Le continue missioni a Washington del premier britannico e l’asse privilegiato con Joe Biden non stanno minimamente incidendo sulla crisi economica che l’isola attraversa. Regno Unito e Stati Uniti sono ancora “amici” per la pelle? È la domanda che si pongono in molti all’indomani della visita ufficiale del premier britannico Rishi Sunak negli Stati Uniti.
Due giorni di promesse e buone intenzioni
La due giorni Oltreoceano del titolare del governo britannico si è conclusa con una conferenza alla Casa Bianca di Rishi Sunak insieme al presidente americano Joe Biden. I due leader hanno quasi esagerato in sorrisi e smancerie, annota qualcuno. Nel corso di un siparietto su Winston Churchill che, ospite di Franklin Delano Roosevelt nel 1941, si dice abbia svegliato all’alba con il suo baccano l’intera famiglia presidenziale, Sunak ha assicurato: «Non si preoccupi, presidente, non mi vedrà mai fare scene del genere».
‘British Bulldog’
L’attuale inquilino di Downing Street non è l’uomo che i sovietici chiamavano ‘British Bulldog’. E neppure il Regno Unito, è lo stesso Paese di ottant’anni fa. Ciò che costa più fatica ammettere è che la ‘special relationship’ tra Londra e Washington, risalente proprio ai tempi di Churchill e della Seconda guerra mondiale, è ormai poco più che un ricordo. La ‘Dichiarazione Atlantica’ portata a casa da Sunak dalla missione negli Stati Uniti, «è di portata modesta», la valutazione di Angela Napolitano su Avvenire, «Quasi un premio di consolazione».
Collaborazione nucleare
Intenti bellicosi. Rafforza la collaborazione in materia di difesa, nucleare e ‘quantum computing’. Prevede, ‘, anche un’azione congiunta nell’approvvigionamento dei minerali necessari alla produzione di auto elettriche, cellulari, turbine e fighter jet. Azione pensata a contenere la corsa a litio, cobalto e grafite della Cina.
‘’Nessuno più vicino’ e colonia rovesciata
Biden ha ripetuto che «nessun Paese è più vicino agli Stati Uniti del Regno Unito». Ma il leader dei Tory non è riuscito a portare a casa molto altro. L’agognato accordo di libero scambio con cui sperava di compensare gli effetti della Brexit è ancora molto lontano. Tiepida è stata anche la reazione del presidente all’idea che la Nato, a settembre, possa avere un britannico come Ben Wallace, attuale ministro della Difesa, al comando. «È da vedere», ha commentato ermetico Biden.
Intelligenza Artificiale incerta
Vago anche l’appoggio alla proposta di insediare a Londra un’agenzia internazionale che supervisioni le applicazioni di intelligenza artificiale. Sunak, che in autunno farà da padrone di casa a una conferenza internazionale sui criteri che dovranno regolare il settore, ha incassato appena il consenso a «lavorare insieme» sulla materia. Biden, utile ripeterlo, è un democratico che non ha mai visto di buon occhio l’addio di Londra all’Unione Europea. Mentre il suo recente pacchetto di ‘sussidi verdi’ ha fatto inorridire i ministri d’Oltremanica.
L’ex impero al nuovo impero
L’immagine del premier conservatore che si presenta a Washington quasi implorando, «giudicateci dai fatti», rende evidente l’urgenza britannica di recuperare un alleato che possa aiutare il Paese a navigare, senza affondare, le acque agitate dalla tempesta perfetta causata prima dalla Brexit poi dalla pandemia e infine dalla guerra in Ucraina.
Mentre in casa Tory lo sforzo titanico di Sunak è minimizzato. Il premier, dicono i più romantici, sta reinventando una vecchia alleanza, essenzialmente militare, per renderla a prova di futuro.
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Intanto Boris Johnson lascia il Parlamento
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson si è dimesso da deputato con effetto immediato. La decisione dopo aver ricevuto il rapporto sul Partygate della commissione che ha indagato sulle bugie raccontate all’aula di Westminster sulle feste organizzate a Downing Street durante il lockdown. In una lunga dichiarazione ha spiegato di essere «sconcertato e sconvolto dall’esito delle verifiche effettuate a suo carico, viziate -a suo dire- da un ‘enorme pregiudizio’». Il suo passo indietro innesca le elezioni Uxbridge e South Ruislip. Altri deputati potrebbero abbandonare lo scranno ai Comuni in segno di solidarietà all’ex premier.
10 Giugno 2023