Stefania Bartoloni
Un 8 marzo per la pace, perché non abbiamo più tempo. Sarà ancora una giornata di lotta per il cessate il fuoco, contro la violenza di genere, per i diritti e per l’autodeterminazione delle donne. Saremo vicine a Ilaria Salis, felicitandoci con le donne francesi che avranno garantita costituzionalmente la libertà di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza, mentre il nostro Paese arretra sempre più. Riprenderemo quel cammino che ha dato forza alla democrazia, tracciato nostre partigiane. Buon 8 marzo a tutte e a tutti!
Pace! Cessate il fuoco! Fermate la guerra, fermate ogni guerra! Sono le parole che vogliamo riecheggino ancora una volta in questo 8 Marzo 2024, Giornata internazionale della donna.
Ancora una volta, perché “Non c’è tempo da perdere”, come titolava un articolo apparso su Noi Donne nel luglio 1944.
C’era la guerra, c’era l’occupazione nazista di gran parte dell’Italia, ma c’erano stati gli scioperi degli operai e delle operaie di tante fabbriche del Nord e stava crescendo la lotta partigiana, la Resistenza.
“Pane e pace” e “guerra alla guerra” le parole che hanno accompagnato le donne dall’Antifascismo alla Resistenza e poi nella Ricostruzione e nella rinascita del Paese. Un tutt’uno di storia, di lotte, di sofferenze ma anche di tante conquiste, di diritti per le donne e per l’intera società italiana.
Parole antiche e parole nuove che, insieme, sentiamo il dovere di scandire con forza perché vanno di pari passo e accompagnano il bisogno di libertà, di diritti, di autodeterminazione, di parità e di pari opportunità gridato da tante donne delle aree più disperate del mondo ma anche da tanti “civilissimi” Paesi europei, compreso il nostro, dove lo spaventoso numero di femminicidi fa da specchio rifrangente al degrado sociale e culturale, all’assenza di servizi, alle disparità salariali.
Salutiamo con piacere la decisione dell’Assemblea Nazionale francese che in questo 8 marzo ha scelto di riconoscere e garantire costituzionalmente la libertà delle donne di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza. Una decisione accompagnata da una diffusione capillare di servizi nel territorio messi a disposizione delle scelte delle donne.
Nel nostro Paese, dove vantavamo una legislazione di avanguardia per l’organizzazione dei servizi alla persona, per la sanità, per l’infanzia, insieme al loro smantellamento, registriamo amaramente che in Parlamento sono state depositate proposte di legge per “il riconoscimento dei diritti giuridici del concepito”, diritti giuridici che negherebbero la libertà di scelta della donna!
Violenze medioevali che accomunerebbero la legislazione italiana a quella dell’autocrate ungherese Orban, della cui “giustizia” e “umanità” sta pesantemente pagandone le spese la nostra Ilaria Salis, a cui in questo 8 Marzo inviamo il solidale abbraccio del Coordinamento donne dell’ANPI e l’augurio di un suo rapido rientro in Italia.
(foto)
Purtroppo, come per la democrazia, anche per i diritti, niente va mai dato per scontato ne ci si può distrarre a lungo tra egoismi e indifferenze. Tanto più qualora dovesse essere approvato definitivamente il disastroso e sciagurato disegno di legge di autonomia differenziata.
“La libertà – scrive la Partigiana Teresa Vergalli” – è l’unico modo per vivere una vita degna di essere vissuta, piena di speranza, di aspirazioni, di possibilità … Il problema dei passi avanti è che, ad un certo punto, ci si stanca di guardare indietro e si finisce per darli per scontati …”.
Abbiamo bisogno e abbiamo il dovere di salvaguardare quel “diritto alla memoria” riconosciuto proprio dalla “presa di parola” della lotta delle nostre Partigiane, di tutte le donne della Resistenza e delle conquiste dei movimenti delle donne*.
Stanche di guardare indietro o malate e malati di “presentismo”, per dirla con il XXVII Rapporto Censis, ci stiamo ritrovando in un mondo dove le violenze e la negazione della dignità umana, hanno riaperto la strada a sopraffazioni, a paure e alla guerra.
Addirittura nucleare, di cui si è ricominciato a sentir parlare a proposito di armi tattiche e strategiche. Armi che le innovazioni tecnologiche e le scienze potrebbero mettere a disposizione per combattere la fame, le malattie, la desertificazione e i disastri ambientali, e che invece rappresentano il potenziale di annientamento degli esseri umani e del nostro pianeta.
Nel pieno della crisi dei missili a Cuba Norberto Bobbio, già nel 1964 sosteneva “le vie della pace non possono che essere affidate al ritorno della ragione”* e quindi della diplomazia, della multilateralità e della convivenza pacifica.
Sono passati sessanta anni ma oggi è il tempo di riprendere insieme il cammino della pace. Incontriamoci, parliamo, riprendiamo insieme quel cammino che ha dato forza alle donne e le ha viste protagoniste della libertà e della democrazia di questo Paese.
In nome di ogni donna e in nome di tutte le donne che con determinazione, con ostinazione affermano il diritto alla libertà, all’autodeterminazione, alla parità e alle pari opportunità ritroviamoci nelle ragioni e nei valori del nostro primo 8 Marzo 1946, che con il simbolo della mimosa scelto da tre giovani partigiane, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, segnando “la fine dell’inverno e la rinascita primaverile della natura”, contribuì a ridare voce alle donne del nostro Paese.
Buon 8 Marzo, buona Giornata internazionale della donna a tutte e a tutti.
(foto) Tamara Ferretti, responsabile Coordinamento Donne Anpi
NOTE
* Stefania Bartoloni, Tra femminismo e movimento pro pace: per una biografia di Irma Melany Scodnik, in La contemporaneità del passato. Studi in onore di Renato Moro”, Carocci Editore, 2021
*Norberto Bobbio, Lezioni sulla guerra e sulla pace, La Terza Edizioni, 2024