Il presidente socialista boliviano, Luis Arce, ha affermato ieri che le relazioni bilaterali con gli USA non miglioreranno e rimarranno senza ambasciatori, perché ha accusato Washington di aver sostenuto il colpo di Stato del 2019, quando l’autoprocoamata Jeanine Áñez (2019-2020) ha assunto la presidenza.
“Con gli Stati Uniti continueremo senza ambasciatori. Gli Stati Uniti sono un paese con cui possiamo parlare di commercio e di altre questioni, ma sicuramente non abbiamo ambasciatori e le relazioni saranno mantenute così come sono ora. Non pensiamo che ci saranno maggiori progressi nelle nostre relazioni a causa di quei fatti avvenuti e di altri fatti storici passati.
Per quanto riguarda l’Unione Europea abbiamo buone relazioni singolarmente con alcuni Stati, ci sono molti paesi con cui stiamo anche portando avanti programmi di cooperazione, ma in generale è evidenteme che il sentimento del popolo boliviano sia ancora risentito per ciò che avvenne, con la partecipazione anche dell’Unione Europea durante il colpo di Stato del 2019”, ha affermato Arce, alla rete RT in un’intervista a New York a margine dell’intervento alle Nazioni Unite.
Il 12 settembre 2008, l’ex presidente socialista Evo Morales espulse l’ambasciatore statunitense Philip Goldberg per i suoi tentativi di cospirazione contro il governo boliviano e di ingerenza interna.
Successivamente, nel caso giudiziario chiamato “Colpo di Stato”, la autoproclamata Áñez è stata condannata a 10 anni di carcere il 10 giugno 2022 per reati di violazione dei propri doveri e decisioni contrarie alla Costituzione boliviana.
Nel novembre 2019, la Áñez ha assunto il potere durante sconvolgimenti sociali con il sostegno dei corpi militari, dopo che il legittimo presidente Evo Morales (2006-2019) fu costretto a dimettersi.
In quell’occasione, l’Unione Europea (UE) e il governo degli Stati Uniti hanno esplicitamente sostenuto la golpista Áñez.
21 settembre 2022