di Antonio Greco
Stabilire la residenza in un paradiso fiscale dove le persone fisiche non pagano neanche un euro di imposte sul reddito è una scelta legittima?
In punta di diritto certamente si perché le vigenti norme lo permettono.
Detto questo mi chiedo, se un italiano che ha posto la propria residenza, ad esempio, nel Principato di Monaco, è giusto che mantenga anche lo status di cittadino pur senza concorrere alle spese pubbliche del suo Paese come prevede l’art. 53 della costituzione?
La risposta a mio parere può essere solo una: non è giusto anche se è legittimo.
Ed è proprio in questa apparente contraddizione che si appalesa (a mio modesto parere) un contrasto delle norme sulla cittadinanza con il dettato costituzionale.
Per ritornare all’esempio di prima, i cittadini italiani residenti nel Principato, oltre 8000, acquisiscono un privilegio perché usufruiscono di un doppio binario: residenza estera/cittadinanza italiana.
La prima gli consente di non partecipare con la propria (consistente) ricchezza al dovere del pagamento delle imposte che sono necessarie al benessere della collettività cui appartengono, la seconda (cittadinanza) gli permette, invece, di godere di tutti i diritti personali, sociali e civili, che la costituzione gli riserva, in primis quello indicato all’art. 1.
In sostanza, questi cittadini mantengono tutti i diritti, ma di doveri quasi niente!
Il paradosso di questa situazione si accentua leggendo l’art. 53 che testualmente recita: “TUTTI sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.
L’uso della parola “tutti” (non a caso adoperata dai costituenti) esprime il principio dell’universalità dell’imposta, nel senso che anche gli stranieri, benché non cittadini, sono obbligati al pagamento delle imposte derivanti dal lavoro che svolgono nel nostro paese.
Abbiamo così l’assurdità di avere cittadini che, pur producendo tanta ricchezza, non pagano un euro di imposte ma che usufruiscono di ogni diritto grazie al loro status e stranieri che, pur pagando le tasse nel territorio e contribuendo alle spese pubbliche, sono privi di diritti, in primis quelli politici!
Sembra giusto che pochi privilegiati abbiano solo diritti e (quasi) nessun dovere e tanti emarginati il contrario?
La risposta è semplice: è legittimo ma non è per nulla giusto!