L’esordio del primo capo di Stato di sinistra a Bogotà, che rompe subito un tabù: «È arrivato il momento di accettare questa verità. La lotta alla militare droga così come è stata combattuta, in 40 anni ha provocato la morte di un milione di latinoamericani, mentre 70 mila nordamericani muoiono di overdose ogni anno. Questa lotta ha rafforzato le mafie e indebolito gli Stati»
‘Oggi inizia la nostra seconda possibilità’
Gustavo Petro, primo presidente di sinistra nella storia della Colombia davanti a centomila persone giunte a Bogotà da ogni angolo del Paese per assistere alla cerimonia di insediamento. Una pausa che sembra non finire mai; poi alzando la voce, aggiunge: “Ce lo siamo guadagnati”. Il riferimento non è causale.
Presidente guerrigliero
Il neo presidente, ex guerrigliero del gruppo M-19, ha promesso di riunificare il paese, cambiando radicalmente approccio sul narcotraffico. Ha poi sottolineato come il suo governo interverrà per ridurre le diseguaglianze e combattere i cambiamenti climatici.
Ondata riformatrice
Sembra ci sia una nuova ondata riformatrice e di sinistra in sud America. Dopo l’elezione di Gabriel Boric come presidente del Cile, anche in Colombia ha vinto una coalizione di sinistra. Il neo presidente prende il posto del conservatore Iván Duque Márquez. Grande novità è anche l’insediamento della prima vicepresidente donna e nera della storia del paese Francia Márquez.
Economista combattente
Petro, 62 anni, è stato sindaco di Bogotà e si era già candidato due volte alla presidenza della Colombia. Economista di professione, senatore e leader della coalizione di sinistra Pacto Histórico, il neo presidente in gioventù ha fatto parte del movimento rivoluzionario armato Movimento 19 aprile (M-19).
‘Movimento 19 aprile’
Il movimento era particolarmente attivo tra gli anni Settanta e Pttanta. Finché nel 1990 non è stato firmato un accordo tra lo stato colombiano e l’organizzazione che ha dunque deciso di ritrarsi dalla lotta armata, fondando il partito Alleanza democratica M-19.
Diversa lotta alla droga
Petro ha tenuto un discorso dai toni molto accesi. Ha sottolineato l’importanza di cambiare radicalmente approccio rispetto alla “war on drugs”, la guerra alla droga, nell’espressione che indica il massiccio impiego di forze di polizia e militari, voluto dagli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e Ronald Reagan negli anni Settanta e Ottanta.
Guerra americana a perdere
«È arrivato il momento di accettare questa verità», ha detto Petro. «In 40 anni la guerra alla droga ha provocato la morte di un milione di latinoamericani. E cosa lascia? 70mila nordamericani che muoiono di overdose ogni anno. Questa lotta ha rafforzato le mafie e indebolito gli stati». Secondo il neo presidente, la guerra combattuta con mano militare «ha fallito».
Colombia unita
Perciò, dice Petro, ora sarà importante cercare di creare un «Colombia unita». Rilanciare i negoziati di pace naufragati con i ribelli dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) e di applicare un accordo di pace con gli ex membri dei combattenti delle Farc. Nel discorso di insediamento,ha fatto appello «a tutti coloro che sono armati» affinché lascino «le armi nella foschia del passato». Per «accettare benefici legali in cambio della pace e in cambio della definitiva non ripetizione della violenza».
Lotta alle diseguaglianze
Le altre priorità per il nuovo governo saranno poi una dura lotta alle disuguaglianze, in un paese dove si calcola che circa la metà della popolazione viva in una situazione di forti difficoltà economiche, e un’attenzione ai temi del cambiamento climatico. In questo senso Petro ha promesso di controllare con attenzione l’operato delle multinazionali sul suolo colombiano per evitare disastri ambientali ed eccessivo consumo di suolo.
9 Agosto 2022