Nuovo schiaffo della troika – Bce, Fmi e UE – alla Grecia. Domenica notte il parlamento ellenico ha approvato, mentre in piazza Syntagma protestavano 15 mila persone, una legge che contiene alcuni provvedimenti di liberalizzazione in alcuni settori importanti dell’economia del disastrato paese, in cambio della solita tranche di ‘aiuti’, del valore di 8,5 miliardi di euro, che non farà altro che aumentare il debito di Atene e rendere la Grecia ancora più dipendente dai prestiti della troika. Dal 2010 Atene ha già ricevuto prestiti per ben 240 miliardi di euro in cambio di un processo violentissimo di aggressione allo stato sociale, ai diritti dei cittadini e dei lavoratori, di tagli ai salari, di privatizzazioni che hanno impoverito il paese e in particolare i settori sociali più deboli.
Il megadecreto d’urgenza liberalizza taxi, autotrasporti, farmacie e panetterie ma al suo interno è contemplata anche la ricapitalizzazione delle banche.
Una delle misure più contestate è quella che impone la deregulation delle licenze per le farmacie e che apre le porte alla vendita di farmaci, senza alcun controllo medico, nei supermercati.
Ma lo scontro politico più forte, che ha rischiato di far saltare la maggioranza parlamentare che sostiene il governo fantoccio di Antonis Samaras, é stato sul latte, con i creditori internazionali che hanno insistito per ampliare la definizione di ‘latte fresco’ fino ad una scadenza di 11 giorni, in modo da facilitare le importazioni di latte da altri paesi continentali con una penalizzazione degli allevatori ellenici già sull’orlo della bancarotta. Di fatto la troika ha imposto che la durata del ‘latte fresco’ non sia più di massimo 5 giorni come finora avveniva, ma che questa venga decisa dall’azienda produttrice (!) a seconda della tecnologia di cui dispone, e visto che in Grecia non ci sono aziende che producono latte a lunga conservazione se ne avvantaggeranno i colossi stranieri del settore.
Dopo vari giorni di dibattito parlamentare acceso sulle misure di deregulation imposte dalla troika, che hanno anche visto le dimissioni del ministro dell’Agricoltura Maximos Harakopoulos, proprio sulla questione del latte, a favore del pacchetto hanno votato 152 deputati e 135 contrari (sei deputati dell’opposizione appartenenti al gruppo neonazista di Alba Dorata, sono in carcere da alcuni mesi).
Varie categorie sociali e settori di lavoratori hanno già convocato proteste e manifestazioni mentre i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale per il prossimo il 9 aprile.
La polizia ha vietato manifestazioni e raduni nel centro di Atene dalle 6 del mattino alle 11 di sera sia oggi che mercoledì, in concomitanza con l’arrivo nella capitale greca dei ministri delle Finanze europei che si riuniscono informalmente per l’Eurogruppo e poi per l’Ecofin. Dimostrazioni di protesta ma anche semplici assembramenti di folla saranno vietati in gran parte del centro di Atene, soprattutto nelle vicinanze dello Zappeion, l’edificio in stile classico in cui si svolgeranno le riunioni dei ministri. La polizia ha già dispiegato migliaia di uomini nelle vie della città mettendo in atto rigide misure di sicurezza.
Il divieto di manifestazione é stato deciso dai responsabili dell’ordine pubblico dopo che diverse organizzazioni sociali e politiche avevano annunciato la volontà di realizzare dimostrazioni di protesta contro le politiche di austerity del governo e i diktat dell’UE. Un divieto che il sindacato Adedy – che rappresenta i lavoratori del settore pubblico – e i partiti di sinistra hanno definito antidemocratico e inaccettabile, chiamando comunque i propri aderenti a manifestare nel centro della capitale greca oggi pomeriggio.
Intanto in queste ore le isole della Grecia saranno irraggiungibili dal continente a causa dei due giorni di sciopero indetto dalla Federazione Nazionale dei Lavoratori Marittimi (Pno). I marittimi, intanto, minacciano di continuare la loro agitazione se non saranno accettate le loro richieste, che riguardano, tra l’altro, l’immediato ritiro delle norme imposta dall’Ue e dal FMI sul settore marittimo.