Tratto da RangeloniNews
10 anni fa nella capitale ucraina i manifestanti del Maidan (quelli che a colpi di molotov ed armi da fuoco conquistarono i palazzi del potere chiedendo “democrazia” e “libertà”) condannarono la repressione della polizia, accusando Yanukovich di essere un dittatore sanguinario.
Quelle stesse persone che criticavano le forze dell’ordine oggi indossano una divisa e quotidianamente, in diverse città, prendono a botte i propri concittadini colpevoli solamente di non voler diventare carne da cannone.
La caccia all’uomo è sempre più violenta e tollerata in quanto le autorità ucraine hanno tutta l’intenzione di combattere ad oltranza. Da qui nasce la necessità di compensare con urgenza le ingenti perdite al fronte. Chi voleva arruolarsi volontariamente lo ha fatto già molto tempo fa, ora occorre costringere tutti gli altri.
Oggi a Odessa si è tenuta una rissa tra i funzionari del centro di reclutamento militare e gli equipaggi di diverse ambulanze. Le tensioni sono nate dopo che i soccorritori, dopo aver ricevuto una chiamata, sono giunti presso il centro di reclutamento a prestare aiuto una persona che si era sentita male all’interno della struttura. Quando i medici hanno provato ad accompagnare l’uomo verso l’ambulanza, i militari hanno tentato di ammanettare anche i membri dell’equipe e sottoporli alle verifiche per un possibile reclutamento forzato, trattenendoli per oltre quattro ore.
Intanto l’Italia continua a spedire armi e finanziamenti per difendere i presunti “valori democratici sostenuti dall’Ucraina”.