Francesco Ciotti
Wall Street Journal: il Pentagono ha rallentato l’approvvigionamento di alcune truppe a causa della mancanza di fondi. Kiev parla di avanzamenti sul fronte meridionale, ma Mosca smentisce
L’investimento nella guerra in Ucraina, appare sempre meno redditizio per Washington, sulla scia del fallimento di una controffensiva che Kiev, come già avevano cinicamente preannunciato funzionari occidentali al WSJ, non aveva i mezzi per vincere. Portare avanti il conflitto per logorare la Russia con lauti finanziamenti a tempo indeterminato sta diventando, evidentemente, poco conveniente per la coalizione a guida statunitense, ora tentata di smarcarsi dal buco nero finanziario di una guerra infinita, incassando l’allargamento della Nato a 32 membri e la completa separazione della Russia dall’Europa.
Il sostegno occidentale a Kiev si indebolisce, riferisce la BBC, secondo cui, durante tutto il conflitto, gli Stati Uniti hanno trasferito oltre 110 miliardi di dollari in aiuti militari, mentre recentemente è stata loro negata un’altra tranche di 6 miliardi di dollari sui 24 miliardi di dollari promessi da Biden.
Nel merito, il Wall Street Journal riferisce che il Pentagono, in una lettera inviata al Congresso degli Stati Uniti, avverte che sta esaurendo i soldi per sostituire le armi che gli Stati Uniti hanno inviato al Paese. A questo proposito, il dipartimento è già stato costretto a rallentare l’approvvigionamento di alcune truppe. “Dei 25,9 miliardi di dollari stanziati per i rifornimenti all’Ucraina, rimangono 1,6 miliardi di dollari“, ha affermato il funzionario del Pentagono Michael McCord. Secondo il quotidiano, complessivamente gli Stati Uniti hanno ancora circa 5,4 miliardi di dollari per fornire armi ed equipaggiamenti dalle loro riserve.
Nel mentre, dall’altra parte dell’Atlantico, l’Ucraina ha perso il sostegno della Slovacchia dopo la vittoria del leader filorusso Robert Fico. Ora, insieme all’Ungheria, almeno due paesi dell’UE possono porre il veto su ulteriori aiuti a Kiev.
Il quotidiano francese Le Temps rincara la dose e parla di un vertice dei produttori di armi dove il ministro delle Forze armate francese Sébastien Lecornu ha chiarito che la Francia vuole porre fine alla politica di trasferimento gratuito di armi a Kiev.
“Nessuno immaginava che la guerra sarebbe stata così lunga e così costosa in termini di risorse materiali e vite umane“, si legge nella pubblicazione.
Segni di cedimento si registrano anche a Londra dove, secondo il The Telegraph, che cita un alto comandante militare, le scorte di armi da inviare sono quasi esaurite.
“Abbiamo dato quasi quanto potevamo permetterci. Continueremo a fornire attrezzature per sostenere l’Ucraina, ma ora hanno bisogno di cose come la difesa aerea e le munizioni per l’artiglieria, e abbiamo esaurito tutto”, afferma il militare.
Segnali che l’occidente sia a corto di armi arriverebbero anche dai recenti tentativi dell’Ucraina di ospitare in loco la produzione di armi. A riferirlo è la testata Politico, analizzando un forum sull’industria militare tenutosi a Kiev.
L’Ucraina si aspetta in sostanza che le aziende occidentali si impegnino a investire nella produzione ucraina anche prima della cessazione delle ostilità. L’Occidente, tuttavia, si trova ora di fronte al bivio se investire denaro nel proprio complesso militare-industriale o in quello ucraino.
“Se da un lato le capitali occidentali sono disposte ad aiutare gli ucraini a ridurre la macchina da guerra russa, dall’altro si preoccupano di ciò che rimarrà loro se la loro sovranità verrà messa in discussione“, si legge nella pubblicazione.
Mosca: distrutte le officine di un’impresa di esplosivi vicino a Pavlograd
Il Ministero della Difesa russo ha riferito che l’esercito russo ha colpito laboratori ucraini per la produzione di combustibile solido per missili ed esplosivi nella regione di Dnepropetrovsk
“Nella zona della città di Pavlograd sono state distrutte le officine di un’impresa che produce combustibile solido per missili ed esplosivi“, afferma il Dipartimento militare, precisando che vicino a Burlatsky nella Repubblica popolare di Donetsk è stato colpito un lanciatore del sistema missilistico Buk, mentre unità russe hanno anche attaccato officine di riparazione e restauro di veicoli corazzati ucraini a Kharkov. Inoltre, nella zona di Kupyansk, secondo il Ministero, è stato distrutto il deposito di armi della 41° brigata meccanizzata delle forze armate ucraine.
Kiev: avanzamenti sul fronte meridionale. Mosca smentisce
Il generale ucraino Oleksander Tarnavskyi ha annunciato questa mattina che le sue forze stavano avanzando nel sud.
“Nel settore di Tavria c’è stato un avanzamento delle forze di difesa“, ha detto il generale in un post su Telegram.
Tarnavskyi, capo del gruppo di forze meridionale, ha precisato che le truppe hanno effettuato 1.198 missioni nelle ultime 24 ore, con le forze russe che hanno subito perdite di 261 uomini e altri 10 fatti prigionieri. Nel mentre, lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine nel suo rapporto serale ha affermato che nell’est e nel sud si stanno svolgendo operazioni offensive, senza fornire alcuna precisazione.
Da parte russa, il corrispondente di guerra Sergey Vasiliev, riferisce che nella direzione Zaporizhzhya, gli attacchi dell’AFU nella zona di Novopokrovka e Verbove falliscono di volta in volta.
“Il nemico cerca di attaccare le nostre posizioni in quest’area in piccoli gruppi, ma si scontra con le barriere di mine e l’artiglieria russa colpisce con grande precisione”, afferma Vasiliev, precisando che gli incursori attaccano regolarmente le posizioni russe con munizioni a grappolo.
Sul fronte sud di Donetsk, la stessa fonte segnala che i combattimenti sono passati alla fase posizionale. Le nostre truppe RF stanno utilizzando attivamente l’artiglieria e i TOC (sistemi reattivi con testate termobariche). In risposta, gli ucraini stanno cercando di sondare la difesa russa nella zona di Priyutnoye e Urozhaynoye.