La redazione dell’iskrae.eu fa tanti auguri a Micol Carmignani per la sua nuova attività.
Conoscendo i valori che la muovono siamo certi del successo sociale della sua impresa.
Un abbraccio da tutti noi.
“Che il bozzolo si schiuda e la Farfalla voli incontro alla vita” A. L.
21 agosto 2014
Da disoccupata a editore, per amore della cultura
La storia: Micol ha scommesso su se stessa e sui libri
Una sfida coraggiosa lanciata senza grandi mezzi alle spalle
di Pierluigi Ara
CALCI
Micol Carmignani, 33 anni, una laurea in comunicazione, un master in management e responsabilità sociale e d’impresa, componente della filarmonica Verdi di Calci, ha scommesso su se stessa e ha fondato una casa editrice che porta il suo nome. Senza grandi mezzi alle spalle, ha lanciato la sfida.
Chi è lei e come è nata l’idea di intraprendere questa attività?
«L’idea di fondare una casa editrice è il frutto di un percorso tra passioni, persone e casi della mia vita. Fin da piccola ho amato la lettura e la scrittura, forse anche per necessità, dato che nel paesino dove sono cresciuta, a Vada, non esistevano molti divertimenti. Dopo l’università e i primi scontri giovanili con il difficile mondo lavorativo, io sognavo di fare la giornalista. Ho scritto e pubblicato un primo libro nel 2005: “La favola della montagna”. Oltre agli incontri con i lettori, sempre diversi, ho scoperto un universo di persone e idee che giravano liberamente e spontaneamente per il puro piacere di conoscere e dialogare. Ne sono rimasta affascinata. Come tutta la gente della mia generazione ho svolto poi altri lavori, alcuni più attinenti agli studi, altri meno gratificanti. Per un caso legato alla riedizione del mio libro, ho avuto modo di collaborare con una casa editrice versiliese, dove ho imparato molto. Quel mondo dell’editoria non era più così lontano. Per questo mio cammino, con entusiasmo, un pizzico di coraggio e forse di incoscienza, due mesi fa è nata “Carmignani Editrice” intanto per dare spazio a tutti coloro che scrivono per diletto e che intendono far arrivare la loro penna verso luoghi inaspettati».
Dal lavoro dipendente alla creazione di un’attività in proprio.
«Ritengo che dal punto di vista lavorativo la mia generazione sia stata spettatrice inerme della distruzione degli ideali e dei diritti conquistati dalla generazione precedente. Nelle persone mie coetanee è stata instillata l’illusione di poter cambiare attraverso lo studio e l’impegno la propria condizione sociale. Ho sempre avuto il dubbio che il giro d’affari guidato dagli eterni laureandi e specializzandi abbia molto influito sulla creazione del dogma della meritocrazia. Per poi avere giovani laureati a pieni voti che si scontrano con una realtà di aziende aperte solo a stage temporanei non retribuiti, nei migliori dei casi. O ascoltare i politici che parlano di bamboccioni o dirigenti che si vantano di avere una segretaria laureata che porta loro il caffè ogni mattina. Molti amici del liceo sono andati a lavorare all’estero, alcune amiche fanno le mamme a tempo pieno, ma non sempre per libera scelta. Anch’io come loro ho vissuto momenti di crollo delle certezze, di rabbia e delusione. Tuttavia la soluzione a volte è l’uovo di Colombo: costruirsi un proprio mestiere a poco a poco, imparare a farlo bene e poi diventare “padroni” di se stessi. Non è vero che non abbiamo scelta, ma realizzare i sogni è un percorso lungo e accidentato».
Su cosa punta la sua neonata casa editrice?
«Ho pensato la mia casa editrice con due idee di fondo. Un’anima pubblica, da un lato, che valorizza e aiuta gli autori che scrivono testi di qualità e che cerca al contempo di metterli in relazione tra loro per ampliare la loro portata comunicativa. Dall’altro lato, invece, c’è l’impronta personale che desidero dare alla produzione culturale, cioè negli ambiti di attenzione al mondo delle donne e alle molteplici realtà locali toscane. Attraverso le collane “Infanzia”, “Narrativa”, “Poesia” e “Stagistica” mi auguro di poter prestare la giusta attenzione a tutte le forme di letteratura e di divulgazione dei contenuti. C’è poi il “Progetto Pulsar” riservato a chi scrive testi thriller, fantascientifici e noir e il progetto “Doc” per i saggi riguardanti il territorio. Penso che sia anche importante dare spazio alla letteratura al femminile: con la collana “Scrivere donna”, Carmignani Editrice si impegna anche a riportare alla luce testi di valore scritti da donne del passato e caduti in un ingiustificato oblìo».