di MOWA
«È meglio essere tradito davvero, che saperlo sì e no.» (Otello di William Shakespeare)
Siamo alle solite! Con il passaggio di consegna della direzione politica del Partito Democratico, da Enrico Letta a Elly Schlein, si consacra l’ennesima illusione di cambio di rotta per milioni di oppressi.
Dove sta la rappresentazione plastica di questa fregatura?
Tutto si nasconde in quel frutto, quella succosa melagrana (quella di Eva era una mela o una melagrana?) ceduta da Letta, con una cerimonia di passaggio dopo le primarie, a Schlein. Però, quella balausta ha un significato non indifferente e porta, tra i suoi semi, un messaggio ben preciso, simbolo forte per il mondo élitario dei massoni che lavora sottotraccia, perennemente nascosto, ma sempre presente.
Per capire meglio cosa sia la melagrana è importante riportare una breve descrizione di Christian Jacq, in «LA MASSONERIA Storia e iniziazione», ed. Mursia, a pag. 230:
« III. Le due colonne del Tempio e le melagrane
...Sulle due colonne del Tempio massonico sono scolpite delle melagrane. Un frutto già consacrato a Demetra e Persefone dagli iniziati di Eleusi e inteso come simbolo delle occulte ricchezze della terra divinizzata. «Della melagrana» scrisse Pausania, «non dirò nulla, perché la sua storia si connette con i sacri misteri.» Per i Pad ri della Chiesa la melagrana raffigura la comunità dei fedeli radunati nella Chiesa, così come la scorza del frutto ospita e protegge molteplici grani. Per dirla in altri termini: i popoli più diversi possono essere uniti da una medesima fede e analogamente i Massoni delle più divergenti tendenze possono e debbono sentirsi in comunione nella dimensione del sacro. «Cosa designa il frutto del melograno?» scrisse il vescovo Durand de Mendes. «L’unità della fede? Dunque, come nella melagrana si vede un’unica scorza e all’interno di essa molti, moltissimi grani, similmente l’unità della fede ricopre esternamente innumerevoli popoli della Santa Chiesa e racchiude all’interno di se stessa la molteplice diversità dei loro meriti.» È per di più noto che quando la melagrana è matura, s’apre e proietta i suoi grani intorno. Non si potrebbe trovare migliore immagine per raffigurare la trasmissione di una possibilità spirituale; trasmissione e potenzialità che i Massoni sono sempre tenuti prima ad assumersi e a realizzare poi. Ennesima riprova che a Massoneria ha saputo conservare i simboli delle più antiche società iniziatiche.» [1]
Una coincidenza che Enrico Letta usi quel frutto per il passaggio di consegna della segreteria del partito? Ma…
Una circostanza che apre un enorme dubbio proprio ascoltando le parole dello stesso Letta durante la consegna della balausta a Schlein [2], parole che hanno una sinistra assonanza con quella «comunità» che nulla ha da spartire con la democrazia vista la pratica piramidale di cieca obbedienza al “capo” propria della massoneria.
Un chiarimento di quanto perpetrato ai danni degli oppressi si può trovare nella descrizione di Durand de Mendes quando afferma: «…Non si potrebbe trovare migliore immagine per raffigurare la trasmissione di una possibilità spirituale; trasmissione e potenzialità che i Massoni sono sempre tenuti prima ad assumersi e a realizzare poi. Ennesima riprova che a Massoneria ha saputo conservare i simboli delle più antiche società iniziatiche» e che, quindi, allontana ogni ipotesi di emancipazione democratica dal basso.
Ricordiamo cosa disse Antonio Gramsci alla Camera, il 16 maggio 1925, contro il disegno di legge Mussolini-Rocco:
«“…Che cos’è la massoneria? Voi avete detto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta, ecc.; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo.
La massoneria, dato il modo con cui si è costituita l’Italia in unità, data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo. Non bisogna dimenticare che poco meno che venti anni dopo l’entrata a Roma dei piemontesi, il Parlamento è stato sciolto e il corpo elettorale da circa 3 milioni di elettori è stato ridotto ad 800mila.
È stata questa la confessione esplicita da parte della borghesia di essere un’infima minoranza della popolazione, se dopo venti anni di unità essa è stata costretta a ricorrere ai mezzi più estremi di dittatura per mantenersi al potere, per schiacciare i suoi nemici di classe, che erano i nemici dello Stato unitario. …”
“…la massoneria è la piccola bandiera che serve per far passare la mercé reazionaria antiproletaria! Non è la massoneria che vi importa? La massoneria diventerà un’ala del fascismo. La legge deve servire per gli operai e per i contadini, i quali comprenderanno ciò molto bene dall’applicazione che ne verrà fatta. A queste masse noi vogliamo dire che voi non riuscirete a soffocare le manifestazioni organizzative della loro vita di classe, perché contro di voi sta tutto lo sviluppo della società italiana…»
La motivazione per cui la civiltà umana non ha fatto progressi sociali da diversi decenni e si è rivolta, invece, ad una visione bellicista è racchiusa nella citazione di Grasmci: «La massoneria diventerà un’ala del fascismo […] serve per far passare la mercé reazionaria antiproletaria.»
Note
[1] https://www.ibs.it/massoneria-storia-iniziazione-libro-christian-jacq/e/9788842533962