di MOWA
«Una nazione […] è un gruppo di persone unito da un errore comune sulla sua discendenza e una comune antipatia verso i propri vicini.» (Karl Deutsch, Nationalism and Its Alternatives, Knopf, New York 1969, pag. 31)
Che fine ha fatto l’umanità dei governanti di quegli Stati, cosiddetti civili, che assistono, senza intervenire, ad uno sterminio, così ampio, da causare, in breve tempo, la morte di oltre 11.000 persone innocenti che hanno avuto la disgrazia di essere nati in un territorio, ora diventato un lembo del fazzoletto che è Gaza?
Un territorio, quello della Palestina, che sino al 1948, prima dell’arrivo degli occupanti spalleggiati dagli “esportatori di democrazia” inglesi, ha vissuto, per ben 14 secoli, senza grandi problemi e conflitti. E la mappa del 1947 della prestigiosa rivista National Geographic Magazine testimonia di come fosse quel territorio prima dell’insediamento di chi, oggi, rivendica ingiustamente una terra perché si è convinto di averne titolo in ragione di una (per dirla con Karl Marx) nazionalità chimerica.
È triste, oggigiorno, assistere ad una spettacolarizzazione di come una potenza bellica sia diventata la maggior forza attrattiva delle cronache giornalistiche contro quello che, invece, dovrebbe essere (e una volta per i Romani significava originariamente il rapporto affettuoso e doveroso che univa gli uomini) la pietas. Infatti, riporta qualche obiettivo il giornalista, Chris Hedges, che titola inequivocabile “La soluzione finale di Israele per i palestinesi” che:
«hanno sganciato 12.000 tonnellate di esplosivo a Gaza nelle prime due settimane di aggressione per cancellare almeno il 45% delle unità abitative di Gaza, secondo l’ufficio umanitario delle Nazioni Unite. Non hanno alcuna intenzione di essere dissuasi, nemmeno da Washington.» [1]
Il cinismo [2] e l’ipocrisia sono diventati i veri padroni del nostro linguaggio comune che, come un rivolo inquinato, scivola tra le pieghe dei nostri sentimenti e travolge, spazzando via il buon senso e la ragionevolezza. Si assiste, come nella mitologia, impotenti, al soffio d’aria oscura del coppiere Anu (il dio del cielo sumero-accadico), soffio che si rifugia “giù nella terra nera”, dimora e crea un Caos tenebroso e torbido senza che nessuno reagisca e gridi ai quattro punti cardinali che la pace è, e deve ritornare, sovrana tra i popoli. [3]
Bisogna farsi sentire, essere coraggiosi, [4] [5] dimostrare che l’interesse di uno sparuto e insignificante quantitativo di individui non può e non deve prevalere sulla complessità del Mondo e che i numeri stanno dalla parte di chi ha tutto il vantaggio etico, morale… e naturale di rivendicare pace e giustizia per il genere umano. Non si deve avere il timore di essere tacciati o “bollati” come persecutori di quella che è una antistorica, se non addirittura, ridicola nazionalità chimerica proprio da coloro che traggono enormi profitti dalla morte di gente innocente e che sono i proprietari di quelle banche occidentali che fecero fare (fanno?), nel secolo scorso, la stessa fine a milioni di persone ad opera di fanatizzati nazisti. Perché, oggi, si può dire, senza essere smentiti che:
«Il primo ministro Rabin è stato assassinato il 4 novembre 1995 da un fanatico ebreo. La vedova di Rabin, Lehea, ha accusato Netanyahu e i suoi sostenitori per l’omicidio del marito. Netanyahu, che è diventato primo ministro nel 1996, ha trascorso la sua carriera politica alimentando gli estremisti ebrei, tra cui Avigdor Lieberman, Gideon Sa’ar, Naftali Bennett e Ayelet Shaked. Suo padre, Benzion – che ha lavorato come assistente del pioniere sionista Vladimir Jabotinsky (definito da Benito Mussolini “un buon fascista”) – era un leader del partito Herut che ha invitato lo stato ebraico a impadronirsi di tutta la terra della Palestina storica. Molti di coloro che formarono il Partito Herut hanno compiuto attacchi terroristici durante la guerra del 1948 che ha fondato lo stato di Israele. Albert Einstein, Hannah Arendt, Sidney Hook e altri intellettuali ebrei, hanno descritto il partito Herut in una dichiarazione pubblicata sul New York Times come un “partito politico strettamente simile nella sua organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’appeal sociale ai partiti nazisti e fascisti”.» [1]
Note
[1] https://scheerpost.com/2023/11/05/israels-final-solution-for-the-palestinians/
[5]
Un ?゚ヌᄆ parente degli ostaggi del 7 ottobre chiede al mondo di non sostenere #Netanyahu, vuole le sue dimissioni e un cessate il fuoco immediato. In Italia la propaganda gli avrebbe dato dell’antisemita.
Non c’è pace senza la fine del genocidio dei ?゚ヌᄌ e la fine dell’occupazione. pic.twitter.com/x65BDywwhO— Potere al Popolo (@potere_alpopolo) November 10, 2023