di: Andrea Cinquegrani
Nell’attesa di conoscere il destino – che pare segnato, a meno di imprevedibili colpi di scena dell’ultimo minuto – di Julian Assange sulla base di quanto deciderà la Suprema Corte di Londra circa l’estradizione dell’eroico fondatore di WikiLeaks negli Usa per essere condannato ‘a vita’ (175 anni non sono pochi), ‘Consortium News’ ne ha appena scoperta e denunciata una che più clamorosa non si può.
Ma ben ‘nascosta’ dal mainstream, negata alla conoscenza di tutti i cittadini dai media di regime sempre più cloroformizzati e genuflessi davanti al potere a stelle e strisce. E non solo.
Il Consorzio, infatti, mette in rete una vera ‘bomba’ che la dice lunga sulla reale volontà dei super togati britannici di servire ‘verità e giustizia’: mentre, a quanto pare, sono totalmente obbedienti di fronte ai diktat del ‘padrone’ yankee.
La dirty story ha un nome e cognome ben preciso, che ‘Consortium’ non ha paura di fare: ma gli altri mezzi di ‘disinformazione’ sì, di tutta evidenza intimiditi & asserviti al punto giusto, in grado di propalare solo montagne di fake news.
In basso trovate il link che vi porta a leggere il pezzo nella sua versione integrale.
Ora a seguire una rapida sintesi.
LA VERA ‘STORY’ DI LAWYER JOHNSON
La ‘Suprem Court of London’ è composta da tre toghe.
Il presidente e due giudici.
Ebbene, uno dei due si chiama Jeremy Johnson.
Un nome, un cognome e soprattutto una storia.
Che si commenta da sola.
Ecco il suo pedigree, che potete valutare da soli.
Avvocato (‘lawyer’) Johnson ha lavorato per parecchi anni nel ‘Secret Intelligence Service’ di sua maestà britannica, il famoso (per non pochi, il famigerato) MI6.
Quello, per intendersi, che ha favorito e coperto la latitanza durata ben 8 anni e mezzo a Londra di Roberto Fiore, condannato per tentata strage in Italia, fuggito sulle rive del Tamigi, dove ha coltivato business a molti zeri (di sterline) & riciclato in perfetta tranquillità: sotto il vigile ‘occhio’ dell’MI6.
Servizi davvero perfetti.
Un grande amico, il ‘Fiore nero’ – non dimentichiamolo mai – del presidente del Senato Ignazio Benito La Russa.
Ma torniamo a bomba, ossia a Johnson. Nel suo curriculum fanno capolino anche svariate ‘consulenze’ per il Ministero della Difesa del Regno Unito, sempre ossequiente nei confronti dei capi Usa; come del resto è perfetta la sinergia operativa tra i Servizi dei due paesi, ossia CIA e MI6.
Ok.
Vediamo, più in dettaglio, qualche incarico portato a termine con successo.
Uno su tutti, lawyer Johnson spicca come ‘consulente’ per l’MI6 nel 2007.
Per la precisione, in qualità di ‘osservatore’ durante la lunga (ma infruttuosa, of course) inchiesta per la tragica morte di Lady D., Diana Spencer, e di Dodi al-Fayed, ‘uccisi’ – lo abbiamo sempre scritto e lo ribadiamo – a Parigi sotto il ‘Pont de l’Alma’.
La stessa stampa inglese all’epoca, pur con tutte le cautele e le ‘omissioni’ del caso, riferì che l’MI6era “preoccupatissimo per le possibili rivelazioni” che potevano venir fuori: e proprio per questo motivo il nostro Johnson venne scelto come una sorta di 007, per “partecipare alle udienze”.
Un fedelissimo, dunque.
Per la ‘Difesa’, poi, si rammentano due sue performance da non poco.
Nel 2011 ha ‘seguito’ il caso di un militare britannico, Shaun Woods, che aveva ‘osato’ tirare in ballo la prestigiosa ‘Royal Air Force’ per un delicato e milionario risarcimento danni alla salute: il suo aviere, infatti, si era ammalato precocemente di Parkinson. Meglio ‘monitorare’ bene la situazione e spegnere sul nascere il contenzioso, che avrebbe potuto allargarsi molto pericolosamente a macchia d’olio e soprattutto macchiare l’immacolato onore della ‘Royal’.
Ancor più delicata la seconda ‘mission’ affidata alle mani esperte dell’avvocato Johnson.
Siamo nel bollente scenario iracheno, con la guerra d’invasione anglo-americana continuata per anni. Nel 2013 scoppia il caso ‘Al-Sweady’, che tira in ballo non pochi “soldati britannici che torturano e uccisero illegalmente prigionieri iracheni” quasi dieci anni prima, nel 2004.
E ‘l’avvocato speciale’ fu davvero provvidenziale, perché il caso venne prontamente ed efficacemente stoppato, e non esplose a livello mediatico.
Poco più di un tric trac.
Spiega un detective di ‘Scotland Yard’: “La figura dell’avvocato speciale è molto particolare nel mosaico della nostra Difesa e dell’MI6. Si tratta di un legale selezionato e reclutato ad hoc per ascoltare ‘prove segrete’ in un’aula di tribunale a porte chiuse. Il ‘Developed Vetting’, ossia il ‘Controllo Avanzato’ è richiesto per persone che hanno accesso ‘frequente e non controllato’ a notizie e risorse top secret’.
Ottimo e abbondante.
Un tale cursus honorum ha naturalmente portato il prode Johnson a scalare le vette del potere giudiziario britannico, proiettandolo addirittura nel 2016 sulla cima più alta: proprio quella della ‘Supreme Court of London’.
E la sua carica viene suggellata con la super nomination del 2019, che lo designa tra le toghe-maxime.
E in queste ore il suo ‘trionfo’ si sta celebrando a livello mondiale.
Con la ‘storica’ sentenza Assange.
A seguire, quindi, vi proponiamo il link che vi farà leggere il pezzo messo in rete il 19 febbraio da ‘Consortium News’ e titolato Assange judge worked for MI6 & Defence Ministery.
Poi quello del nostro ultimo articolo sul giallo Assange
E per finire una ‘nostra chicca’: a proposito della ‘libertà di informazione’ (caso Assange docet) e del ‘bavaglio all’informazione’ di cui a volte si sente parlare.
Vi riportiamo in modo molto ‘asettico’ e senza alcun commento i fatti: semplicemente riproducendo due materiali.
26 Febbraio 2024