A cura di Raffaele Simonetti
E’ arrivata da pochi minuti la sentenza della Corte di Cassazione che annulla la sentenza del tribunale della libertà che ora dovrà riformulare il reato per i quattro in base alle indicazioni della Cassazione. Cade quindi il reato di terrorismo e il tentativo spregiudicato della procura di Torino che tiene in carcere dallo scorso dicembre Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
L’estrema forzatura dei pm con l’elmetto che hanno basato tutta l’accusa sul reato del “270 sexies’(connesso al 280 ):, “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti” va in pezzi se giudicata fuori dalle mura amiche della città di Torino.
Esiste un ‘caso Torino’ perchè di fatto la Cassazione è da 13 anni annulla le fantasie della procura
- 2001: la cassazione annulla le sentenze di Torino che condannavano Edo, Sole e Baleno per associazione sovversiva.
- 2012: la cassazione annulla l’ordinanza del tribunale del riesame di Torino che ha tenuto in carcere per mesi due no tav accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale
- 2014: la cassazione annulla l’ordinanza del tribunale del riesame di Torino che aveva confermato l’accusa di terrorismo contro 4 no tav, tenendoli in carcere per 6 mesi.
Tutte misure richieste dalla procura di Torino, oggi come 13 anni fa e tutte puntualmente smentite dalla cassazione di Roma.
Tutte richieste che sembravano e sembrano smisurate, sproporzionate, assurde, gonfiate, senza bisogno di essere giuristi.
Sarebbe ora di prendere atto dell’anomalia in corso nella procura torinese e nel pool di pm con l’emetto che oggi, dopo il dossier sulle strane amicizie del pm Rinaudo, la bufala dell’aggressione all’autista (montata poi da pm e media)e la sentenza odierna, ha perso definitivamente credibilità.
16 maggio 14
No Tav accusati di terrorismo: la Cassazione rimanda gli atti al Tribunale della libertà
L’accusa nei confronti dei quattro attivisti dovrà essere riformulata
di MEO PONTE
Il compressore bruciato nell’attentato al cantiere Attesa per ore, la sentenza della sesta sezione della Corte di Cassazione è arrivata pochi minuti prima della mezzanotte: annullata la sentenza del tribunale della libertà che ora dovrà riformulare il reato per i quattro in base alle indicazioni della Cassazione.
I ricorsi sono stati presentati dai legali di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, i quattro attivisti in carcere da cinque mesi con l’accusa di terrorismo.
Soddisfatto uno dei legali degli attivisti, Claudio Novaro, che afferma: “Era un’accusa che non stava in piedi in alcun modo. Non stiamo parlando di una manifestazione di piazza e quello che accadde non ha nulla a che vedere con fatti di terrorismo”.
Nella vicenda sotto la lente della Suprema Corte per la prima volta è stato applicato il reato del ‘270 sexies’, “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti”.
L’accusa della Procura è stata appoggiata anche dal Tribunale della libertà di Torino lo scorso 9 gennaio.
“E’ ravvisabile la finalità di terrorismo – ha scritto il riesame – L’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese. E’ stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.
Ma quella sentenza è stata annullata dai giudici della Suprema Corte e ora andrà riformulata.
La decisione dei giudici della Cassazione, riferita a un ricorso presentato dopo la decisione del Tribunale della libertà e quindi nella cosidetta “fase cautelare”, dovrebbe incidere solo marginalmente sul processo che si aprirà giovedì prossimo nell’aula bunker della Vallette ma di certo è destinata a pesare in modo determinante sulle strategie investigative e giudiziarie della Procura della Repubblica di Torino. Strategie decise con grande sofferenza da Giancarlo Caselli nel suo ultimo anno come capo della Procura torinese che affermò un principio: “Non perseguiamo la protesta ma semplicemente i reati commessi”.
15 maggio 14
La Cassazione riapre la partita dell’accusa di terrorismo ai No Tav
“Va riformulata”. Gli atti al Tribunale della Libertà. Per ora la libertà non arriva
Sabato migliaia di attivisti sono scesi in piazza a Torino per chiedere la libertà dei quattro No Tav arrestati. Ma la scarcerazione non è arrivata
Massimiliano Peggio
«Liberi, Liberi» gridavano pochi giorni fa, in una Torino eccezionalmente blindata, migliaia di manifestanti No Tav scesi in corteo per protestare contro l’arresto di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi.
Liberi per il momento non lo saranno ancora, ma l’accusa di terrorismo per gli attacchi al cantiere di Chiomonte rischia di vacillare, secondo le difese.
Con la decisione della Cassazione di annullare con rinvio l’ordinanza dei giudici del Riesame, il processo di fronte alla corte d’Assise si aprirà sotto un’altra atmosfera.
In carcere dal 9 dicembre scorso per aver attaccato il cantiere con «finalità terroristiche», danneggiando così l’immagine dell’Italia impegnata a costruire la linea dell’Alta Velocità, i quattro sono in attesa del processo.
La parola passerà ora alla corte d’Assise, il prossimo 22 maggio, presieduta dal giudice Pietro Capello (lo stesso del caso Musy) e Paola Trovati, giudice a latere, tutt’e due magistrati di grande esperienza, più sei giudici popolari.
La procura non la considera una sconfitta. Anzi, la Cassazione ha richiesto di rimotivare la decisione del Riesame ma non dispone la scarcerazione. Gli atti, stando alle valutazioni della procura, andrebbero restituiti agli stessi giudici che avevano deciso e non ad altri, nel senso che il capo di imputazione, al momento, non subirà mutazioni.
Gli avvocati del Legal Team però esultano, anche se sono cauti. La battaglia è all’inizio.
«Aver annullato la decisione del Riesame – dice Claudio Novaro – non vuol dire aver cancellato i reati. Il processo è tutto da fare e la corte d’Assise è libera di decidere in autonomia».
Il che vuol dire che potrebbe confermare l’ipotesi della procura, accettando la qualificazione giuridica della finalità terroristiche degli attacchi. Attacchi messi a segno con bombe molotov nel maggio 2013, all’interno di una lunga catena di episodi. Le indagini, grazie per lo più alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di far emergere l’esistenza di un’attività organizzata, con più gruppi impegnati ad agire con azioni «paramilitari».
Non a caso ieri la procura della Cassazione, rappresentata dal Pg Giovanni D’Angelo aveva chiesto la conferma della detenzione in carcere per «l’accusa di danneggiamento con finalità terroristiche».
16 maggio 2014
La procura: “Annullamento tecnico, l’accusa di terrorismo regge”
Secondo i magistrati il Tribunale della libertà deve motivare meglio.
Uno dei legali No Tav: “Soddisfatti, ora un processo normale”.
I No Tav: “Sconfitti i pm con l’elmetto”
Le prime reazioni a caldo in procura, pochi minuti dopo l’arrivo del dispositivo che annuncia che “La Corte annulla l’ordinanza impugnata limitatamente ai reati di cui ai capi a) e b) e rinvia per nuovo esame al tribunale di Torino”, sono improntate a ottimismo.
Nella sostanza, nessuna bocciatura dell’accusa di terrorismo, ma un invito al Tribunale della libertà a formularla meglio.
Dunque, secondo i pm, l’accusa di terrorismo rimane.
L’annullamento sarebbe dovuto a un vizio procedurale nella motivazione.
Di parere diverso i difensori dei quattro attivisti. “Siamo molto soddisfatti per questa decisione della Cassazione che ha accolto la nostra tesi sulla non configurabilità dell’accusa di terrorismo a carico degli attivisti No-tav: era questo, infatti, il nodo centrale del nostro ricorso. Questo incide positivamente sul processo che è imminente e che ora si svolgerà come un processo ‘normale’ una volta sgomberato il campo da questa accusa pesante”.
Questo il commento all’Ansa dell’avvocato Claudio Novaro che insieme a Giuseppe Pelazza ha difeso in Cassazione i quattro attivisti.
E poco prima dell’una arriva il commento sul sito NoTav.info:
“Cade il tentativo spregiudicato della procura di Torino che tiene in carcere dallo scorso dicembre Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. L’estrema forzatura dei pm con l’elmetto che hanno basato tutta l’accusa sul reato del 280 e il 280 bis va in pezzi se giudicata fuori dalle mura amiche della città di Torino – si legge ancora sul sito -. Sarebbe ora di prendere atto dell’anomalia in corso nella procura torinese e nel pool di pm con l’emetto che oggi, dopo il dossier sulle strane amicizie del pm Rinaudo, la bufala dell’aggressione all’autista (montata poi da pm e media), la sentenza odierna, ha perso definitivamente credibilità”.
16 maggio 14
FOTO: manifestazione NoTAV © Luca Perino