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Nel corso della notte l’esercito ucraino ha lanciato un nuovo attacco con droni verso diverse regioni della Federazione Russa. Si tratta dell’attacco più massiccio lanciato fino ad ora.
Uno degli obiettivi è stato l’aeroporto di Pskov, a 700 chilometri dal confine ucraino, dove due aerei militari da trasporto IL-76 sono stati distrutti.
Nella regione di Bryansk i droni ucraini sono stati lanciati contro una fabbrica che produce microelettronica, provocando un incendio, prontamente liquidato. Un altro drone, intercettato, aveva come obiettivo la torre della televisione.
Colpita anche la regione di Kaluga, dove un drone ha colpito un deposito di combustibili. La cisterna colpita, secondo il governatore della regione, era vuota e per questa ragione i danni sono minimi.
Diversi droni sono stati abbattuti nelle regioni di Mosca, Ryazan e Oryol. In tutti questi casi, non si sa ancora nulla delle conseguenze e della distruzione.
Anche in Crimea si sono registrati attacchi, che secondo le autorità locali sono stati respinti. Il Ministero della difesa della Federazione Russa ha dichiarato che allo stesso tempo nel Mar Nero sono stati distrutti quattro motoscafi delle forze armate ucraine a bordo dei quali si trovavano circa 50 militari.
Due giorni fa il consigliere del presidente ucraino Mikhail Podokyak aveva promesso che gli attacchi alla Russia per mezzo di droni sarebbero aumentti, sostenendo che l’Ucraina, rispetto allo scorso anno, quando le veniva chiesto di non attaccare i territori russi, ora può contare sul via libera da parte di tutti i paesi che la sostengono.
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