di MOWA
«La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici.» (Epitteto)
Quando fandonie su fandonie vengono diffuse per modificare e falsare la Storia, diventa difficile, per gli studiosi, ricostruire una verità che sia più attendibile e oggettiva possibile.
Questo è ciò che le generazioni future devono temere maggiormente, di essere privati della verità storica e del proprio passato. Ogni pagina riscritta non oggettivamente ed in modo falsato danneggia non solo l’individuo ma l’intera collettività arrivando a mettere in discussione l’equilibrio di un sistema democraticamente condiviso.
Perché questa osservazione e perché proprio ora?
Perchè siamo di fronte ad un attacco concentrico (e il sostantivo non è casuale) da parte dell’imperialismo, quell’imperialismo economico-culturale che sta portando scientemente alla deriva milioni di persone oppresse, creando situazioni di odio reciproco per nascondere i propri piani destabilizzanti da cui solo loro trarranno enormi vantaggi.
La vendita delle armi nel Mondo è solo uno degli aspetti messi in atto per il raggiungimento di tali obiettivi, vendita che, passa prima attraverso un odio senza senso, [1] che serve ad alimentare quel fuoco di irrazionalità in cui la massa diventa, purtroppo, portatrice inconsapevole di disvalori.
I tentativi di revisionismo storico sono molteplici e su diversi piani di esecuzione come rilevato da Antonio Scurati su “il Manifesto”:
«Il tentativo di mettere in discussione la verità storica e giudiziaria delle stragi di matrice neofascista da parte della destra che governa questo Paese è palese, è dichiarato, è programmatico e soprattutto gravissimo. Sia nel metodo che nel merito». [2]
Giustamente, è andato vano il tentativo, perpetrato da Isabella Rauti (figlia di Pino e sottosegretaria alla difesa del governo Meloni) che ha visto archiviata la sua denuncia contro lo storico Davide Conti che sulle pagine del quotidiano “il Manifesto” sosteneva che suo padre:
«fondatore del gruppo eversivo filo-nazista Ordine Nuovo responsabile della strage di Piazza Fontana e sciolto per decreto dal ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani nel 1973» [3]
… la giudice Cirianna nella sentenza di archiviazione precisava:
«da un punto di vista di analisi storica, Pino Rauti (invero emerge da una qualsiasi consultazione di fonti aperte) è sempre stato inquadrato come leader di Ordine Nuovo insieme a Clemente Graziani, da cui si è separato nel 1969. Su dozzine di libri di storia Pino Rauti compare come leader di Ordine Nuovo» [3]
Sono costanti i tentativi di calembour (giochi di parole) da parte di persone delle istituzioni atte a far passare inosservate alcune opzioni storiche indigeribili del passato come accertato da Giulio Cavalli in un suo post:
«Un soffio c’era già nelle parole del presidente del Senato Ignazio Maria Benito La Russa: “vile attentato da sentenze attribuito a matrice neofascista” aveva detto in occasione dell’anniversario della strage di Bologna. Delimitare una verità storica e di coscienza collettiva a un mero risultato giudiziario è un modo sottile e furbo per sminuire. Che la strage di Bologna del 2 agosto del 1980 fu un vile attentato dei neofascisti che ammazzarono 85 persone e ne ferirono più di 200 è scritto nelle sentenza ma è scritto anche nel tortuoso percorso giudiziario, sempre intralciato da depistaggi di Stato (di matrice neofascista). Per questo Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, nel suo discorso durante la commemorazione ha ricordato che “le radici di quell’attentato figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo”. Nella sentenza si legge chiaro e tondo che il condannato Paolo Bellini ha dichiarato di essere stato “infiltrato per conto di Almirante”. E il partito di Giorgia Meloni fieramente ha le radici in quell’Msi. L’atto finale dello smascheramento è l’intervista di ieri in cui Federico Mollicone, deputato di FdI e presidente della Commissione cultura alla Camera, dichiara che la sentenza sulla strage di Bologna è frutto di “un teorema politico per colpire la destra”. Sono le stesse parole dell’ex portavoce del presidente della Regione Lazio Francesco
Rocca. Marcello De Angelis fu costretto alle dimissioni. Mollicone lo salveranno. Ma lo spirito è quello lì. Le radici sono quelle lì. Non c’è nemmeno bisogno di inchieste. Basta chiedere.» [4]
Sempre più spesso ci troviamo di fronte a “figure politiche” (vergognose, per non dire ingombranti) che, nel tempo, hanno avuto frequentazioni con movimenti anti-democratici come, ad esempio, Casa Pound [5], nel tentativo, forse, di legittimare l’organizzazione.
Oppure, a cariche istituzionali che sino a pochissimi anni fa parlavano di un dittatore come di un grande statista come se, tutto ciò potesse essere considerato normale. [6]
Forse, però, la regola del mentire e raccontare il falso appaga maggiormente molti mercenari politici. Raccontano le cronache giudiziarie, che Carlo Cicuttini, che era il segretario della sezione del Msi di Manzano, dato che nella strage di Peteano i carabinieri uccisi vennero attirati in trappola da una telefonata, si fece fare, addirittura, un’operazione alle corde vocali nel timore di essere identificato. E ancora il segretario del MSI, Almirante, quando venne rinviato a giudizio per favoreggiamento, evitò il processo avvalendosi di un’amnistia prima dell’inizio del dibattimento…
Questi soggetti, confidando nella incontrovertibilità delle cose, distruggono la credibilità e l’onorabilità della politica, ma devono fare attenzione perchè la Storia è piena di venticelli rivoluzionari… e se insistono così…
NOTE:
[1]
Brendan era al lavoro mentre feccia razzista gli ha bruciato l’auto.
Turno di 12 ore come badante.Brendan col suo lavoro permette agli altri di vivere meglio.
Difende la sua gente.
È centomila volte più patriota lui che la teppaglia dell’ultradestra. pic.twitter.com/3MdYuUe18r— Giuliano Granato (@Giul_Granato) August 7, 2024
[3] https://ilmanifesto.it/rauti-contro-conti-il-gip-archivia-la-querela
[4]
Un soffio c’era già nelle parole del presidente del Senato Ignazio Maria Benito La Russa: “vile attentato da sentenze attribuito a matrice neofascista” aveva detto in occasione dell’anniversario della strage di Bologna. Delimitare una verità storica e di coscienza collettiva a un… pic.twitter.com/SaPR7CSz6s
— Giulio Cavalli (@giuliocavalli) August 5, 2024
[5]
[6]
A proposito di cultura e matrice:
“Credo che Mussolini sia stato un buon politico, significa che tutto quello che ha fatto, l’ha fatto per l’Italia e non ci sono stati altri politici come lui negli ultimi 50 anni” (Giorgia Meloni nel 1996) pic.twitter.com/bcyeI5C9i2
— Massimo (@Misurelli77) August 5, 2024
Foto di Richard Hedrick