Mike Whitney
unz.com
Nel disperato tentativo di evitare un’umiliante sconfitta in Ucraina, “il Segretario di Stato Antony Blinken avrebbe chiesto al Presidente Biden di dare il via libera ad attacchi missilistici ucraini contro obiettivi in profondità nel territorio della Russia“. Il cambiamento di politica non avrà alcun impatto materiale sulla guerra terrestre in corso in Ucraina, anche se potrebbe innescare una risposta che metterebbe la NATO in conflitto diretto con Mosca. In breve, l’incombente sconfitta di Washington in Ucraina ha costretto i responsabili dell’amministrazione ad attuare una strategia che potrebbe innescare una terza guerra mondiale. Questo è tratto dal New York Times:
Fin dai primi invii di armi americane sofisticate all’Ucraina, il presidente Biden è sempre stato fermo su un divieto: il presidente Volodymyr Zelensky ha dovuto accettare il fatto che non avrebbe mai potuto usarle per colpire il territorio russo, perché questo avrebbe violato il mandato di Biden di “evitare la terza guerra mondiale”.
Ma il consenso intorno a questa politica sta venendo meno. Spinto dal Dipartimento di Stato, all’interno dell’amministrazione è in corso un vigoroso dibattito sull’allentamento del divieto per consentire agli ucraini di colpire i siti di lancio dei missili e le postazioni di artiglieria appena al di là del confine con la Russia – obiettivi che, secondo Zelensky, [essendo stati lasciati indisturbati] avrebbero consentito le recenti conquiste territoriali di Mosca.
Per mesi Zelensky ha sferrato attacchi contro navi, impianti petroliferi e centrali elettriche russe, ma lo ha fatto in gran parte con droni di fabbricazione ucraina, che non hanno la potenza e la velocità delle armi americane… Ora gli Stati Uniti sono sempre più sotto pressione affinché aiutino l’Ucraina a colpire obiettivi militari in territorio russo… con armi fornite dagli Stati Uniti….
Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di addestrare le truppe ucraine all’interno del Paese, piuttosto che mandarle in un campo di addestramento in Germania. Ciò richiederebbe l’invio di personale militare americano in Ucraina, cosa che finora Biden ha proibito. Questo solleva la questione di come gli Stati Uniti reagirebbero se gli addestratori, che probabilmente verrebbero acquartierati vicino alla città occidentale di Lviv, venissero attaccati. I russi hanno periodicamente preso di mira Lviv, anche se è distante dalle principali aree di combattimento….
I russi… sono stati abbastanza espliciti riguardo alle preoccupazioni americane su un’escalation del conflitto. Questa settimana hanno iniziato esercitazioni pubbliche con le unità che sarebbero coinvolte nell’uso di armi nucleari tattiche, quelle che verrebbero usate contro le truppe ucraine. I notiziari russi hanno affermato che si tratta di “una risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce dei funzionari occidentali contro la Russia”…
Le attuali manovre.. vengono liquidate come spacconate ed esibizioni di forza….
Nell’intervista al Times, Zelensky ha respinto i timori di un’escalation, affermando che il presidente russo Vladimir V. Putin ha già intensificato la guerra. E ha ritenuto improbabile che Putin manterrebbe fede alla sua minaccia di usare un’arma nucleare.… Inside the White House, a Debate Over Letting Ukraine Shoot U.S. Weapons Into Russia, New York Times
Non perdiamo tempo in giri di parole: gli attacchi missilistici sul territorio russo sono un flagrante atto di aggressione contro la Federazione Russa. Sono un’aperta dichiarazione di guerra. L’amministrazione Biden si sta impegnando in una politica che metterà gli Stati Uniti contro la Russia in una guerra tra superpotenze nucleari.
Perché? Perché Biden sta facendo una cosa del genere?
Perché gli Stati Uniti sono pesantemente impegnati nell’esito della guerra in Ucraina, che l’Ucraina sta perdendo alla grande. Ecco un breve riassunto da parte del colonnello Daniel Davis, veterano di guerra e analista militare:
Fidatevi di me quando vi dico che non c’è alcuna possibilità che l’Ucraina riesca a vincere una guerra contro la Russia. Per l’Ucraina non esiste alcun percorso verso la vittoria militare. Punto. Non importa se le diamo 60 o 120 o 200 miliardi di dollari. Non cambierà nulla, perché le basi su cui, a livello di nazione, si fonda una forza di combattimento sono irrimediabilmente dalla parte della Russia. Non si può invertire la tendenza perché non si possono cambiare le basi.
La potenza aerea è dalla parte della Russia, la difesa aerea è dalla parte della Russia, il potenziale militare-industriale è dalla parte della Russia, cosa che le consente di produrre una grande quantità di cannoni, munizioni, armi in generale, droni, attrezzature per la guerra elettronica e, soprattutto, la popolazione è dalla parte della Russia. La Russia ha più persone e ne avrà sempre di più… A mio parere, è irragionevole continuare a sperare che l’Ucraina possa vincere se diamo solo un po’ più di soldi, perché non funzionerà…. L’UCRAINA NON VINCERA’ MAI….Punto. Tenente Colonnello dell’Esercito degli Stati Uniti in pensione Daniel Davis con oltre 20 anni di esperienza militare di combattimento. Daniel Davis@peacemaket71
Non sorprende che le opinioni di Davis siano condivise dalla grande maggioranza degli esperti militari che hanno seguito da vicino gli eventi sul campo. La valutazione complessiva di questi esperti è invariabilmente la stessa: l’Ucraina sta perdendo, e sta perdendo male. Non ci sarà alcuna inversione di tendenza perché in ogni settore della capacità di combattimento la Russia ha un chiaro vantaggio. L’Ucraina non ha la potenza di fuoco, gli aerei, i carri armati, i veicoli blindati, i missili, l’artiglieria pesante, i sistemi di difesa aerea, le munizioni, la capacità industriale o le truppe necessarie per far retrocedere l’esercito russo o anche solo per fermare la continua offensiva russa. In poche parole, l’Ucraina non può vincere e non vincerà. E questo non è solo il punto di vista di uomini come Davis che pensano che i combattimenti debbano cessare immediatamente. È anche l’opinione di élite globaliste, come Richard Haass, che pensa che la guerra dovrebbe essere prolungata. Haass è il presidente emerito del prestigioso Council On Foreign Relations e i suoi punti di vista sull’Ucraina sono probabilmente condivisi da un’ampia fetta di élite benestanti che pensano che ci sia qualcosa da guadagnare trascinando il conflitto per un altro anno o giù di lì. Date un’occhiata a questo estratto di un recente articolo di Haass e vedete se riuscite ad individuare le somiglianze tra la sua analisi e quella di Davis:
… cosa dovrebbero cercare di ottenere l’Ucraina e i suoi sostenitori in Occidente? Cosa dovrebbe costituire un successo?
Alcuni rispondono che il successo dovrebbe essere definito come il recupero da parte dell’Ucraina di tutto il territorio perduto, per ristabilire i confini del 1991…. Questo sarebbe un grave errore. Non fraintendetemi: ristabilire dei confini legittimi e legali sarebbe altamente auspicabile perché dimostrebbe che l’aggressione non è accettabile. Ma la politica estera deve essere fattibile oltre che auspicabile e l’Ucraina non è semplicemente in grado di liberare la Crimea e le sue regioni orientali con la forza militare.
La matematica è inevitabile. La Russia ha troppi soldati e un’economia di guerra in grado di produrre grandi quantità di armi e munizioni. Nonostante le sanzioni, la Russia è stata in grado di aumentare la sua base militare-industriale e ha accesso ad armi e munizioni prodotte in Iran e Corea del Nord e a prodotti e tecnologie cinesi che contribuiscono allo sforzo bellico del Cremlino.
Un altro fattore che si oppone al tentativo dell’Ucraina di riconquistare le proprie terre con la forza è che le operazioni offensive tendono a richiedere molto di più in termini di uomini, equipaggiamento e munizioni rispetto agli sforzi difensivi. Questo è particolarmente vero quando il difensore ha avuto la possibilità di costruire fortificazioni, come la Russia ha fatto in gran parte del territorio ucraino che occupa. Why Mounting another Counteroffensive in 2025 would be a Mistake, Novaya Gazeta
Quindi, Haass ammette apertamente che la guerra è una partita sbagliata e che l’Ucraina non può ragionevolmente aspettarsi di riprendere i territorio persi. Ammette che “la Russia ha “troppi soldati” “un’economia di guerra capace di produrre grandi quantità di armi e munizioni” (capacità industriale illimitata) e “la Russia… ha accesso ad armi e munizioni… che contribuiscono allo sforzo bellico del Cremlino”. In breve, l’analisi di Haass è identica a quella di Davis. Entrambi concordano sui fondamenti, ovvero che l’Ucraina non può e non vincerà.
Ma poi l’articolo prende una piega insolita, in cui Haass inspiegabilmente trae dalla sua analisi conclusioni esattamente opposte a quelle di Davis. Si tratta di un sorprendente gioco di prestigio retorico che farebbe invidia a Svengali. Ecco cosa dice dopo aver elencato le numerose ragioni per cui l’Ucraina non vincerà la guerra:
“Secondo alcuni, il successo dovrebbe essere definito come il recupero da parte dell’Ucraina di tutto il territorio perduto, per ristabilire i confini del 1991…. Questo sarebbe un grave errore”.
Pensateci un attimo. Quindi, secondo Haass, vincere la guerra non significa più vincere la guerra. Non significa riconquistare il territorio catturato, non significa espellere i russi dall’Ucraina orientale e non significa prevalere nella guerra terrestre. Allora, “cosa” significa, esattamente?
Haass spiega:
“Quale strategia… dovrebbero perseguire l’Ucraina e i suoi sostenitori? In primo luogo, l’Ucraina dovrebbe porre l’accento sulla difensiva, un approccio che le consentirebbe di sfruttare le sue limitate risorse e di ostacolare gli sforzi della Russia.
In secondo luogo, all’Ucraina dovrebbero essere dati i mezzi – le capacità di attacco a lungo raggio – e la libertà di colpire le forze russe ovunque in Ucraina, così come le navi da guerra russe nel Mar Nero e gli obiettivi economici all’interno della Russia stessa. La Russia deve sentire il peso di una guerra che ha iniziato e prolungato.
In terzo luogo, i finanziatori dell’Ucraina devono impegnarsi a fornire aiuti militari a lungo termine. L’obiettivo di tutto ciò è segnalare a Vladimir Putin che il tempo non è dalla parte della Russia e che non può sperare di durare più dell’Ucraina. Why Mounting another Counteroffensive in 2025 would be a Mistake, Novaya Gazeta
Quindi, questa è la nuova strategia? Questo è il piano B?
Sì, a quanto pare. E guardate cosa comporta il piano B:
1. Rintanarsi in posizione difensiva.
2. Usare “capacità di attacco a lungo raggio” per colpire obiettivi in Russia (è da qui che Blinken ha preso l’idea?).
3. Pompare altri miliardi nel “buco nero” ucraino per prolungare una guerra che non può essere vinta.
In breve, provocare, tormentare e infliggere il maggior dolore possibile alla Russia per tutto il tempo necessario.
Per tutto il tempo necessario? Cosa significa?
Haass spiega anche questo:
Un cessate il fuoco provvisorio quasi certamente non porterebbe a nulla di simile alla pace, che probabilmente dovrà attendere l’arrivo di una leadership russa che scelga di porre fine allo status di paria del Paese. Questo potrebbe non accadere per anni o decenni.
Quindi il vero obiettivo è il cambio di regime. Che sorpresa!
Non si tratta solo di “spostare i paletti” (cambiando la definizione di “vincere” una guerra). È una rivelazione dell’agenda dell’élite, che guarda oltre la fatua propaganda sull’”aggressione non provocata” e si concentra interamente sulla geopolitica, la forza trainante delle relazioni internazionali. Nella mente di Haass, l’Ucraina non è un campo di battaglia sul quale i patrioti ucraini e russi sacrificano le loro vite per i loro Paesi. No. Per Haass, l’Ucraina è la porta d’accesso fondamentale all’Asia centrale, che si prevede sarà la regione più prospera del prossimo secolo. I plutocrati occidentali intendono essere i principali attori dello sviluppo dell’Asia centrale (il Perno sull’Asia) e per questo stanno cercando di rimuovere il più grande ostacolo alla penetrazione occidentale, ovvero la Russia. Una volta che la Russia sarà stata indebolita e fatta arretrare, Washington sarà libera di impiantare le sue basi militari in tutta l’Eurasia, gettando le basi per contenere la sua rivale, la Cina, attraverso le provocazioni, l’accerchiamento e lo strangolamento economico.
Ecco perché la definizione di “successo” di Haass è più flessibile di quella della gente comune, che valuta queste questioni guardando alle loro enormi sofferenze umane. Nella visione globalista, questi aspetti sono di secondaria importanza. Ciò che conta davvero è il potere, il potere grezzo, geopolitico, sotto forma di egemonia globale. Questo è l’obiettivo strategico finale. Non conta nient’altro.
Ed è per questo che l’amministrazione Biden sta per approvare l’uso di armi d’attacco a lungo raggio di fabbricazione americana per distruggere obiettivi in territorio russo. Perché – anche se questo non aumenta le possibilità dell’Ucraina di vincere la guerra – contribuisce a far avanzare l’agenda geopolitica globalista che considera l’Ucraina un semplice trampolino di lancio per attaccare la Russia.
Le élite sono così ubriache di arroganza che si sono auto-convinte che Putin non considererà questi attacchi missilistici sul territorio russo come una dichiarazione di guerra. E invece lo sono.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/giving-ukraine-missiles-to-shoot-into-russia-is-a-declaration-of-war/