Lo afferma Pieczenik, uno dei più importanti funzionari che la politica estera Usa abbia mai avuto, custode dei segreti dell’Italia. Anche l’ex presidente della Commissione stragi Pellegrino conferma: È Ledeen il vero governo ombra di Renzi.
di Franco Fracassi
«Quello che non è riuscito a fare Gelli l’hanno fatto Berlusconi prima e Renzi poi». Steve Pieczenik è uno dei maggiori conoscitori dei segreti della politica estera statunitense e di quella interna dei Paesi che degli Usa sono satellite. Assistente segretario di Stato di Henry Kissinger, Cyrus Vance and James Baker, è stato l’artefice delle elezioni di Jimmy Carter, George Bush senior e perfino di George Bush junior. A sua detta è stato anche la mente del sequestro di Aldo Moro, oltre che il braccio destro di Zbigniew Brzezinski nella creazione di Al Qaida e della Jihad islamica. «L’Italia è da sempre nelle mani della destra repubblicana, e Renzi non fa differenza. La riforma costituzionale in atto non è che il compimento di un percorso iniziato a metà degli anni Sessanta», ha dichiarato Pieczenik al talk show radiofonico di Alex Jones. «Avete presente il “Piano di rinascita democratica della P2? Si potrebbe tranquillamente affermare che è stato portato a compimento».
Popoff lo aveva scritto lo scorso 13 febbraio: il presidente del consiglio Matteo Renzi è teleguidato dalle grandi banche d’affari e dalla destra repubblicana.
Quando negli anni Ottanta Michael Ledeen varcava l’ingresso del dipartimento di Stato, al numero 2401 di E Street, chiunque avesse dimestichezza con il potere di Washington sapeva che si trattava di una finta. Quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro: consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007 al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi.
Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti. Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita. In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie.
Forse aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana». O perfino Massimo D’Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra». Dietro Renzi ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d’affari responsabile della crisi mondiale. Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari.
Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo. E con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments. Già nel primo anno Algebris passò da circa settecento milioni a quasi due miliardi di dollari gestiti. L’anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò l’attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più importante scalata bancaria d’ogni tempo. Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante finanziere di mettere un piede in Mediobanca. Definito dall’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in Borsa (ovvero sulla crisi) ed è il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglietore di denaro, attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis.
Ha detto Giovanni Pellegrino (presidente della commissione parlamentare stragi dal 1994 al 2001): «Ciò che può sembrare intreccio di fantascienza complottistica, è solo il frutto di un lavoro certosino fatto dalla commissione parlamentare stragi. Teniamolo sempre a mente, anche quando sembra di precipitare nelle allucinazioni ansiogene. Partendo da un riassunto delle stragi e degli attori, mi riferisco a oggi. Alla condizione di un Paese (l’Italia) sottomesso agli ambienti della destra repubblicana Usa. L’Italia oggi è nelle stesse identiche condizioni degli anni Settanta e la scomparsa della sinistra italiana storica, rende il Pd erede non solo della Dc, ma anche del Msi».
«L’Italia non è un Paese normale e non ha una democrazia normale. A partire dal trattato di Yalta, all’Italia è stato affidato il ruolo di “Stato a sovranità limitata”. Una specie di portaerei Nato nel mar Mediterraneo», ha proseguito Pellegrino..
«Insomma, non credo che a livello del governo degli Stati Uniti si sia deciso di appoggiare le spinte golpiste o para-golpiste italiane. Diverso è pensare che o circoli della destra radicale americana o singoli settori degli apparati di forza americani abbiano potuto assumere determinate iniziative. Faccio riferimento a un gruppo particolarmente potente che orbitava attorno all’Università Georgetown di Washington (“Gruppo di Georgetown”). Il Csis, un centro che ha influenzato fortemente le politiche mondiali, di cui facevano parte uomini come Alexander Haig, Henry Kissinger, Michael Ledeen, Claire Sterling, e alcuni ex capi della Cia. In proposito, mi sono sembrate molto interessanti le risposte che ci hanno dato Stefano Silvestri, esperto di strategie internazionali. Quando è venuto in Commissione, alla domanda se anche lui ritenesse che la P2 fosse il rifugio dell’oltranzismo atlantico, lui rispose affermativamente. E aggiunse che, secondo lui, persone come Gelli erano certamente collegate a circoli americani, però, per l’appunto, a circoli tipo quello di Georgetown. Insomma, la destra repubblicana americana», ha aggiunto l’ex senatore.
«Sussistono documenti secondo cui i Haig, Kissinger e Ledeen fossero iscritti alla P2 nel “Comitato di Montecarlo” (o “Superloggia”). Quel braccio della P2 che si occupava di traffico internazionale di armi e al quale venne fatta risalire in modo diretto l’organizzazione della strage di Bologna. Ho sempre pensato che Gelli fosse solo un esecutore. Naturalmente si dava molto da fare per valorizzare al massimo il suo ruolo, che non era di comando, però ugualmente strategico, attraverso il suo presenzialismo e sviluppando contatti con tutti quelli che poi hanno detto di averlo conosciuto assai poco», ha concluso Pellegrino.
Ledeen, in particolare, ha proseguito nel tessere la rete di rapporti con la politica italiana. È il caso di Renzi, ma anche quello del capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda, o del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (definito da Kissinger «il mio comunista preferito»). Infine, c’è la ministra degli Esteri Federica Mogherini. Secondo quanto emerso dai cablo pubblicati da Wikileaks, la Mogherini è stata «ammessa fin dal 2006 ad alcune riunioni segrete con agenti statunitensi, in Italia e a Washington».
09 agosto 2014