28 aprile 2022
“La parola pace è censurata. L’informazione non esprime la varietà di posizioni presenti tra l’opinione pubblica. La maggioranza contraria all’invio di armi viene sistematicamente ignorata,” dicono il conduttore televisivo Michele Santoro e il celebre vignettista Vauro Senesi, organizzatori di un evento mediatico controcorrente e completamente autofinanziato attraverso il crowdfunding, intitolato “Pace Proibita”.
“Per i media,” proseguono i due organizzatori, “non c’è alternativa alla guerra, che giornali e tv rappresentano come uno scontro tra buoni e cattivi, dove la somma degli orrori cancella il ‘chi, dove, come, quando e perché’. Il sangue delle vittime deve chiamare altro sangue per giustificare la necessità di una sconfitta definitiva dell’aggressore. È ora di dire basta alle armi e di agire in maniera nonviolenta, a partire dall’accoglienza dei profughi di ogni guerra. Creiamo una comunità determinata a far sentire la propria voce.”
Parteciperanno a “Pace Proibita” Luciana Castellina, Ascanio Celestini, Emily Clancy, don Fabio Corazzina, Jasmine Cristallo, Fiammetta Cucurnia, Donatella Di Cesare, Sara Diena, Elio Germano, Sabina Guzzanti, Fiorella Mannoia, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Michele Santoro, Vauro Senesi, Cecilia Strada e Marco Tarquinio.
Bucare lo stra-dominio dell’Informazione Ufficiale non sarà un compito facile. Infatti, nessun giornale mainstream (tranne per l’Avvenire) o programma tv ha finora accettato di parlare di “Pace Proibita”, tant’è vero che, per sapere le modalità per vedere l’evento dal vivo o in streaming, bisogna andare sul sito personale di Vauro (cliccare qui).
Gli attivisti di FREE ASSANGE Italia saranno pure presenti a “Pace Proibita” in quanto anche il caso di Julian Assange c’entra direttamente con i mass media e con la loro “guerra contro la pace”.
“Per poter sfuggire al Pensiero Unico imperante che cerca di venderci le sue guerre,” dicono gli attivisti, “abbiamo bisogno di giornalisti investigativi che siano realmente indipendenti. Abbiamo bisogno, non di uno, ma di cento, mille Julian Assange – che siano protetti, però, da una Giustizia che non tollera la persecuzione giudiziaria da parte di governi vendicativi.”
“Per questo,” concludono gli attivisti, “dobbiamo chiedere che Julian Assange non venga estradato negli USA dove rischia 175 anni di galera, solo per aver voluto tenerci informati. La Ministra degli Interni britannica sta per firmare l’ordinanza: mobilitiamo l’opinione pubblica per dirle di non firmarla e di liberare Assange.”
Gli attivisti distribuiranno, fuori dal teatro, il volantino che si può vedere in anteprima cliccando qui.