di: PAOLO SPIGA
Giornalisti minacciati di morte o di gravi ritorsioni per il solo fatto di svolgere in modo indipendente il loro lavoro.
Qualche giorno fa abbiamo raccontato la brutta vicenda di un nostro giovane e coraggioso free lance, Andrea Lucidi, il cui nome è stato appena inserito nella ‘kill-list’ dei servizi segreti ucraini. Proprio come era successo, nel 2014, ad un altro nostro reporter, Andrea Rocchelli, che aveva cominciato a raccontare i massacri dell’esercito ucraino in Donbass: e per questo Andrea venne ‘eliminato’. Ma ora un nuovo processo potrebbe far luce su killer e mandanti che finora l’anno fatta franca.
In queste ore un nuovo caso di pesante intimidazione. Ne è vittima uno dei reporter di punta del sito di contro-informazione statunitense ‘The GreyZone’, Kit Klarenberg, di cui la ‘Voce’ ha pubblicato alcuni mesi alcuni reportage bollenti dai vari fronti di guerra, Ucraina, Palestina e Siria in prima fila.
Lo scorso 17 maggio (ma solo in queste ore se ne è avuta notizia, visto che ilmaistream inglese ha ‘oscurato’ la notizia) Klarenberg è stato ‘fermato’ all’aeroporto londinese di Luton dalla polizia antiterrorismo e ‘informato’ della sua detenzione ai sensi dell’Allgato tre, Szione IV del ‘Counter-Terrorism and Border Act’ del 2019. E’ stato subito isolato in una stanza, gli sono stati sequestrati tutti gli oggetti in possesso (dal computer al telefonino alle carte di lavoro), quindi interrogato per cinque ore di fila: ciliegina sulla torta, è stato perfino sottoposto a prove del DNA! Non si hanno altre notizie…
‘The GreyZone’ è stato fondato da Max Blumenthal, figlio del giornalista ed ex consigliere di Bill Clinton, Sydney Blumenthal.
Sia negli Stati Uniti che nella super alleata e super guerrafondaia Gran Bretagna il sito è considerato una vera e propria spina nel fianco, per le sue coraggiose inchieste. I Servizi segreti dei due paesi sono conviti che sia finanziato dalla Russia di Putin, e proprio su questo punto sono state rivolte diverse domande a Klarenberg.
Di tutta evidenza hanno dato molto fastidio gli ultimi suoi reportage su alcune ‘firme’ del giornalismo britannico: in particolare Carol Cadwalladr (che collabora all’Observer) e Paul Mason, tra i più accesi fautori della prossima controffensiva ucraina. Secondo Klaremberg, in particolare, Mason avrebbe collaborato con i Servizi britannici per screditare i media alternativi ed anche docenti universitari, associazioni e attivisti per la pace critici sul ruolo della NATO nella guerra in Ucraina.
Ma ha anche documentato, Klaremberg, l’imprinting di chiara matrice nazista delle forze armate ucraine, di cui il Battaglione Azov rappresenta la massima espressione. Uno dei suoi ultimi reportage prima del ‘fermo’ (è del 9 maggio) si intitola infatti “Neo–Nazi terror grows as Ukraine fighters jailed in France”.
In basso trovate il link che vi fa leggere l’articolo nella sua versione originale.
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Neo-Nazi terror threat grows as Ukraine fighters jailed in France
5 Giugno 2023