Lo rivelano due cablo resi noti da Wikileaks. Per l’ambasciatore Usa a Roma Spogli, l’Italia andava riallineata al pensiero della Casa Bianca, Medio Oriente compreso. Sia Veltroni che Berlusconi agli Usa andavano bene. Prodi no.
di Franco Fracassi
«L’unica apparente differenza politica fra Berlusconi e Veltroni appare essere il loro approccio al precariato, ma perfino quella differenza è più che altro retorica». Così l’allora ambasciatore statunitense a Roma Ronald Spogli (era il 2008) commentava le imminenti elezioni politiche italiane in un’informativa inviata al Dipartimento di Stato. Nei nuovi cablo pubblicati da Wikileaks ce ne sono due riguardanti l’Italia. Da essi emergono tre certezze: per Washington Romano Prodi rappresentava un fastidio, il Pd e il Pdl erano due partiti equivalenti e benvoluti, con Prodi l’Italia aveva troppo discostato la sua politica da quella della Casa Bianca; bisognava, quindi, riportarla sulla retta via, e Pd e Pdl erano disposti a farlo.
Informativa numero uno, datata 8 aprile 2008. Spogli scrive: «Mancano sei giorni alle elezioni. Berlusconi e Veltroni hanno fatto una campagna elettorale noiosa dominata dalle loro personalità, non dalle proposte politiche. Con la personalità al centro della scena ed entrambi promettendo tagli alle spese governative, aumento delle pensioni, abbassamento delle tasse e taglio alla burocrazia per le imprese, la stampa si è focalizzata sulle discussioni circa l’organizzazione elettorale e i commenti volgari del frequentemente volgare alleato di Berlusconi, Umberto Bossi. L’unica apparente differenza politica fra Berlusconi e Veltroni appare essere il loro approccio al precariato, ma perfino quella differenza è più che altro retorica».
Informativa numero due (11 aprile). Questa volta il rapporto è classificato come “segreto”: «Le elezioni ormai prossime e il periodo di formazione del governo ci daranno l’opportunità di spingere il nostro programma con rinnovato vigore, dopo quattro mesi di governo in crisi e più di due anni di governo bloccato dagli alleati di estrema sinistra. Se le nostre relazioni con il governo Prodi erano buone, le nostre relazioni con il prossimo governo promettono ancora meglio. Forse molto meglio. Si può anticipare che faremo progressi sul programma dovesse vincere Veltroni a sorpresa ed eccellenti progressi se Berlusconi tornasse al potere. A prescindere da chi vince, ci incontreremo con i probabili membri del nuovo governo appena possibile dopo le elezioni, durante il periodo di formazione del governo in aprile e primi giorni di maggio per marcare le nostre priorità politiche chiave e la direzione che ci piacerebbe prendesse la politica italiana. Ci piacerebbe che esponenti del governo Usa venissero per far pressioni sul programma, incluso il periodo tra le elezioni e l’insediamento del nuovo governo. Vorremmo sollevare le questioni relative a: tono delle relazioni, Iran, Afganistan, sicurezza energetica/Russia, Iraq, processo di pace in Medio Oriente, Libano/Siria, basi politiche/militari, competitività economica, assistenza estera, cambiamenti climatici e leggi di rafforzamento della cooperazione».
Il cablo prosegue, spiegando che cosa intende Spogli per «miglioramento delle relazioni»: «Sebbene il governo Prodi abbia seguito le politiche che supportiamo, sentiva il bisogno di fare gratuite dichiarazioni anti americane per puntellare la componente di estrema sinistra. Tali commenti distraevano da discussioni importanti come il Medio Oriente, i Balcani e l’Iran. Anche se entrambi i leader candidati alle elezioni sono pro-america, dovremmo comunque incoraggiare il nuovo governo a riconoscere che i toni hanno importanza nelle relazioni bilaterali e ad esercitare la disciplina per evitare retorica inutile».
Energia: «Incoraggeremo il nuovo governo italiano a impostare come prioritaria la formulazione di una politica energetica fabbisogno energetico e la preoccupante dipendenza dalla Russia. Energia nucleare e energie rinnovabili dovrebbero fare parte del piano. L’Italia dovrebbe esercitare leadership al livello europeo, spingendo per una politica energetica che si occupi dell’estremamente preoccupante dipendenza dalla Russia (vi ricordate il tentativo del governo Berlusconi di riaprire all’energia nucleare?, ndr). Suggeriremo di usare l’influenza che promana dalla comproprietà del governo italiano in Eni per fermare la compagnia dall’essere la punta di lancia di Gazprom. Questo probabilmente richiederà una nuova leadership in Eni».
Medio Oriente: «Sia Berlusconi, sia Veltroni sarebbero più inclini ad adottare una politica pro Israele di quanto fosse Prodi. Faremo forti pressioni sul prossimo governo italiano sull’importanza che l’Italia continui a lavorare attraverso il “Quartet” sul processo di pace, evitando dichiarazioni pubbliche relative a inviti al dialogo ed espressioni di solidarietà per Hamas. Il nuovo governo può individuare un nuovo responsabile per i negoziati dei Paesi industrializzati sulla sicurezza energetica e sui cambiamenti climatici. Chiederemo che sia qualcuno che possa giocare un ruolo attivo e che continui il supporto dell’Italia sui nostri punti fondamentali, considerato che andiamo verso un summit dei paesi industrializzati a margine del G8 di giugno in Giappone. Come sede del G8 del 2009, l’Italia sarà un elemento chiave negli sforzi di raggiungere un accordo globale sui cambiamenti climatici entro dicembre 2009. Quando ci occuperemo di negoziare accordi vincolanti e avremo bisogno che l’Ue accettabile per il congresso Usa, avremo bisogno di un interlocutore affidabile nel governo italiano che comprenda le ragioni dell’economia, oltre che quelle dell’ambiente».
12 agosto 2014