrano esserci quasi tutte e somigliano ad una carta carbone dei primi anni del secolo scorso con manifestazioni di camicie nere sguinzagliate tra i vari problemi sociali creati da un manovratore (e finanziatore) massocapitalistico con lo scopo di alimentare il disagio pro domo loro.
Sembrano, persino, sorprendenti le posizioni di molti ignoranti che siedono nelle istituzioni e che non hanno fatto un lecito parallelismo di quanto detto nel secolo scorso ed esattamente il 16 novembre del 1922, in Parlamento, da Mussolini che chiedeva la fiducia, con il famoso discorso del “potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli…”, con quanto occorso nella stessa sede dopo l’assalto al sindacato della CGIL a Roma da parte di manutengoli fascisti. Vige, oggi, l’incapacità di reazione ad un così disastroso scenario socio-economico e manca un solido partito dei lavoratori che sappia cogliere e convogliare il disagio verso una risposta univoca e a difesa della Costituzione dei veri produttori della ricchezza nazionale bistrattati e trattati come nuovi schiavi.
Tra i primi passaggi di incitamento ad una politica non democratica in Italia, dopo l’eliminazione del P.C.I. da Gramsci a Berlinguer, sono state le modifiche costituzionali che hanno messo le premesse, con il maggioritario, per un allontamento dalla rappresentatività della popolazione con le prevedibili successive (in senso restrittivo e reazionario) varie richieste di cambiamento oligarchico che stanno spingendo verso un presidenzialismo, anticamera dello smantellamento dell’attuale Costituzione sociale.
Un sistema oligarchico ottenuto grazie all’opportunismo di un’ideologia reazionaria che corre in supporto della massoborghesia e che cavalca, vergognosamente, con lodi le Forze dell’ordine, ma, che, poi, le aggredisce brutalmente, e per questo basti citare quanto accaduto durante l’ultimo assalto alla CGIL o, giusto per ricordarne due passate l’aver fatto saltare in aria, con bombe a mano, il 12 aprile 1973 a Milano, l’agente di P.S. Antonio Marino, o il 5 febbraio del 1981, mitragliati, a Lungargine Scaricatore (Padova), i carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese. Ma la lista di uccisioni dei servitori dello Stato o di cittadini innocenti da parte di un prezzolato fascismo (fatto a strati per utilità politica per non essere perseguito dalle leggi), sarebbe lunghissima e ormai caduta nell’oblio mnemonico, grazie all’ausilio di leggi compiacenti che spingono in tal senso.
Se volessimo approfondire storicamente la cultura fascista e le simpatie per le divise dovremmo, anche, dire che furono gli stessi che mandarono a morire nelle varie guerre un numero spropositato di italiani.
Si veda come la cultura dei prezzolati fascisti abbia compiuto del revisionismo storico anche con uno strumentale vittimismo sulle vicende accadute al confine del Nord-Est italiano arrivando anche a privare alcune stimate case editrici dell’opportunità di esposizione ponendo delle illegali censure. Non hanno bruciato materialmente i libri ma tant’è che…
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