Alberto Castiglione
Quale Italia stiamo costruendo? Quella suggerita e sancita della Carta Costituzionale o un’Italia che assomiglia, e non poco, al piano di rinascita democratica della loggia massonica deviata “P2” di Licio Gelli?
Partiamo da una provocazione, provocazione che ha il sapore amarissimo della quasi constatazione: ma davvero il piano di riforme costituzionali di questo governo sta andando nella direzione giusta, quella dell’attuazione della Costituzione stessa?
Già Licio Gelli, Maestro Venerabile e fondatore della Loggia “P2”, prima di morire aveva dichiarato pubblicamente che “buona parte dell’assetto del Paese previsto dal programma della P2 era stato realizzato”: era il 2015. Giustizia e libertà di stampa: basta prendere oggi, anche in maniera quasi marginale, questi due ambiti – tra test psico-attitudinali ai magistrati e leggi bavaglio per la stampa – e vedere come le parole del “maestro” piduista in effetti, e a ben guardare, non suonino, nel 2024, soltanto come simpatiche battute o surreali previsioni.
Rinfreschiamo la memoria
La loggia Propaganda 2, originariamente parte del Grande Oriente d’Italia, fu sciolta formalmente nel 1974 e successivamente ricostruita nel 1975 sotto la guida del Maestro Venerabile Licio Gelli, che la trasformò in una forza in grado di condizionare il sistema economico e politico italiano, imprimendogli una svolta in senso autoritario. Negli elenchi di quel migliaio di iscritti figuravano 43 generali e l’intero vertice dei Servizi segreti, 11 questori, 5 prefetti, 4 editori, 44 parlamentari, ministri e banchieri (come Sindona e Calvi), reali (come Vittorio Emanuele di Savoia), imprenditori (Silvio Berlusconi), diplomatici (come il conte Edgardo Sogno con il suo progetto di ‘golpe bianco’) gente del mondo dello spettacolo (Claudio Villa e Alighiero Noschese), il presidente dell’Eni Leonardo Di Donna, magistrati e giornalisti (Maurizio Costanzo e il direttore del Corsera, Franco Di Bella), tutti in ruoli chiave del Paese. Tanto che lo stesso Gelli dirà in seguito – con una delle sue battute ammiccanti – che chi era iscritto alla Loggia coperta (i cui membri non sono conosciuti dagli affiliati ad altre logge) non lo faceva per motivi di carriera, perché la carriera l’aveva già fatta.
Dire che la P2 era una solo una loggia massonica è impreciso, non ne dà il senso profondo: era un sistema di potere occulto disposto a tutto per sé le logge sono delle associazioni non particolarmente riservate. “Propaganda 2” era dunque un meccanismo sofisticato che consentiva a vaste porzioni di gruppi determinati di far sì che le decisioni fondamentali e gli affari più rilevanti di una comunità venissero gestiti attraverso canali sotterranei invisibili, in modo che i cittadini avessero la sensazione di essere governati nell’ambito di una democrazia, mentre invece le vere decisioni erano assunte attraverso percorsi diversi e non trasparenti: insomma, quel sistema criminogeno a cui oggi facciamo riferimento nel descrivere l’intreccio tra criminalità, politica e affari. Infine, ma non per ultimo, i depistaggi di altissimo livello sulle grandi stragi di mafia & company degli ultimi 30/40 anni, su cui ancora non riusciamo a fare piena luce e chiarezza, non rispondono forse a questo modo di intendere lo Stato e la amministrazione della giustizia? Quindi forse verrebbe da dire che non soltanto il “piano di rinascita” a più riprese cerca di essere attuato, ma soprattutto che la P2, in fondo, non è mai morta.
Nel nostro Paese esiste ancora una mentalità diffusa che agevola il potere occulto, a tutti i livelli, anche se un po’ di anticorpi dovremmo averli sicuramente sviluppati. Qualcuno parlerà di dietrologia e complottismo certo. Qualcun altro parlerà della solita critica di parte qualcuno, forse, ed anche in maniera più furba tacerà: saranno quelli che continueranno a portare questo Paese in quella direzione, allontanandolo sempre più dai principi e dai valori della Costituzione Italiana.