di MOWA
«Molti oggi parlano dei giovani; ma non molti, ci pare, parlano ai giovani.» (Papa Giovanni XXIII)
Sembra, stante l’analisi dell’Eurispes del 2021, che i giovani italiani non abbiano perso la fiducia nel futuro, nonostante, l’epidemia da Coronavirus e «la mancanza di stabilità, l’aumento della disoccupazione e il calo dei redditi.»
Può sembrare un paradosso, visto che gli stessi intervistati manifestano (rispetto all’anno 2019 una soddisfazione al 57,4%) il desiderio di cambiare il proprio futuro professionale «principalmente verso un’impresa privata (23,6%) piuttosto che in una struttura pubblica (11,6%) e che il 13% rinuncino a programmare ogni ricerca di lavoro», e che un quarto di essi desidereri avviare un’attività in proprio (24,9%).
Giovani, le cui famiglie, per dare loro la possibilità di avere un’istruzione, sono state, addirittura, costrette a rinunciare (o hanno dovuto ritardare), alle spese per la casa (sostituzione di arredi/elettrodomestici 34,5% e riparazioni/ristrutturazioni 34,2%, pagato le bollette con forte ritardo, 22,4%) oppure sono state indotte a chiedere un prestito bancario (15,1%), o peggio ancora, «ricorrere al sostegno economico della famiglia di origine» (28,5%), mentre «il 14,8% ha chiesto aiuto ad amici, colleghi o altri parenti».
Insomma, non propriamente un paese che manifesti benessere, gli italiani dimostrano un calo complessivo di fiducia nei confronti delle Istituzioni (dal 24,9% del 2020 al 32,5% del 2021), Parlamento compreso, per le scelte politiche complessive ma non comprendono che sono proprio le modifiche al sistema elettorale (da proporzionale puro a maggioritario) e alla Costituzione che hanno influito massicciamente sulla perdita del loro protagonismo sociale.
Le stesse crisi economico-finanziarie che si ripercuotono sia sull’occupazione che sulla stabilità generale sono da attribuirsi ai vari protagonisti che oggi, vorrebbero andare ad occupare la poltrona di Presidente della Repubblica e che sono stati in carica al Governo, hanno legiferato e legiferano proprio contro le conquiste sociali ottenute dagli oppressi negli anni in cui vi era un soggetto politico adeguato ai loro bisogni e che, oggi, purtroppo, disperano vedendo solo soluzioni pasticciate senza avvenire.
In conclusione una minima consapevolezza, questo sondaggio Eurispes sugli italiani, la rileva nel constatare che gli intervistati riconoscono che, per avere un’esistenza minima di comodità e senza tensioni inutili, dovrebbero arrivare ad un reddito mensile di 2.349 euro ma che, stante gli attuali paradigmi proposti dal modello liberista, questa sia una soglia assai lontana per la stragrande maggioranza della popolazione occupata.
da una foto di OpenClipart-Vectors / 27384