Secondo il SVR (Servizio russo di intelligence esterno, Служба внешней разведки), la CIA starebbe ripristinando i contatti con gli jihadisti del nord della Siria. Li starebbe reclutando per attaccare sporadicamente l’Esercito Arabo Siriano.
Al vertice di Ginevra di giugno 2021 il presidente Joe Biden aveva riconosciuto la sconfitta degli Stati Uniti in Siria e si era impegnato a cessare ogni intervento nel Paese. Aveva inoltre riconosciuto che la Siria è protetta dalla Russia. Oltre a ciò, aveva accettato la messa in funzione del gasdotto Nord Stream 2 a un prezzo del gas leggermente superiore a quello praticato abitualmente dalla Russia, a titolo d’indennizzo dei danni di guerra.
Nel contesto della proposta russa di un Trattato che garantisca la pace Washington sta ora considerando la possibilità di tagliare il gasdotto e di rilanciare le operazioni jihadiste.
L’eliminazione, il 3 febbraio a opera di un commando USA, del califfo di Daesh Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi ne ha permesso la sostituzione con un capo più docile.
Il 5 febbraio in Qatar si è tenuta una riunione presieduta dell’ex presidente del consiglio dei ministri siriano, Riad Hijab, cui hanno partecipato responsabili della Fratellanza Mussulmana. La riunone ha portato a una ripartizione dei compiti tra diversi gruppi jihadisti e think tank USA.
Rachele Marmetti