di MOWA
Fra le “brutture” della vita ci sono quelle che si avvicinano molto a ciò che, convenzionalmente, chiamiamo prostituzione e che, invece, sempre convenzionalmente, viene camuffata, purtroppo, da “opportunità per fare carriera” e che, invece, è chiaro mercimonio.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito a scenette denominate “bunga-bunga” che hanno diviso il paese tra sostenitori e contrari: alcuni additavano tutto ciò come scandaloso ed altri “bollavano” i primi come “invidiosi perché volevano esserci loro” e questo senza tener conto che in molti ambienti questa è una pratica usuale che non desta tale clamore.
Bisognerebbe andare a vedere in quanti uffici, magazzini, officine, fabbriche (che siano pubblici o privati è indifferente) ciò avviene quotidianamente ed aprire un vero e proprio (e perenne) contenzioso sull’effettiva “faccia tosta” che hanno alcuni di “farla franca” ed altri no.
Il mercimonio del sesso si manifesta, persino, nei posti deputati a tutelare tali fenomeni come, ad esempio, le organizzazioni sindacali che diventano, in alcuni casi, (anch’esse) opportunità di “carriera”.
Ci sono state, ad esempio, “imperiali” donne, del più grande sindacato, che si sono immerse nel Gange, nella speranza che il segretario/amante (nonostante fosse sposato) tornasse tra le loro braccia perché il sostegno amoroso valeva l’opportunità di stabilizzazione a tempo indeterminato, invece, del posto di precaria … in barba agli altri precari o ad, eventuali, graduatorie.
Molte volte l’insistenza verso tali pratiche di quel sessuomane segretario sindacale lo spingeva (come l’endorfina anestetizza il dolore) a magnificare i “cappelli” della tal malcapitata precaria, promettendo (sempre) la stabilizzazione, pur di ottenere lo scopo voluto, non importava che costei fosse di destra e fosse stata l’amante di un terrorista di destra dal cui rapporto era nato un pargolo, l’importante era solo che si concedesse, per puro piacere e che per interesse lo sostenesse nei congressi a ri(s)catto della “parola data”.
Il risultato dell’uso “improprio” del sesso: segretario premiato al congresso e trasferito da Milano a Roma e le ex-precarie inserite nelle cariche dirigenziali degli organi sindacali con, un ulteriore aiuto, quello di essere elette nelle ultime RSU.
Tante ne combinò questo segretario con l’uso “improprio” del sesso che dovette anni fa, persino, rivolgersi ad un legale pur di far desistere una delle “illuse amanti”.
Queste pratiche (non di certo morali ed etiche, usate per ottenere una stabilità di lavoro sono deprecabili sia perché sviliscono decenni di battaglie fatte dalle donne per l’emancipazione e sia perché riproducono schemi, più che patriarcali, padronali nei luoghi di lavoro) vanno, giustamente, combattute, a maggior ragione, nelle organizzazioni sindacali.
E non voglio immaginare cosa sia disposto a cedere un segretario sindacale di siffatta natura durante le trattative, come non voglio immaginare cosa sia disposto a fare o a raccontare per arrivare all’obiettivo prefissato… E mi vengono i brividi… se penso a quella casa Aler che non aveva diritto d’avere e per il quale finì sulle cronache dei giornali.
Troppo bello pensare che Venditti avesse conosciuto costoro per ispirarsi alla canzone “Ricordati di me” che recita: “Ma non c’è sesso e non c’è amore, né tenerezza nel tuo cuore che raramente s’innamora”.