di MOWA
«Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini.» (Frida Kahlo)
Sono trascorsi otto mesi da quel fatidico 7 ottobre 2023 in cui un commando di Hamas fece incursione ad un rave israeliano, prese diversi ostaggi (oltre 245) e causò dei morti. Quanto avvenne veramente non si è mai saputo visto le fake che sono subito girate sul web e sulle televisioni occidentali. Il giorno seguente, invece, cominciò la reazione israeliana guidata da Benjamin Netanyahu, una reazione tremenda che ha causato, al momento, oltre 36000 morti tra i civili palestinesi in maggioranza donne e bambini inermi.
Un assedio alla striscia di Gaza che molti coloni israeliani fremevano di ottenere da tempo e a cui l’azione di Hamas ha dato il pretesto di mettere in atto, una carneficina immane promossa dal primo ministro Netanyahu e dal ministro della difesa Yoav GALLANT. Così, l’espansione del già controllato 85% dei territori della Palestina storica (il 40% della sola Cisgiordania) con continui abusi e ladrocinii di spazi realizzato negli anni dai coloni è stato legittimato.
Quanto sta accadento in Palestina ha mosso le coscienze nel Mondo e le persone stanno reagendo, la stessa Corte Penale Internazionale dell’Aja ha avviato un processo su denuncia del Sud Africa che di aparteid ha vissuto e sofferto per anni. La sentenza finale letta dal Procuratore della CPI Karim A.A. Khan KC parla di mandati d’arresto per la situazione dello Stato di Palestina nei confronti dei ministri israeliani Benjamin Netanyahu e Yoav GALLANT, e dei palestinesi Yahya SINWAR, Mohammed Diab Ibrahim AL-MASRI, Ismail HANIYEH. (vedi link delle Nazioni Unite sotto [1])
Una decisione che arriva tardiva rispetto agli abusi fatti ( e ancora in atto) dagli israeliani ma che dimostra un cambiamento di paradigma sulla sbandierata “democrazia” di quel paese usurpatore nel Mondo.
Scopre, così, il Mondo che questi israeliani non sono poi quello che hanno dipinto sinora i vari paesi loro sostenitori, come gli Usa,…, ma cinici calcolatori che hanno programmato l’usurpazione (furto) del territorio palestinese, sotto l’alibi e/o copertura di una religione che non prevede, tra l’altro, nulla di tutto ciò come ben spiegato dalle varie comunità ebraiche collocate nei vari Paesi. La conferma di questa grave affermazione di furto dei territori palestinesi la troviamo nella sconvolgente video-intervista della giornalista Francesca Mannocchi, andata in onda durante la trasmissione Propaganda-live (il 24 maggio 2024) alla “madrina dei coloni”, “settantottenne dell’ultradestra ebraica, amica del ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir”, Daniela Weiss, [2] la quale afferma “candidamente” che:
«Da ora in poi dedicheremo la nostra vita per fare una Gaza tutta ebraica» … «Costruiremo delle comunità a Gaza. Prenderemo la Striscia e la divideremo in lotti e li distribuiremo ai soldati e alle loro famiglie.» «Costruiremo gli insediamenti, e educheremo i bambini a sognare Gaza e piano piano costruiremo con la influenza politica, e presto arriverà….più presto di quanto si pensa.»
La giornalista, a questo punto, in trasmissione, avverte che:
«Non facciamo l’errore di pensare che l’estremismo ebraico così espresso sia folkloristico e minoritario. Ci sono tre fattori: il coraggio di fare, il consenso pubblico e l’influenza politica. Prima non c’era niente in Giudea e Samaria adesso ci sono 750mila coloni. Continuate a manifestare noi intanto facciamo. E questa visione convince. E mentre noi stiamo qui a pensare ‘ma figurati sono estremisti’ loro raccolgono i nomi delle famiglie che vogliono andare a Gaza e il consenso del ministro della Sicurezza Nazionale Ben Gvir» [3]
Inorriditi da quanto affermato da quella colonizzatrice e dopo l’osservazione della giornalista Mannocchi ci si chiede quali differenze ci siano tra quel sionismo, con l’occupazione dei territori palestinesi, e la cultura nazista. Se si cercano, nelle pagine dell’Enciclopedia Museum, spiegazioni che riguardano l’Olocausto si può leggere:
«I Nazisti adottarono anche la visione del darwinismo sociale sulla teoria evolutiva della “sopravvivenza del più forte”: per i Nazisti, le possibilità di sopravvivvere di una razza dipendevano dalla sua capacità di riprodursi e moltiplicarsi, unita a quella di conquistare il territorio necessario al mantenimento e al sostentamento della crescente popolazione. Inoltre, essi consideravano fondamentale la salvaguardia della purezza del proprio patrimonio genetico, in modo da preservare le caratteristiche “razziali” uniche delle quali la “Natura” li aveva dotati e che avrebbero permesso loro di prevalere nella lotta per la sopravvivenza. Siccome ogni “razza”, nella visione nazista, cercava di crescere e svilupparsi, e siccome lo spazio sulla terra non è infinito, la lotta per la sopravvvivenza finiva “naturalmente” per sfociare nel confronto militare e nella conquista violenta. Di conseguenza, la guerra – e persino la guerra perpetua – era vista come parte fondamentale della natura e condizione umane.» [3]
E, ancora:
«La maggior parte delle persone sarebbe d’accordo nel dire che ogni essere umano possiede un naturale istinto di sopravvivenza, ma Hitler arrivò fino a teorizzare l’esistenza di un istinto collettivo, basato sull’appartenenza a un gruppo, a un popolo, o a una razza (termini per lui, come già detto, intercambiabili). Per i Nazisti, questo istinto collettivo implicava sempre la salvaguardia della purezza della “razza” e la lotta per la conquista del territorio a danno delle altre “razze”… Mantenere la purezza genetica era importante, secondo Hitler e secondo altri, perché mischiare le varie etnie avrebbe alla fine portato alla bastardizzazione e alla degenerazione della razza, al punto da causare la perdita dei suoi caratteri unici e quindi anche della capacità di difendersi in modo efficace. Se ciò fosse avvenuto, come risultato quella razza sarebbe stata condannata all’estinzione. L’acquisizione di nuove terre era dunque vitale, insisteva Hitler, per permettere l’espansione della popolazione. Senza la conquista di nuovi territori per sostenere l’aumento demografico, Hitler era convinto che una razza sarebbe giunta prima alla stagnazione e poi alla definitiva scomparsa.» [3]
A questo punto sarebbe importante chiedersi se sia, ancora, il caso di prendere le difese di un paese che opprime un altro popolo depredandolo e massacrando la popolazione e di finanziare economicamente (da parte delle comunità ebraiche internazionali) questo Stato-criminale che continua a disattendere le risoluzioni dell’Onu (ora anche della CPI all’Aja) che chiede di bloccare la deriva nazional-sionista e fermare la carneficina in atto. Importante è dire basta e fare pressione sui governi affinchè appoggino, finalmente, le risoluzioni Onu e facciano applicare la sentenza della CPI.
NOTE:
[1] Dichiarazione del Procuratore della CPI Karim A.A. Khan KC: Richieste di mandati d’arresto per la situazione dello Stato di Palestina https://unric.org/it/dichiarazione-del-procuratore-della-cpi-karim-a-a-khan-kc/
[2] Francesca Mannocchi a Propaganda Live: l’intervista integrale
[3] https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/victims-of-the-nazi-era-nazi-racial-ideology