di MOWA
«Noi vorremmo sapere… per andare dove dobbiamo andare… per dove dobbiamo andare?» (Antonio De Curtis in arte Totò)
L’Italia è di fronte ad un bivio, contenere l’attuale inflazione a due cifre e riportarla ad un valore reale intervenendo sugli speculatori che si arricchiscono con la finanziarizzazione della crisi, o lasciare che il paese si indebiti ulteriormente tanto da rischiare di fare la fine della Grecia, con la variante che in quel paese non c’erano le stesse condizioni economiche italiane?
In Italia, ma si potrebbe dire in buona parte degli Stati europei, l’inflazione non è dovuta ad un eccesso di liquidità in circolazione ma ad un costo eccessivo dei prodotti derivati dalla speculazione di chi vuole guadagnare, guadagnare, guadagnare. Ad aggravare la situazione contribuisce, poi, l’inerzia dei vari governi europei (fatto salvo la Germania che non ha debito) che non hanno voluto promulgare leggi di contenimento in tal senso ed impedire, quindi, che la BCE diventasse, non un bilancere regolatore ma, una struttura politico-economica decisionista con potere di imporre il proprio volere, invece di indicare strade percorribili, proprio come è successo alla Grecia. Non ultima, ma non per questo meno importante, l’incapacità di autonomia dei vari soggetti politici che si sono susseguiti in Europa, tutti asserviti ai dictat economico-strategici degli USA (e Gran Bretagna) che con le loro scelte hanno penalizzato tutto il Continente a tutto vantaggio di questi ultimi e il conflitto russo-ucraino ne è la comprova evidente.
La crisi europea è stata acuita, anche, dagli ingressi, nella Comunità, di molti Stati dell’Est, senza che questi ne avessero, per farne parte, i requisiti economico-politici e dove sono più gli euro usciti che quelli entrati a sostenere l’impianto generale; condizione, questa, imposta dalla struttura militare degli USA, la NATO, per inglobarli in detto organismo con obiettivi che oggi sono sotto gli occhi di tutti, come l’instabilità generale nel Continente e il rischio di una probabile nuova guerra in quest’area geografica.
L’incapacità, o meglio la subalternità politico-economica, di questi soggetti politici europei alle scelte liberticide degli USA o delle varie multinazionali, la vediamo, anche, nel non voler bloccare le speculazioni (es. extra-profitti) fatte sull’energia (gas, elettricità e che hanno visto schizzare verso cifre stratosferiche le bollette di tutti), da aziende (ENI, Enel…) che sono state trasformate da pubbliche in semi-private, e che, oggi, hanno sede, anche, in Europa (es. Olanda) senza che nessuno sollevi l’ossimoro di partecipate pubbliche che danneggiano il proprio Paese.
Generazioni di parvenu politici che, negli ultimi decenni, si sono formati alla “scuola dei padroni”, si sarebbe detto qualche anno fa, e che non hanno una visione del Mondo che parli alle nuove generazioni in vista del futuro ma solo dell’esistente, tanto da renderle, complessivamente, insicure per poterle manipolare anche rivoltando, come i calzini, le proprie proposte politiche proprio come testimoniano i cambi di casacca da un partito all’altro, di certi politici che dimostrano piattezza e uniformità tra uno e l’altro mettendo in scena un finto contrasto che non sviluppa senso critico collettivo ma, solo, mero e stolto individualismo come testimoniano i vari fallimenti di questi personaggi.
Persino l’approccio ai partiti è cambiato in negativo, tutto propenso, com’è alla ricerca di un leader, invece di un “gruppo” composto con una visione collegiale, che sposti l’idealità generale alla soluzione dei problemi del paese. In questo modo ciò che è collettivo viene diviso in categorie (come avviene ad es. nel PD maschio-femmina) facendo perdere il vero orizzonte per gli ultimi, cancellando il passato e trasformandolo da contributo positivo a elemento da evitare e glissare o renderlo obliabile come qualcuno insiste da qualche secolo per dominare gli oppressi…
Foto di Chris Peeters