di MOWA
«Male non fare, paura non avere» (Alessandro Manzoni, Promessi sposi VIII cap.)
I giorni del governo meloniano si inanellano, implacabilmente, uno dietro l’altro, regalandoci ripetute scene di isterismo politico da parte dei vari membri del centro-destra, che, manifestando disagio su quanto promesso e non mantenuto nella campagna elettorale, addossano le colpe del non fatto all’opposizione.
Non solo hanno sviato le loro responsabilità verso altri ma incrementano, ovunque la repressione deliberando aggravanti e/o evidenziando nuovi reati, ad esempio: – reato di blocco stradale o ferroviario attuato con il proprio corpo, alle norme ‘anti-Ponte’ e ‘anti-Tav’ con il fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica’;- resistenza passiva in carcere o nei centri per migranti, ribattezzate ‘anti-Gandhi’, per chi all’interno del carcere, ‘partecipa ad una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o di resistenza all’esecuzione degli ordini impartiti, e, se commessi da tre o più persone riunite, vi è una punizione con la reclusione da uno a cinque anni’;-castrazione chimica per i reati sessuali, vecchio campo di battaglia della Lega; – cancellato il differimento obbligatorio del carcere per le detenute incinta o madri con figli fino a un anno… E così via! Aggravando, tra l’altro, il problema delle carceri che ormai scoppiano di persone in eccesso.
Una destra che ha nel proprio DNA storico il disordine ed il caos per procedere nel torbido e lo stanno dimostrando, in una delle tante trovate propagandistiche, con il caso dell’avanti e indietro dall’Albania con sedici disperati fuggiti dalla loro terra in cerca di serenità, su una nave militare a spese delle finanze pubbliche. Quasi un miliardo di euro che potevano essere investiti in tutt’altro modo colmare un pochino il disagio di molti altri. Ma, tutto ciò, non avrebbe fatto clamore e, allora, è convenuto spalancare i polmoni e fare la voce grossa per sembrare ancora più forti. Però, i magistrati hanno rovinato tutto facendo tornare i migranti in Italia perché hanno applicato le leggi nazionali, europee e internazionali, facendo fare la fine delle tre sorelle sirene Partenope, Leucosia e Ligea che si uccidero per non essere riuscite a trattenere l’eroe Odisseo.
Una storia, quella di questo basso profilo politico governativo, che si contorce con ridicole piroette lessicali come quelle fatte dal ministro della giustizia che prima attacca i magistrati per le norme applicate su quello specifico caso e, poi, scoperta la correttezza dei magistrati si trincera dietro un dispositivo scritto in altra lingua dall’italiano e, forse, non capito o interpretato male. [1]
Ma come potevano questi reazionari essere tanto diversi da quelli del secolo scorso e non smentirsi con la vendetta? Ne andrebbe del loro “onore”.
Vendetta verso la magistratura che non tarda a venire se non dopo poche ore.
Indovinate come?
Fanno uscire dal cilindro magico uno scritto del magistrato che viene utilizzato come uno strofinaccio per le storpiature delle parole facendolo risultare reo di appartenenza politica a quello che era il campo di battaglia di Silvio Berlusconi e dipingendolo come sovversivo.
Si riportano le parole dello scritto del magistrato che i meloniani hanno tagliato e cucito a loro uso e consumo creando disordine tra le figure istituzionali:
«Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni.
Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto.
In secondo luogo perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico si danni dell’intera magistratura.
In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi.
Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze.
Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì». [2]
Tutto ciò porta a livelli massimi lo scontro, infatti, la seconda carica dello Stato (Ignazio La Russa) parla di modificare la Costituzione. Guarda caso, la Costituzione e la Magistratura erano (e sono) gli obiettivi non ancora realizzati del Piano di Rinascita della Loggia massonica P2. Dunque, viste le insistenze da parte di diversi politici (in ogni formazione) di rispolverare i suddetti piani della P2 è confermato quanto afferma chi dice che realizzarne i piani resta il massimo obiettivo per qualcuno.
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