Le missioni dalle nostre Forze Armate all’estero, già in corso, comunicate al Parlamento 5 mesi dopo. La Legge 146 del 2016 prevede una sessione parlamentare entro il 31 dicembre, ma non dell’anno successivo. Governo fuori legge e parlamento quasi silente, che si troverà a discutere su missioni praticamente già concluse.
Ucraina e ‘Mediterraneo allargato’
Il quadro geo-strategico per il nostro Paese, scrive Giovanni Martinelli in ‘Analisi Italia’, continua a essere condizionato dalla invasione Russa dell’Ucraina. ‘Mediterraneo Allargato’ che va dall’Europa continentale (area Balcanica e Mar Nero inclusi), Medio Oriente con Penisola Arabica e Golfo Persico, Africa sub-Sahariana dal Corno d’Africa fino al Golfo di Guinea passando per il Sahel. Geopolitica impazzita per metterci dentro tutto.
4 nuove missioni, una in Ucraina e tre in Africa
Sappiamo (cinque mesi dopo) della partecipazione del nostro Paese alla missione Europea di addestramento delle forze ucraine. Questo a basta, tra il segreto militare e la forzatura politica. Per dire e non far capire, «addestramento e personale di collegamento presso staff di Comandi internazionali impegnati a vario titolo in questa missione». A ‘vario titolo’ e per quale missione reale? La sola cosa chiara (speriamo), ‘80 unità’ al massimo, 42 persone di media, e 9,2 milioni di spesa.
Africa da spilorci. Missione EU in Lybia, 3 militari autorizzati (a fare cosa?) e 275.000 euro di spesa. EU in Niger, 6 militari e 940.000 ϵ. Bilaterale in Burkina Faso (governo golpista), da 50 militari massimo ai 7 di media, spesa di 1,4 milioni. E la sensazione di presa in giro cresce.
Sui soldi, peggio che mai
Noti solo per quelli ‘di stretta competenza del solo Ministero della Difesa’, voci burocratiche varie («Esigenze comuni …», «Assicurazione, trasporto, infrastrutture», «Interventi disposti dai Comandanti …»), tra nuove e vecchie missioni, 1.313,1 milioni preventivati, spesi realmente nel 2022, 1.397,4 milioni.
Il braccio armato dell’Aise, i servizi segreti esteri, stanziati 30 milioni «per il Supporto info-operativo delle Forze Armate»
Informazione finale, aggiungendo missioni e interventi da parte di altri Ministeri, totale dell’impegno finanziario 2023, 1.708 milioni.
Sotto il cappello di chi?
Nove le missioni ‘in ambito’ NATO, ben 13 quelle di Unione Europea e 8 a targa ONU. Le rimanenti 9 (più Gibuti e Golfo Persico, non missioni vere e proprie ma impegni in prevalenza logistici) sono nazionali. Le missioni nell’Alleanza Atlantica coinvolgono 5.447 militari (numero massimo), quasi la metà del totale. Impegni su base nazionale 2.426 militari, ONU 1.266, ‘coalizioni’ 1.250, e UE con 1.151 militari.
La geografia militare italiana: Europa 6.755 militari, 59% del totale a crescere; Asia, 2.984 militari e 26% del totale; Africa, 1.756 militari e 15%.
Le missioni confermate in Europa
La relazione del Governo scrive di 6 missioni dedicate all’Europa ma in realtà l’impegno è decisamente più ampio. Insensatamente o furbescamente descritto in sezione a parte. Kosovo-Nato: non trascurabile presenza sul terreno e una consistente riserva in Italia. 1.573 unità di personale e 106 milioni di costo. Bosnia-Ue: 195 unità con 40 mezzi terrestri e 1 aereo. Il tutto per un costo di 8,7 milioni. Cipro-Onu: 5 militari e 395mila €.
Operazioni aeronavali
‘Sea Guardian’, area Mediterraneo,240 unità, 2 mezzi navali e altrettanti aerei, costo di 11,3 milioni. EUNAVFOR MED Irini: Mediterraneo Libia. 406 unità con un mezzo navale e 2 aerei, spesa di 31,8 milioni. Mediterraneo Sicuro e supporto alla Marina Libica: 826 persone, 6 mezzi navali (1 assegnato all’assistenza della Marina di Tripoli) e 8 aerei. Costo previsto 104,6 milioni.
Sui confini della Nato
«Sorveglianza aerea dello spazio aereo della NATO» personale fino a 45 unità, 3 aerei e 7,5 milioni. ‘Standing Naval Forces’ tra Atlantico/Mare del Nord/ Mar Baltico e Mar Mediterraneo/ Mar Nero. Il personale aumenterà fino a 567 unità, con 5 mezzi navali, 4 aerei e 64,4 milioni di costo. ‘Air Policing/Air Shielding’: 300 unità, 12 mezzi aerei (più 4 terrestri) e un impegno economico di 52,9 milioni.
Vigilanza aerea Sud-Est della Nato (eVA), Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria, con una serie di ‘dispositivi ‘pregiati’ (la batteria SAMP/T schierata in Slovacchia). 2.120 persone, 450 mezzi terrestri e 10 aerei, costo 150 milioni. NATO in Lettonia (eFP): 370 persone con 166 mezzi terrestri. Costo 39,6 milioni.
Asia e soprattutto Medio Oriente
Una doppia presenza in Libano. ONU-UNIFIL: 1.169 militari impegnati, 388 mezzi terrestri, 1 navale e 7 aerei. 149,7 milioni di €. Poi addestramento delle Forze Armate Libanesi fino a 190 unità, che potranno disporre di un mezzo navale (quando possibile) e uno aereo, con un fabbisogno di 11,8 milioni di euro. Seminascosta la missione di addestramento delle Forze di sicurezza Palestinesi, 33 militari e un 1,8 milioni. di €.
Iraq. Si comincia con la Coalizione internazionale contro Isis-Daesh, e militari schiarati in Iraq e in Kuwait. Massimo di 1.005 persone, 118 mezzi terrestri e 11 aerei. È la missione più costosa in assoluto, con 241,3 milioni. Più NATO Mission: 225 unità, 100 mezzi terrestri e 4 aerei, 31 milioni di euro. Oltre le ‘Micro missioni’: EUAM, 2 persone, che sarà approvata dal Parlamento quando già finita e 161mila € spesi. Altri 2 militari vestiti Onu, osservatori tra in India e Pakistan.
Mondo arabo: Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Bahrein, 158 persone, 2 mezzi aerei; e 18,3 milioni. Strait of Hormuz: 200 unità, un mezzo navale e 3 aerei e in 19,7 milioni (la nave Morosini nell’Indo-Pacifico).
L’Africa
Il dato più significativo, sottolinea Giovanni Martinelli, che l’Africa rimane l’area con il maggior numero di missioni: 21 in totale. Dal 1°giugno, tre missioni in meno da approvare post mortem. Presenza molto frammentata salvo Libano e Iraq. Nazioni Unite e bilaterale in Libia: 200 unità, 2 mezzi aerei e costo di 26 milioni. Poi la Tunisia con 15 unità militari di 343mila euro.
Sahel. Fine della nostra partecipazione a 2 missioni al 31 maggio (lapide parlamentare).. Il deterioramento della situazione nel Mali che sta portando a un inevitabile disimpegno, mentre aumenta lo sforzo in Niger con 3 missioni, 500 militari, 100 mezzi terrestri e 5 aerei per 52,9 milioni di euro. E ‘Observers’ in Egitto, 78 militari, 3 mezzi navali e 6,8 milioni.
Corno d’Africa. Missione anti-pirateria EUNAVFOR con 198 unità di personale, 1 mezzo navale e 2 aerei imbarcati e 26,8 milioni in uscita. UE in Somalia, con personale fino a 169 unità, 35 mezzi terrestri e un fabbisogno di 16 milioni, e sigla dopo sigla, EUCAP Somalia, 15 unità militari e 300mila euro. Mentre la United Nations sempre in Somalia chiuderà il 31 maggio.
Missione di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, dei funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane con 115 unità e 7,3 milioni. Ma lo ‘snodo logistico’ per la nostra presenza nella regione impegna 147 militari, 10 mezzi terrestri, e 12,7 milioni.
Africa varia. «EUTM Mozambico», 15 unità di personale e poco meno di 2 milioni di impegno finanziario. Più consistente il «dispositivo aeronavale di sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea» (antipirateria): una nave, 2 mezzi aerei imbarcati, 192 militari e 13,8 milioni.
Oltre alla incomprensibile missione Nato con 7 militari a vigilare su un imprecisato ‘fianco Sud dell’Alleanza’ che nessuno ha voluto o saputo spiegare il dove e il come.
22 Maggio 2023
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AVEVAMO DETTO