Si deve cambiare il modello di civiltà e bisogna muoversi verso un modello alternativo al capitalismo, un modello che è l’orizzonte civilizzante del Vivere Bene in armonia con la Madre Terra.
Il sistema globale capitalista, basato su un consumismo senza limiti e sullo sfruttamento irrazionale della natura e dello spazio atmosferico, non può risolvere la crisi climatica.
I Paesi sviluppati stanno semplicemente guadagnando tempo senza alcun senso di responsabilità verso l’umanità e la Madre Terra.
Costruiscono discorsi dove appaiono come i campioni della lotta climatica con il tema “del bilancio delle emissioni entro il 2050”, ma sono molto lontani dal dire la verità.
I Paesi sviluppati cercano di promuovere un nuovo processo di ricolonizzazione mondiale che possiamo chiamare il “nuovo colonialismo del carbonio”, dove stanno imponendo le nuove regole del gioco per continuare ad alimentare il nuovo sistema capitalista, cosiddetto verde, addolcendolo in apparenza e promuovendo che i Paesi in via di sviluppo debbano accettare queste regole del gioco senza discutere, senza poter proporre qualsiasi opzione alternativa.
La soluzione alla crisi climatica non sarà raggiunta con più capitalismo verde e più mercati globali del carbonio.
In Bolivia lo stiamo già facendo, attraverso la preparazione di uno sviluppo razionale con rispetto dell’ambiente con obiettivo 2030, che include acqua, energia, industria ed agricoltura e speriamo di raggiungere presto accordi con la cooperazione internazionale per migliorare i mezzi di attuazione per il compimento di questi obiettivi del nostro sforzo nazionale.
Se le attuali generazioni non risolvono la crisi climatica, sarà un fardello molto pesante e impossibile da risolvere per le generazioni future”.
(Nostra traduzione)
Questo il discorso pronunciato ieri dal presidente socialista boliviano Luis Arce alla conferenza sul clima iniziata a Glasgow in Scozia.