Le forze sociali e politiche non potranno migliorare la situazione se non incominceranno a mettere mano alle forti sperequazioni che vi sono tra i pensionati partendo dal divario che c’è tra chi percepisce faraonici assegni dall’INPS ed ha (in essere) pluricariche milionarie con queste altre che rasentano l’indecenza di un paese che si definisce civile. Si rivedano, seriamente, i conti dei dirigenti su quanto versano effettivamente negli anni di lavoro e quanto percepiscono nella speranza di vita … molto ma molto meno di quello che si creda (o fanno credere). Giusto per iniziare a lavorare sulle ingiustizie sociali.
I dati diffusi dall’Istat relativi al 2013: il 13,4%, pari a 2,1 milioni di persone, si è situato al di sotto di 500 euro. E le pensioni per le donne risultano ancora quasi di un terzo più leggere: 1.081 euro contro una media di 1.297.
Nel 2013 il 43% dei pensionati, ovvero 6,8 milioni di persone, ha ricevuto uno o più assegni per un importo totale medio mensile inferiore a mille euro lordi. Tra questi, il 13,4% pari a 2,1 milioni si è situato al di sotto di 500 euro.
CROLLO PENSIONI A rillevarlo è stato l’Inps nel consueto rapporto annuale. Dove emerge anche che il 2013 ha segnato un crollo delle pensioni liquidate, anche a seguito della stretta prevista dalla riforma Fornero. Guardando alla Gestione privata, le nuove liquidazioni, per anno di decorrenza, mostrano per i dipendenti privati un calo del 32% per le pensioni di anzianità/anticipate e del 57% per la vecchiaia sul 2012.
ALLE DONNE ANCORA MENO Le pensioni per le donne risultano ancora quasi di un terzo più leggere: nel 2013 a fronte di un reddito pensionistico medio pari a 1.297 euro lordi al mese, le donne si fermano a 1.081, importo del 30,1% (-466 euro) inferiore rispetto a quello degli uomini (1.547 euro). Il 2013 , infine, ha evidenziato un saldo negativo di 9,9 miliardi, dovuto in larga parte all’ex Inpdap. Il patrimonio netto è invece pari a 7,5 miliardi (dato di preconsuntivo), valore che migliora tenendo conto della legge di stabilità. Quindi, è stato spiegato, non è a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico.
9 luglio 2014