di MOWA
A Roma, nei giorni scorsi, c’è stato un evento mondano di non poco rilievo: l’ambasciatore statunitense ha invitato centinaia di “amici” italiani per un rinfresco a Villa Taverna, la sua residenza romana.
Le personalità intervenute, compostamente e sotto gli occhi vigili dell’“intelligence” statunitense e della sicurezza italiana, si sono messi in fila per poter entrare nell’ambasciata.
Tutto bene, anzi, meravigliosamente bene!
Già (strano!?) non hanno avuto il minimo disturbo da parte di quei soliti organizzatissimi ed informatissimi “rompiscatole” di antagonisti antimperialisti che si trovano, invece, di sovente, nelle manifestazioni popolari e che fanno scatenare un pandemonio infernale.
Tutto liscio senza incidenti di sorta (meglio così ovviamente) ma come mai non c’era nemmeno l’ombra di un incappucciato Black Bloc che lancia non sassi o molotov ma, almeno, uno “yankee go home”?
Non hanno letto i giornali o riviste di gossip (“gli incappucciati” non si abbassano a quel livello!) che informavano dell’evento?
Eppure le vie di Roma “gli incappucciati” le conoscono molto bene perché c’erano stati qualche mese prima ed avevano fatto succedere di tutto e di più con il risultato che avevano fatto picchiare una bella “fetta” di manifestanti… Do you remember “Roma, i movimenti in piazza: scontri in via Veneto” o “Roma, scontri al corteo dei movimenti. Cariche in via Veneto, un ferito grave”?
“Gli incappucciati” non possono sostenere che c’erano troppi agenti delle forze dell’ordine perché questo è il loro “pane quotidiano”… il loro motivo di vita… Più forze dell’ordine ci sono più è alta la “gloria” da poter incorniciare fra le mitiche gesta del loro nichilismo…
E, quindi, qual’è stato il vero motivo della loro assenza in una così ghiotta occasione?
Proviamo a fantasticare cominciando dalle più banali:
- Ferie?
- Hanno perso la cartina con indicate le vie per scappare?
- Non si sarebbero sentiti a loro agio tra tanti pizzi, papillon e gemelli delle camicie?
- La lavanderia non vi aveva, ancora, consegnato la felpa con il cappuccio?
- Il “capo” del gruppo non aveva trasmesso la notizia? Come mai?
- Avevano fatto la scelta, proprio ora, di convertirsi e diventare bravi cittadini?
- Eravate tutti indisposti per colpa di una festa “alternativa” (non poteva essere altrimenti) la sera prima?
Quale di queste motivazioni? O c’è dell’altro?
Non sappiamo con certezza chi possano essere stati “i disgraziati” che hanno fatto delle manifestazioni un circo, con le “bestie feroci” da rinchiudere ogni qual volta esprimono il loro disagio sociale, ma visto cosa succede, anzi, “non succede”, quando ci sono alcune personalità che si potrebbe sospettare che vi sia un nesso logico tra i disordini ed “pizzi e merletti”… Come se fosse la triste conclusione che non si possono disturbare quelle personalità e, mentre si pensa a questo, vengono alla mente “Cos’è questo golpe? Io so” di Pasolini .
Pasolini diceva in quello scritto:
“Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia…
[…]
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico – non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento – deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente – se il potere americano lo consentirà – magari decidendo “diplomaticamente” di concedere a un’altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon – questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.”
L’informazione si è limitata a scrivere degli occhiali griffati di Grillo invece di chiedere perché costui (come gli altri) fosse lì e proferisse la frase al giornalista “Non si può mai sapere…”
Sapere che cosa?
Che avere sotto controllo l’arrabbiatura degli oppressi fa si che possano (gli statunitensi) stare tranquilli perché i loro piani politici si realizzeranno?… E che possano continuare a destabilizzare, impunemente, l’Italia?
Avremmo voluto la diretta sulla rete o, almeno, il dettagliato resoconto di cosa si siano detti prima, durante e dopo il convivio. Per rispetto agli elettori. Glielo devono per obbligo e non per cortesia. Altrimenti Pasolini aveva ragione da vendere prima che venisse, stranamente, ucciso.
Attendiamo con fiducia.