Su segnalazione di Raffaele Simonetti
COMUNICATO STAMPA
In riferimento al volume dello storico Gaetano Dato “Vergarolla 18 agosto 1946. Gli enigmi di una strage tra conflitto mondiale e guerra fredda”, recentemente edito per i tipi della LEG con prefazione di Roberto Spazzali che sarà presentato il prossimo 13 giugno alla Camera dei Deputati constatiamo che la pubblicazione metta in luce come in base alla documentazione disponibile non sia possibile sostenere la tesi delle responsabilità jugoslave nella strage, tesi negli ultimi tempi suggerita con insistenza, attraverso congetture ed illazioni, da alcune associazioni degli esuli nonché da ultimo nella rappresentazione teatrale “Magazzino 18″ del cantante Simone Cristicchi.
La ricerca di Dato è stata finanziata dal Circolo di Cultura Istro Veneta “Istria” nonchè dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dato tanto più significativo se si pensa alle dichiarazioni della Presidente Debora Serracchiani che il 18 agosto dello scorso anno in assenza di riscontri interpretava pubblicamente i fatti di Vergarolla come un “messaggio chiaro dei servizi segreti di Tito agli italiani di Pola e dell’Istria”.
Le conclusioni cui giunge Dato sono in linea con le più rigorose ricerche svolte negli ultimi anni da studiosi croati – Čonč, 2009, Eksplozija na Vergaroli u Puli 18. kolovoza 1946. godine: pokušaj rekonstrukcije i izazovi tumačenja e Dukovski, 2011, Povijesna ekspertiza tragedije na pulskoj Vargaroli- e italiani come Claudia Cernigoi, che nel suo studio di un anno fa “Strategia della tensione in Istria” (disponibile al sito internet http://www.diecifebbraio.info )sosteneva sostanzialmente, come oggi Dato, che la documentazione esistente non consente di avallare la tesi sulle responsabilità jugoslave, evidenziando altresì indizi di altre possibili responsabilità, italiane o angloamericane.
Ci auguriamo che il contributo di Dato possa contribuire a svelenire il dibattito sulle vicende dell’Alto Adriatico, intervenendo con il rigore del metodo scientifico laddove negli ultimi anni è stata invece allestita una campagna basata su affermazioni infondate e tendenziose. Tale iniziativa di rigore e verità è peraltro già da anni intrapresa, tra gli altri, dagli storici specialisti di queste vicende riuniti nella collana “Resistenza Storica” della casa editrice Kappa Vu, tra cui la già citata Cernigoi.
La Redazione del sito Diecifebbraio.info
11 giugno 2014
Di seguito, in ordine cronologico decrescente, alcuni riferimenti per meglio inquadrare la questione:
- L’allarmato comunicato dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) del 5 giugno scorso che «richiama i soci, gli esuli, gli amici residenti a Roma e nel suo territorio a partecipare in numero rilevante alla presentazione».Vergarolla opera dei neofascisti? La tesi in un libro presentato alla Camera
- L’articolo della storica Claudia Cernigoi del 6 settembre 2013 che presenta e analizza le principali fonti sulla strage e – tra l’altro – ridimensiona fortemente le «carte dei National Archives di Kew Gardens» sbandierate con tanta sicurezza dalla Serracchiani (vedere il successivo riferimento):STRATEGIA DELLA TENSIONE IN ISTRIA: LA STRAGE DI VERGAROLLA
- La dichiarazione delle presidente della Regione Friuli Venezia Giulia del 18 agosto 2013:ESODO E STRAGI: SERRACCHIANI ONORA VITTIME ISTRIANEche ha questo passaggio:
La consultazione delle carte dei National Archives di Kew Gardens, vicino a Londra, che conservano anche i documenti relativi agli avvenimenti dell’immediato dopoguerra in Istria ha permesso di accertare quello che in molti avevano già capito: era il messaggio chiaro dei servizi segreti di Tito agli italiani di Pola e dell’Istria. Pochi mesi dopo l’esodo verso l’Italia si fece massiccio.
- Un capitolo del libro di Lino Vivoda: “In Istria prima dell’esodo – Autobiografia di un esule da Pola” , Edizioni Istria Europa, Imperia 2013, pubblicato da L’Arena di Polail 24 luglio 2013:Vergarolla strage titoista