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I liberi media elvetici non ne hanno nemmeno fatto cenno, ma davanti all’Ambasciata Svizzera a Vienna si è svolta il mese scorso una manifestazione di protesta da parte di alcuni cittadini austriaci esasperati dalla svolta bellicista e filo-atlantica dei governi austriaco e svizzero, entrambi impegnati a rottamare la propria tradizionale politica di neutralità.
Cittadini preoccupati: “ci vogliono portare in guerra contro la Russia”
In occasione della firma della dichiarazione d’intenti da parte del Ministro della Difesa austriaco Tanner, che ha annunciato l’adesione del suo Paese all’alleanza di difesa missilistica “Sky Shield”, venerdì 7 luglio 2023 circa 150 manifestanti si sono radunati davanti alla sede diplomatica della Confederazione, che a sua volta aveva firmato tale pericolosa dichiarazione d’intenti a nome della Svizzera. Due Stati neutrali avevano insomma dichiarato la loro intenzione di aderire al sistema di difesa missilistica schierandosi con un ben specifico blocco militare, quello comandato dagli USA noti per il piglio espansionista contro tutti i paesi sovrani. I manifestanti hanno dichiarato che “con questa firma, il governo austriaco rende ufficialmente l’Austria un alleato della NATO e potenzialmente la conduce in guerra contro la Russia”. Essi hanno quindi chiesto ai governi svizzero e austriaco di attenersi alla neutralità e di ritirarsi dalle alleanze militari esistenti. “La neutralità è la migliore protezione e garanzia di pace” hanno dichiarato presidiando i cancelli dell’Ambasciata.
Gli USA vogliono la guerra in Europa: Berna e Vienna si sottomettono a Washington?
Lo scudo anti-missile ha una mera funzione difensiva, come sostengono i due governi, ma è uno strumento per prepararsi alla possibilità di un primo attacco nucleare da parte della NATO contro la Russia. Il cosiddetto obbligo di approvvigionamento dell’UE impone miliardi di investimenti in armamenti e fa sì che i soldi dei contribuenti, in questo caso quelli austriaci, vengano utilizzati per acquistare armi a favore del regime ucraino. Con l’adesione allo “Sky Shield”, questa spesa aumenterà ulteriormente, quando questi soldi servirebbero urgentemente in altri settori, ad esempio nell’istruzione, nelle prestazioni sociali, nella sanità pubblica, ecc. Ma mentre lì si mercanteggia ogni centesimo, Vienna e Berna firmano senza discussione un investimento incostituzionale di miliardi in armamenti per far piacere ai gendarmi americani. La costruzione dello Sky Shield sarà un affare miliardario per gli Stati Uniti e Israele, che ne vendono la tecnologia. I loro investimenti sottolineano gli interessi dei Paesi della NATO, soprattutto degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, che sono stati spinti a realizzare lo scudo missilistico.
Anche in Svizzera qualcuno si sta svegliando…
Il Movimento Svizzero per la Pace (MSP), la storica organizzazione pacifista elvetica con sede a Basilea e sorta nel 1949, si è mossa tempestivamente e ha condannato la decisione del governo di Berna dichiarando che “con l’adesione all’alleanza Sky Shield, il Consiglio federale afferma molto chiaramente che la Svizzera non farà da mediatore né offrirà i suoi servizi diplomatici in caso di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina, ma sarà al fianco del blocco NATO dal punto di vista militare”. Una posizione giudicata pericolosa anche dal Partito Comunista della Svizzera, il cui segretario politico Massimiliano Ay ha dichiarato senza mezzi termini: “passo dopo passo, con una ‘tattica del salame’, il Consiglio federale ci farà aderire alla NATO schierandoci attivamente nelle guerre che saranno provocate dall’espansionismo americano in Europa”.
Nel sonno della sinistra, solo il PC prende posizione a favore della neutralità!
La svolta accelerata ultra-atlantista del governo svizzero senza peraltro passare dal popolo – denuncia il Partito Comunista – è “sempre più grave ed è una esplicita strategia di rottamare del tutto quel che resta non solo della neutralità svizzera ma pure della nostra credibilità diplomatica”. Zeno Casella, candidato al Consiglio Nazionale per i comunisti ricorda: “prima ci hanno fatto comprare i caccia F-35A che sottostanno ai vincoli dal Pentagono; poi la Svizzera non firma il Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari per non dispiacere alla NATO; ora aderiamo a una scudo missilistico che prevede maggiore integrazione dei militari svizzeri nelle strutture della NATO: in caso di conflitto più esteso saremo anche noi un bersaglio quando invece dovremmo essere neutrali fra i due blocchi”. La priorità di questa epoca è insomma salvare la sovranità e la neutralità della Svizzera e per questo i comunisti hanno deciso di denominare “No UE – No NATO” la loro lista elettorale nella circoscrizione del Canton Ticino in vista delle prossime elezioni federali del 22 ottobre.
20 Agosto 2023