di MOWA
«Le elezioni sono un pretesto magnifico per la urlante immonda speculazione pussista. Per noi sono un mezzo di raccolta e di camouflage.» (Mussolini a D’Annunzio 30 ottobre 1919)
La prevalenza del mondo occidentale ha sposato la concettualità liberale, pensandola la soluzione migliore per tutelare la propria democrazia, ma, questa, se da una parte sembra fautrice di libertà civili, politiche, nonché promotrice “di interessi generali della società”, dall’altra, in contraddizione, si compiace dei suoi averi facendo comparire, da subito, la sua più grande criticità che è quella di averla trasformata in liberalismo, dove il principio cardine è quello che il potere dello Stato debba essere limitato per favorire la libertà d’azione del singolo individuo. E, infatti, non sono casuali i continui stravolgimenti, perpetrati da gruppi organizzati, della Carta Costituzionale per privarla della valenza valoriale e sociale e concentrarla in mano a pochi.
Tra i vari tentativi (alcuni portati a compimento) di stravolgimento della Costituzione italiana, per andare verso una deriva élitaria, vi sono stati, in primis la modifica del Titolo V della Costituzione, e poi quelli riguardanti il pareggio di bilancio (art. 81), la trasformazione del sistema elettorale che da proporzionale puro è stato cambiato in maggioritario e questo, tra l’altro, ha comportato la violazione dei diritti degli italiani durante le elezioni politiche del settembre 2022, quelle vinte dall’attuale premier, come affermato dalla Corte europea dei diritti umani (Cedu) che ha accolto, il ricorso degli esponenti radicali [1]. Ora, dulcis in fundo vi è un altro prossimo sgarbo che vedrà un “premierato” (elezione diretta del presidente del Consiglio) che sovvertirebbe completamente i princìpi valoriali della prima Carta .
«L’articolo 5 della riforma è stato modificato in più parti durante l’esame in commissione Affari costituzionali e va a toccare l’articolo 92 della Carta.
La norma stabilisce che il “presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per cinque anni, per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Le elezioni delle Camere e del Presidente del Consiglio hanno luogo contestualmente”.
Inoltre viene previsto che “la legge disciplina il sistema per l’elezione delle Camere e del presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche”. Il presidente del Consiglio “è eletto nella Camera nella quale ha presentato la candidatura”…».
«…Durante la seduta di mercoledì mattina i gruppi di minoranza avevano sollecitato il Governo e la maggioranza a intervenire per fare chiarezza sulla legge elettorale e spiegare il meccanismo dell’elezione diretta considerata il perno della riforma costituzionale.» [2]
Ma a nulla sono valse le proteste degli ultimi “mohicani” politici, quelli che speravano, di portare sulla strada della ragione quei servizievoli lacchè di un subdolo potere masso-finanziario credendo di riuscire a sgretolare le lusinghe del posto comodo e privilegiato garantito che, invece, come un tarlo rosica la struttura democratica sino a farla cadere.
Si vede, invece, una graduale ascesa politica al potere di diverse figure che vanno verso un sistema che sta privando e priverà noi tutti di quella libertà, dei diritti e di tutte le conquiste ottenute negli ultimi ottant’anni di Repubblica antifascista, una Repubblica, è importante ricordare, costata la vita di tutti gli antifascisti che si sono battuti durante la Resistenza per lasciarci un paese in pace, libero e democratico.
NOTE:
[1] Legge elettorale, Italia a giudizio davanti alla Corte europea dei diritti umani
[2] Cosa prevede l’articolo più importante (approvato) del ddl Premierato
Foto di stefan moertl