di MOWA
«I veri geni del comico non sono coloro che ci fanno ridere di più, ma coloro che svelano una zona sconosciuta del comico.» (Milan Kundera, L’arte del romanzo, 1986)
Il Mondo sta cambiando in peggio e questa realtà è sotto gli occhi di tutti.
Un Mondo, i cui abitanti, faticano a far prevalere la ragione come parametro bilanciatore sulle iniquità, le ingiustizie, le disuguaglianze… Un mondo che si fa ingannare da prezzolati manipolatori che volontariamente stanno portandolo alla distruzione.
Una delle ultime vergogne è quella del parvenu della politica, che di mestiere faceva (e continua a fare questa volta per tutti) il comico, ed ora aizza le folle durante i vari collegamenti video capaci di ipnotizzarle e ottenere, nientemeno, standing ovation dal Congresso USA o dal Parlamento europeo sul problema ucraino. Una fascinazione generale che ha, però, un segreto dietro le quinte dei suoi discorsi e, cioè, uno staff di sceneggiatori che sta imbarazzando il mondo della comunicazione, come sottolineato dalla giornalista della Rai, Tiziana Ferrario, che conclude un articolo con una ragionevole riflessione sul quotidiano “la Voce di New York”, perché “Dietro i discorsi sensazionalistici dell’ucraino Zelensky c’è l’abile mano di un’équipe di sceneggiatori TV. Ma fare la guerra è diverso da fare televisione”:
«A noi cosa toccherà? Ai parlamentari italiani vorrei ricordare che nelle loro mani c’è la nostra vita. Serve sangue freddo, molta razionalità, tanto studio, e una guerra mondiale da evitare. E niente serie TV – distraggono.» [1]
Abitanti di questo pianeta che – in buona parte – non hanno imparato nulla dai paradigmi negativi del passato in cui le abilità comunicative dei nazi-fascisti, sapevano riempire le piazze di potenziali vittime umane, stregate con la retorica, da mandare in guerra.
Un mainstream della cominicazione occidentale che non gradisce che qualcuno si possa ribellare ad un irregimentamento che impone “vellutatamente” l’omissione, il travisamento, ecc. pena l’esclusione come avvenuto ad es. a Marc Innaro da Mosca.
Un guanto “di velluto” omissivo occidentale che bolla altri Paesi di censura ma che, in realtà, è il primo ad applicarla abbandonando più che cinicamente bravi professionisti della comunicazione come avvenuto a Julian Assange che ha avuto la sola “colpa” di avere una deontologia tale da informare il Mondo delle malefatte dei criminali; gli stessi che, ora, lo hanno punito con un’arbitraria e dura detenzione.
Un sistema comunicativo occidentale viziato a cui si era ribellato il giornalista tedesco Udo Ulfkotte con il libro “Giornalisti comprati” per concludersi con le strane morti dei testimoni e dello stesso autore.
Gravi complicità verso un sistema massocapitalistico che, ora, qualcuno, si accorge capace di usare tutti i mezzi necessari per spingere la popolazione ad odiare e andare verso la guerra e non, invece, in direzione di soluzioni diplomatiche nel conflitto russo-ucraino.
Sceneggiatori ,come Andriy Yermak, oggi, vice capo dell’Ufficio del presidente, che opera dietro le quinte di Volodymyr Zelensky, che si sono resi corresponsabili di un disastro umanitario tale da equipararli al delfino della comunicazione di Adolf Hitler in quanto è, anche, grazie al loro contributo che il reggente ucraino è riuscito a diffondere il germe della cultura nazista in molti ambiti e, ha creato le premesse per far dimenticare il colpo di Stato del 2014 con la strage di Maidan e le migliaia di uccisioni nel Donbass di cui nessuno parla (o ha parlato) con la dovuta onestà, generando un mostro mnemonico: l’oblio generale che fa arrivare, addirittura, ad appaludire il nuovo orwelliano Presidente.
Ci si domanda se siano state casuali e non, invece, programmate le deliberazioni europee sull’oblio, sull’equiparazione nazismo-comunismo… e che, oggi, vengono esibite come biglietto da visità di condanna a chi respinge l’insorgente programma reazionario.
Se le previsioni del giornalista, Thierry Meyssan, nel suo articolo «Una banda di drogati e neonazisti» fossero esatte, allora si cadrebbe dalla padella alla brace, come ben spiegato nell’analisi di Franco Fracassi e non ci farebbe sperare nulla di buono.
foto di Tumisu / 1177