Emilio Ricci *
Presentate in entrambi i rami del Parlamento due proposte per rendere più efficace la legislazione vigente sul contrasto ai neofascismi. Primi firmatari esponenti Pd, e sottoscrizioni di M5S e Verdi-Sinistra italiana. L’ANPI ha contribuito alla stesura. Quali sono le principali novità
Mercoledì 14 dicembre nella sala stampa della Camera dei Deputati si è tenuta la presentazione di due proposte di legge di contrasto ai neofascismi e di divieto delle intitolazioni di strade, piazze, parchi, ecc a personaggi del passato regime nazifascista.
La conferenza è avvenuta alla presenza dell’Anpi e dei promotori e firmatari delle proposte di legge.
In particolare, acquista rilievo e importanza la presentazione delle norme integrative e migliorative delle disposizioni di legge del combinato disposto delle leggi Scelba e Mancino, con particolare riferimento alle modifiche dei reati configurati all’art. 604 bis c.p. Si introduce l’ipotesi di punibilità non soltanto “della propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale o etnico”, ma la si estende alla “esaltazione dei metodi eversivi dell’ordinamento democratico dell’ideologia fascista o nazifascista”.
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È di tutta evidenza come l’estensione della rubrica delle ipotesi di condotte penalmente rilevanti anche ai comportamenti di esaltazione del nazifascismo consente un maggior ambito di punibilità, anche avendo considerazione per quelle condotte che, fino a oggi, sono state oggetto delle interpretazioni più disparate e contraddittorie da parte dell’autorità giudiziaria, soprattutto nella valutazione di comportamenti di chiara matrice fascista o nazifascista (saluti romani, manifestazioni pubbliche o private esaltatorie del regime, ecc).
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Accanto al contenuto penale maggiormente incisivo previsto nella proposta di legge, è stata prevista una significativa integrazione, che consente l’applicazione, in via amministrativa, di sanzioni che colpiscono direttamente le associazioni a cui aderiscono o sono iscritti coloro che sono indagati quali presunti responsabili di reati in sede penale.
Con l’applicazione dell’art. 25 del decreto legislativo 231/2001 è possibile giungere fino all’interdizione dello svolgimento di ogni attività parziale o definitiva di Enti e/o unità organizzative all’interno delle quali gli iscritti o partecipanti abbiano commesso i reati.
L’importanza di questa norma è di facile comprensione, ove si valuti la possibilità di intervenire in termini brevi nei confronti di quelle organizzazioni che – attraverso l’ostentazione di simboli e comportamenti – esaltino le ideologie proprie del ventennio nazifascista.
È chiaro che dovrà essere svolta una importante e significativa battaglia parlamentare per l’approvazione di queste così innovative leggi, che consentiranno finalmente di porre fine a un fenomeno in contrasto con i dettami della nostra Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza.
* Avv. Emilio Ricci, vicepresidente nazionale Anpi
17 Dicembre 2022