di MOWA
«Il modo più facile per sopportare una disgrazia è vedere un nemico stare peggio.» (Talete)
Non passa giorno in cui non giunga la notizia straziante di lavoratori morti mentre lavoravano. L’ultima, recentissima, in quel di Brandizzo dove cinque operai manutentori delle ferrovie, privati dei corsi sulla sicurezza, sono stati travolti da un treno in corsa. Questi cinque “martiri” si vanno ad aggiungere ai 445 deceduti dall’inizio dell’anno (2023). [1] [2] Per capire quale clima si stia vivendo possiamo pensare a Caivano, abbandonata dalla seria politica sociale, dove un branco di criminali hanno stuprato due bambine a lungo nel tempo senza che (apparentemente) nessuno sapesse nulla, oppure alle altre violenze femminicide avvenute in corso d’anno… e le istituzioni? Ci propinano il teatrino del rituale della visita in loco dove le personalità di turno si fanno vedere affrante o tuonano della necessità di maggior rigore.
A costoro verrebbe da porre la domanda se non siano diventati i pendolari delle sciagure che utilizzano per farsi pubblicità sulla pelle del disagio.
Nessuno si è accorto che le politiche liberticide sul lavoro e sui lavoratori e le continue privatizzazioni volute dai vari governi, hanno privato – appunto! -, di una giusta valutazione su come intervenire nei gangli della vita quotidiana, compresa quella culturale?
Possibile che questi “esponenti” del popolo non siano in grado di fare due più due e notare come la concorrenza, degli uni contro gli altri, tanto voluta da un cinico capitalismo che punta ad un guadagno sempre maggiore, abbia minato alle fondamenta il principio basilare della solidarietà che dovrebbe avocare a sé, inevitabilmente, l’unione del genere umano, dove fondamentali sono la sicurezza e la prevenzione generale?
Non sono, certo, le parate post accaduto che possono salvare dai diversi fenomeni sociali ma una politica che produca scelte coraggiose ed “eroiche” per evitarle tutelando i propri simili.
A nulla serve andare sui luoghi delle disgrazie, se non ad aumentare la rabbia dei parenti delle vittime che avrebbero desiderato, invece, avere ancora con sé i propri cari. Ed è, purtroppo, solo una dimostrazione di cinismo da parte di chi avrebbe potuto, per tempo, cambiare le cose. [3]
Viviamo un paradigma istituzionale che confonde l’essere con l’avere e viceversa a seconda delle occasioni, dove il narcisismo (politico-istituzionale) ha raggiunto un grado talmente alto da non ricordare se sia giusto, opportuno e lecito comportarsi in quel modo.
Uno schieramento politico che è diventato un mostro comportamentale al punto da non fidarsi di alcuno ed assegnare le cariche istituzionali solo ai parenti più stretti.
Ai nostri politici va ricordato che abbiamo una Carta Costituzionale costata la vita di tanti che hanno combattuto per la libertà di tutti e che gli articoli della Costituzione vanno applicati invece di evocarli solamente continuando a disattenderli. In quelle righe è scritto proprio tutto quanto necessita per vivere in modo dignitoso, onesto e veramente democratico.
Note
[2] https://quifinanza.it/attualita/operai-travolti-treno-quanti-morti-lavoro-2023/743830/
Foto di MOWA