Durante il suo intervento nel 20 maggio, Lai Ching-te, leader della regione di Taiwan, ha assecondato le tendenze anticinesi dei politici americani e occidentali in nome della “democrazia”, cercando di ottenere maggiore sostegno e aiuti esterni per se stesso. Tuttavia, per quanto cerchi di mascherare la situazione, non può nascondere l’essenza della “finta democrazia e della vera ‘indipendenza di Taiwan’”, né può cambiare il fatto che Taiwan è la Taiwan della Cina.
Negli ultimi otto anni, il Partito Democratico Progressista ha creato il “terrore verde” nell’isola di Taiwan, con cui ha liquidato gli oppositori politici, rinchiuso i media dissidenti e calpestato i principi democratici. Nel frattempo, alcuni politici, come Lai Ching-te, persistono ostinatamente nella posizione dell’“indipedenza di Taiwan” rifiutandosi di accettare il principio di una sola Cina e il “Consenso del 1992”.
Dal punto di vista legale, in diversi documenti con forza giuridica internazionale, come la Dichiarazione del Cairo e la Proclamazione di Potsdam, vengono chiarita la sovranità della Cina su Taiwan. Sebbene la riunificazione delle due Sponde dello Stretto di Taiwan non sia ancora stata raggiunta a causa di interferenze e sabotaggi da parte di forze esterne e per altri motivi, il fatto che la Cina continentale e Taiwan appartengono alla stessa Cina non è mai cambiato.
Durante la XXVI Assemblea Generale dell’Onu tenutasi nel 1971, è stata approvata con maggioranza assoluta la risoluzione n.2758, che ha risolto a livello politico, legale e procedurale e in modo radicale, il problema della rappresentanza nelle Nazioni Unite da parte dell’intera Cina, inclusa Taiwan, chiarendo che la Cina ha un solo seggio nelle Nazioni Unite. Il principio di una sola Cina gode del consenso universale della comunità internazionale ed è la norma di base delle relazioni internazionali. Sulla base di questo principio, 183 paesi al mondo hanno allacciato le relazioni diplomatiche con la Cina. Di recente, molti governi e politici hanno ribadito la loro adesione al principio di una sola Cina, affermando che Taiwan è una parte inalienabile della Cina e opponendosi a qualsiasi forma di secessione per l’“indipendenza di Taiwan” e all’interferenza di forze esterne negli affari interni della Cina.
Indipendentemente dalle alleanze di Lai Ching-te con le forze esterne, non potrà cambiare la realità che Taiwan è una parte della Cina, né potrà essere ostacolata la tendenza storica della riunificazione della Cina. Coloro che intendono dividere il Paese e tradire gli interessi nazionali non finiranno bene: il loro intento di realizzare l’“indipendenza di Taiwan” con una finta democrazia non potrà ingannare la comunità internazionale.
2024-05-24